«A esporre le persone con disabilità e le loro famiglie a un rischio di povertà più elevato, concorrono principalmente le difficoltà nella partecipazione al mercato del lavoro, i costi aggiuntivi legati soprattutto ai bisogni di cura e di assistenza socio-sanitaria, e una protezione sociale insufficiente»: lo si legge nel capitolo su “Persona e Disabilità”, curato da Domenico Massano, all’interno del “Rapporto sullo Stato dei Diritti in Italia”, documento dell’Associazione A Buon Diritto
«A esporre le persone con disabilità e le loro famiglie a un rischio di povertà più elevato, concorrono principalmente le difficoltà nella partecipazione al mercato del lavoro, i costi aggiuntivi legati soprattutto ai bisogni di cura e di assistenza socio-sanitaria, e una protezione sociale insufficiente nonostante sia indispensabile, visto che senza trasferimenti sociali il 71,2% delle persone con disabilità in Italia sarebbe a rischio povertà»: lo si legge nella parte introduttiva del capitolo dedicato a Persona e Disabilità, curato da Domenico Massano, all’interno del Rapporto sullo Stato dei Diritti in Italia, aggiornamento annuale del documento proposto dall’Associazione A Buon Diritto, giunto al suo decimo anniversario e presentato il 15 gennaio scorso in Parlamento, con gli interventi di Luigi Manconi, presidente di A Buon Diritto, Alessandra Trotta, moderatrice della Tavola Valdese (il Rapporto è sostenuto con i fondi dell’8 per mille della Chiesa Valdese), le parlamentari Rachele Scarpa e Cecilia D’Elia e i parlamentari Nicola Fratoianni e Riccardo Magi.
«Il Rapporto – spiega Massano – approfondisce la situazione del biennio 2023-2024, che è stato particolarmente faticoso da un punto di vista politico, e traccia una panoramica degli ultimi dieci anni, facendo il punto su dove siamo oggi e su cosa c’è ancora da fare. Il quadro attuale è molto preoccupante: dal Rapporto sullo Stato dei Diritti emerge, in particolare, che sono aumentate nell’ultimo decennio le povertà, e che servirebbero risorse e politiche serie per affrontare la situazione. Invece negli anni abbiamo assistito a tagli alla ricerca, tagli alle misure sociali, tagli alle misure di sostegno al reddito, in una costante criminalizzazione delle povertà».
Nel dettaglio, il documento propone un monitoraggio di 17 diversi diritti, delle maggiori difficoltà riscontrate nel loro riconoscimento, delle principali novità normative e legislative e delle iniziative e proposte da intraprendere per la loro tutela: dalla libertà di espressione e di informazione ai profughi e richiedenti asilo; dai dati sensibili al diritto all’abitare; dalla salute e libertà terapeutica all’ambiente; e ancora, migrazioni, autodeterminazione femminile, istruzione, lavoro, persona e disabilità, pluralismo religioso e integrazione, rom e sinti, LGBTQI+, minori, prigionieri e salute mentale.
Luigi Manconi ne introduceva la prima pubblicazione, dieci anni fa, con parole valide tuttora: «Il Rapporto sullo Stato dei Diritti è un resoconto e un progetto che possiamo chiamare politico. Il resoconto di un lavoro collettivo che documenta la tutela o la mancata tutela o la parziale tutela di tutti i diritti, nel nostro Paese. Ed il progetto politico della Costituzione repubblicana e del principio d’uguaglianza scritto in nome della dignità e dei diritti di ogni essere umano».
Si tratta dunque sia di strumento scientifico e di informazione che di uno strumento politico, come ben testimoniano le Raccomandazioni per il Legislatore, presenti alla fine di ogni capitolo, che fanno emergere cosa manca per ciascun diritto e cosa ancora può e deve essere fatto. E quel che conta ancor più è la coralità del racconto, per ribadire come i diversi diritti siano indissolubili gli uni dagli altri e riguardino sempre tutti e tutte ed ovunque.
«Il lavoro di approfondimento e denuncia continuerà – conclude Massano -, perché, come dimostrano questo lavoro e l’attualità, i diritti non possono essere dati per scontati, non sono acquisiti per sempre e vanno costantemente difesi e rivendicati».
Nel 2019, ricordiamo, Domenico Massano è stato anche il curatore, insieme a Simona Piera Franzino, come ampiamente riferito a suo tempo sulle nostre pagine, della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). (S.B.)
Articoli Correlati
- La complessità del "Dopo di Noi" e la logica dei diritti «Può esserci ancora la possibilità di abbandonare l’attuale sistema organizzativo dei servizi e, approfittando dell’occasione di attuare la Legge 112/16 sul “Dopo di Noi”, iniziare con coraggio un processo di…
- Dopo di noi da creare “durante noi“* L'organizzazione del futuro di una persona con disabilità: quali sono le tutele giuridiche esistenti? In quali ambienti si potrà svolgere la vita di quella persona? E con quali fondi? Un…
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…