«Bene – secondo la Federazione FISH – lo stanziamento di risorse per le scuole paritarie e tuttavia, stanziamenti di somme senza un’analisi approfondita sui problemi strutturali dell’inclusione scolastica rischiano di diventare mere operazioni simboliche. È indispensabile dunque che l’Osservatorio Permanente per l’Inclusione Scolastica, recentemente ricostituito, sia convocato al più presto, perché serve un confronto stabile e operativo per affrontare le tante criticità ancora presenti»
«La scuola inclusiva non può rimanere solo un obiettivo teorico. Bene questo stanziamento di risorse per le scuole paritarie, ma è indispensabile che l’Osservatorio Permanente per l’Inclusione Scolastica, recentemente ricostituito, sia convocato al più presto. Serve infatti un confronto stabile e operativo per affrontare le tante criticità ancora presenti: dal sostegno didattico alla formazione dei docenti, fino all’accessibilità degli spazi e alla continuità educativa»: così Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), commenta la notizia dello stanziamento di 163 milioni e 400.000 euro da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito, destinati alle scuole paritarie, «somma – si legge in una nota diffusa dalla Federazione – che rappresenta un passo importante verso il rafforzamento del diritto all’inclusione e alla qualità educativa degli studenti e delle studentesse con disabilità, riconoscendo l’importanza di garantire pari opportunità di apprendimento e partecipazione per tutti e tutte».
«E tuttavia – aggiungono dalla FISH -, è necessario portare l’attenzione su una realtà complessa e contraddittoria. Pur essendo infatti la normativa sull’inclusione italiana tra le migliori in Europa e al mondo, il problema non risiede nei principi legislativi, ma nella loro applicazione concreta. A livello ministeriale, sembra mancare una chiara comprensione di quanto questa situazione possa risultare dispersiva, sia in termini di risorse umane che economiche. Ogni giorno affrontiamo situazioni di estrema discriminazione, soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado, dove i ragazzi e le ragazze con disabilità non sempre vengono accolti nelle aule e rischiano di essere esclusi dalle attività scolastiche. Inoltre, quando supportiamo le scuole nella creazione di progetti formativi per insegnanti, è frustrante constatare che spesso gli educatori più preparati non possono garantire la necessaria continuità, a causa di un sistema di assegnazione obsoleto che ignora la continua necessità di stabilità per gli studenti».
«Anche i materiali e le strumentazioni acquistati tramite il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) – proseguono dalla FISH -, pensati per facilitare l’inclusione, spesso rimangono inutilizzati, chiusi negli armadi, perché il personale docente non è adeguatamente formato per utilizzarli. Gli istituti scolastici necessitano di un monitoraggio costante per garantire il rispetto delle regole e delle tempistiche previste dalla legge, assicurando così un percorso educativo dignitoso per gli studenti e le studentesse con disabilità».
«Stanziamenti di somme senza un’analisi approfondita sui problemi strutturali dell’inclusione scolastica – è la conclusione – rischiano di diventare mere operazioni simboliche, invece di produrre cambiamenti tangibili. È fondamentale, pertanto, che le Istituzioni ascoltino le esigenze reali delle famiglie e degli studenti/studentesse con disabilità». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.
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