«L’accessibilità è diventata una priorità per un numero crescente di editori italiani e a guidare il cambiamento è anche l’entrata in vigore della Direttiva Europea sull’Accessibilità, prevista per il 28 giugno prossimo, ma non solo»: lo dicono dalla Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili), registrando con soddisfazione come da questo 2025 il numero di realtà editoriali che abbiano deciso di diventarne soci sia cresciuto sostanzialmente
«L’accessibilità è diventata una priorità per un numero crescente di editori italiani e a guidare il cambiamento è anche l’entrata in vigore della Direttiva Europea sull’Accessibilità (European Accessibility Act), prevista per il 28 giugno prossimo il cui obiettivo è garantire che i prodotti e i servizi siano fruibili da parte di tutti e tutte, comprese le persone con disabilità, ciò che sta appunto portando a una trasformazione significativa nell’industria editoriale, coinvolgendo tutti gli attori della filiera (editori, librerie e biblioteche online, soluzioni di lettura, siti web e piattaforme)»: lo dicono dalla Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili), impegnata da oltre dieci anni per promuovere e supportare la creazione di un ecosistema editoriale accessibile a tutti e tutte, che registra con soddisfazione come da questo 2025 il numero di realtà editoriali che abbiano deciso di diventare soci della Fondazione sia cresciuto sostanzialmente, se è vero che ad essa hanno aderito Codice Edizioni, Ediciclo Editore, Editori Laterza, Il Portico Editoriale, Rubbettino e l’aggregatore Casalini Libri, quest’ultimo uno dei principali fornitori di pubblicazioni a biblioteche e istituzioni di tutto il mondo.
«Il nostro catalogo – sottolineano da LIA – cresce dunque sempre più, con i libri digitali di 82 marchi editoriali. E vi trovano spazio non soltanto titoli di narrativa, ma anche saggistica di cultura e manualistica universitaria, per un’offerta editoriale ricca e variegata, comprendente romanzi, gialli, narrativa per bambini, testi di divulgazione, di studio e di aggiornamento professionale, e che spazia dalle materie umanistiche a quelle scientifiche, a quelle di àmbito religioso o di viaggio. Va detto inoltre che anche i testi più complessi – con schemi, grafici, tabelle, formule matematiche ecc. –, quando sono realizzati secondo gli standard internazionali di accessibilità e, quindi, navigabili e fruibili dagli utenti che utilizzano tecnologie assistive, risultano essere un prodotto di qualità migliore per tutti i lettori, perché permettono la personalizzazione per le diverse esigenze di lettura».
«La Direttiva Europea sull’Accessibilità – concludono dalla Fondazione – dà sicuramente una spinta a questo cambiamento, con gli editori italiani che si mostrano in prima linea per l’accessibilità, ma il loro impegno è anche un importante riconoscimento del diritto di tutti alla lettura, che aumenta l’offerta disponibile nel mercato a un pubblico sempre più ampio e diversificato. Non è un caso che tra i nuovi soci vi siano anche piccole e medie imprese che scelgono la strada dell’inclusività, pur non essendo vincolate al rispetto degli obblighi imposti dalla normativa. Infatti, secondo l’indagine del progetto APACE (ottobre 2024) [se ne legga già anche sulle nostre pagine, N.d.R.], circa il 30% delle microimprese editoriali italiane che pubblicano e-book ha già titoli accessibili nei propri cataloghi. Si tratta, oltre che di una scelta strategica, di una scelta importante di valore e di responsabilità sociale». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: Denise Nobili (denise.nobili@fondazionelia.org).
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