Primi sintomi di disturbo dello spettro autistico: un appello ai genitori per il progetto “FIRRST”

Il progetto FIRRST rappresenta un intervento innovativo per lattanti che mostrano i primi sintomi di disturbo dello spettro autistico: a portarlo avanti l’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa), che in questi giorni ha rivolto un appello ai genitori affinché possano aderire. Lo studio è aperto ai bambini dai 9 ai 15 mesi con i primi sintomi di disturbo dello spettro autistico
IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa)
L’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa)

Un appello rivolto a tutti i genitori con bambini e bambine di età compresa tra 9 e 15 mesi, che mostrano i primi sintomi di disturbo dello spettro autistico: a lanciarlo è l’IRCCS Fondazione Stella Maris di Calambrone, in provincia di Pisa, che ha avviato lo studio europeo FIRRST (Fostering Infant Responsivity and Reciprocity – Support to Thrive, ossia, letteralmente, “Promuovere la reattività e la reciprocità del bambino – Sostegno alla crescita“), dedicato appunto ai bambini di età compresa tra 9 e 15 mesi con segnali iniziali di disturbo dello spettro autistico.
Grazie ai finanziamenti del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), del Ministero della Salute e al supporto dell’Unione Europea, questo progetto rappresenta una svolta nella ricerca sull’intervento precoce per l’autismo, come viene sottolineato in una nota diffusa dall’Istituto Scientifico per la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Lo studio, condotto dalla Stella Maris con la partecipazione di esperti quali Andrea Guzzetta, Sara Calderoni e Costanza Colombi, parte dalla premessa che intervenire tempestivamente, durante il primo anno di vita, possa influire positivamente sullo sviluppo del bambino. L’approccio proposto da FIRRST si basa su strategie semplici ma efficaci, studiate per integrarsi nella routine quotidiana delle famiglie, con l’obiettivo di migliorare le capacità sociali e comunicative del bambino.
I genitori partecipanti verranno coinvolti in sessioni settimanali per un periodo di sei mesi, durante le quali riceveranno supporto da un team di esperti. Parallelamente, verranno utilizzate tecnologie avanzate per una misurazione neurofisiologica innovativa, in grado di monitorare i progressi del bambino e offrire una valutazione oggettiva dei risultati.

«Il progetto – viene spiegato dai promotori – punta ad offrire ai genitori strumenti pratici per sostenere lo sviluppo del proprio figlio, senza trasformarli in terapisti. FIRRST si propone pertanto di rendere le famiglie parte attiva del percorso, in un contesto di accompagnamento e supporto continuo. Se i dati preliminari saranno confermati, questo studio potrebbe rappresentare un cambiamento radicale nell’approccio clinico all’autismo, introducendo interventi preventivi già a partire dai primi segnali di rischio». (C.C.)

I genitori interessati possono contattare il team di ricerca per maggiori informazioni o per valutare la possibilità di partecipare, tramite Roberta Rezoalli (r.rezoalli@gmail.com).
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