Dalle riscritture pop dei classici di Molière e Shakespeare alle produzioni originali portate in scena in àmbito internazionale, la Factory Compagnia Transadriatica, che ha sede a Lecce, rappresenta da oltre dieci anni un punto di riferimento per il teatro inclusivo. In questo mese di febbraio ne andranno in scena a Milano “(H)amleto” e “Diario di un brutto anatroccolo”, in cui i protagonisti sono Fabrizio Tana e Francesca De Pasquale, persone con sindrome di Down
Dalle riscritture pop dei classici di Molière e Shakespeare alle produzioni originali portate in scena in àmbito internazionale, la Factory Compagnia Transadriatica, che ha sede a Lecce, ha costruito un percorso entusiasmante che unisce tradizione e innovazione e che rappresenta da oltre dieci anni un punto di riferimento per il teatro inclusivo. Con spettacoli che parlano al cuore di tutti, la compagnia di Tonio De Nitto si conferma una delle realtà teatrali più significative del panorama contemporaneo.
Fondata da artisti provenienti da diverse esperienze professionali, questa compagnia ha scelto di creare un percorso comune, costruendo una vera e propria factory di progetti che ne rappresenta l’identità e la visione artistica. Il lavoro della Transadriatica si muove tra la reinterpretazione dei classici e un impegno costante nell’inclusione sociale, rivolgendosi a pubblici di tutte le età e provenienze.
In questo mese di febbraio andranno in scena al Teatro Franco Parenti di Milano due spettacoli, vale a dire (H)amleto (10-11 febbraio) e Diario di un brutto anatroccolo (15-16 febbraio). Quest’ultimo si ispira alla celebre fiaba di Andersen ed esplora i temi dell’inadeguatezza e della crescita personale.
La rappresentazione, che ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, è stata ideato per coinvolgere spettatori di ogni età, mostrando con delicatezza le fragilità che ci accomunano.
La protagonista è una ballerina con sindrome di Down, che incarna la trasformazione del brutto anatroccolo in un essere capace di trovare il proprio spazio nel mondo. Attraverso il lavoro, l’amore e la vita in città, lo spettacolo racconta il percorso di riscatto e accettazione di sé, in cui ognuno può riconoscersi.
Partendo invece dal classico di Shakespeare, l’(H)amleto della Factory Compagnia Transadriatica è una riscrittura audace e poetica che esplora la mente del protagonista.
Lo spettacolo nasce da un laboratorio creativo, durante il quale gli attori hanno elaborato il testo partendo da una domanda centrale: cosa significa essere Amleto? Il progetto ha preso forma grazie al sostegno del Ministero della Cultura e della Fondazione Sipario Toscana, trasformandosi in una produzione corale con 13 attori, di cui 8 con disabilità.
Il ruolo di Amleto è affidato a Fabrizio Tana, attore con sindrome di Down, che ha portato sul palco una reinterpretazione unica del principe di Danimarca.
Già collaboratore della compagnia, Fabrizio si è autocandidato per il ruolo, inviando messaggi agli ideatori, in cui mescolava la sua vita personale con il dramma shakespeariano. Questo processo ha dato vita a un testo originale, caratterizzato da una scrittura profondamente poetica e personale.
Con la voce narrante di Lorenzo Paladini e un cast inclusivo, (H)amleto diventa uno spettacolo universale, capace di parlare a tutti e tutte, affrontando temi di fragilità, forza interiore e identità.
*Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Da Shakespeare a Andersen, la Trasadriatica [in realtà Transadriatica] mette in scena l’inclusione”, e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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