Accessibilità al quadrato: l’audiodescrizione di “All Blinds – Il baseball come non lo avete mai visto”

di Laura Giordani*
Seguiamo passo dopo passo, nel racconto di chi l’ha curata, l’audiodescrizione del docufilm “All Blinds – Il baseball come non lo avete mai visto”, che dà visibilità alla Roma All Blinds, squadra agonistica di baseball composta da giocatori ciechi e ipovedenti. «È un’opera che dà speranza – scrive Laura Giordani -, facendoci conoscere il baseball per ciechi anche da un punto di vista più tecnico, senza privarci di uno sguardo nelle storie e nelle esperienze di vita dei membri e collaboratori di questa squadra»
"Roma All Blinds"
La squadra “Roma All Blinds”, protagonista del docufilm “All Blinds – Il baseball come non lo avete mai visto”

Ogni forma d’arte, nelle sue varie espressioni, si prefigge sempre un messaggio da comunicare. La sottoscritta, che lavora nel settore del cinema dal 1987 (come adattatrice per doppiaggio, e come audiodescrittrice dal 2009), si augura di coglierlo in ogni lavorazione commissionata al fine di rendere al meglio dal punto di vista professionale. Anche nella “settima arte” il messaggio è essenziale. Nell’opera audiovisiva della quale parlerò qui– di cui ho curato l’audiodescrizione – l’obiettivo sensibilizzatore ne incarna lo spirito (che è quello dell’inclusione e dell’accessibilità), trasferendolo a un altro settore, quello dello sport.
Andiamo quindi a conoscere All Blinds – Il baseball come non lo avete mai visto (2024), docufilm prodotto da ESP e Marvin Film, col supporto dell’AIBXC (Associazione Italiana Baseball Giocato Da Ciechi) [se ne legga già anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. Alla regia, il filmmaker Matteo Alemanno, che negli ultimi dieci anni ha prodotto e realizzato diversi reportage e film documentari monografici, incentrati su temi sociali come la disabilità, la sostenibilità, i diritti e l’uguaglianza di genere, il diritto alla casa e al lavoro.

Questo lungometraggio ci porta alla scoperta di una lodevolissima realtà della mia Roma: una squadra agonistica di baseball interamente composta da giocatori ciechi e ipovedenti. È un’opera che dà speranza, facendoci conoscere la disciplina del baseball per ciechi anche da un punto di vista più tecnico, senza privarci di uno sguardo nelle storie e nelle esperienze di vita dei membri e collaboratori della Roma All Blinds: Marco Corazza, Alfonso Somma, Martina Pasquali, Matteo Caruso, Yeraldyn Patiño Rivera, Anna Lombardi, Jacopo Scandurra, Moutie Abidi, Giuseppe Checchi e Andrea Crescenzi.
L’audiodescrizione è prima di tutto un ausilio: interviene nel settore dell’accessibilità per rendere i contenuti audiovisivi fruibili alle persone con disabilità visiva. Lo fa missando alla colonna audio originale di un’opera una traccia secondaria inserita nei buchi di dialogo, senza mai sovrapporcisi. Evita inoltre di coprire suoni o musiche importanti che contribuiscono alla narrazione filmica ideata dal regista, per le cui intenzioni l’audiodescrittore deve serbare sempre il massimo rispetto.
L’opera in questione può essere unica o seriale, un lungometraggio o un cortometraggio e può appartenere a qualsiasi genere. E ognuna cela in sé difficoltà diverse che richiedono ricerca, pazienza ed esperienza in materia di cinema e linguaggio filmico.

Le caratteristiche principali di All Blinds – Il baseball come non lo avete mai visto sono legate innanzitutto agli aspetti tecnici della disciplina del baseball per ciechi, e il copione del testo descrittivo ha dovuto tenerne conto. A seguire, un esempio: «A Perugia, gli All Blinds sfidano gli Umbria Redskins. I giocatori sono sul diamante. Inizia la prima partita di campionato. (clacson) Dopo aver tirato, Moutie batte la palla e arriva in seconda base. Alfonso batte e raggiunge la seconda base, Moutie arriva in terza. Giuseppe batte e Moutie arriva a casa base segnando il punto. Andrea batte e Alfonso arriva a casa base segnando un punto. (Punto!) Il tabellone segna 9 a 2 per gli Umbria Redskins. (Buona!) La Roma non riesce a eliminare i giocatori avversari che segnano punti. Moutie non riesce a raggiungere la seconda base».
Si notino l’elemento tecnico del “diamante”, ovvero il campo da gioco del baseball, e delle varie “basi” dislocate agli angoli del suo perimetro. Basi che i giocatori devono conquistare se stanno giocando in attacco o difendere se sono in fase difensiva. In questo caso, l’audiodescrizione si è avvicinata – quanto meno nella sostanza – a una telecronaca sportiva, senza però dimenticare la presenza costante e irrinunciabile di rigidi criteri che assicurano la professionalità e la “scientificità” di quello che rimane un ausilio di accessibilità. Nel concreto, però, l’obiettivo rimane quello di rendere conto di una partita, seppur per motivi e destinatari diversi.

Altri passaggi, al contrario, fanno uso di vocaboli che fanno riferimento a oggetti e strumenti che scandiscono la routine di ciechi e ipovedenti, dal momento che li aiutano nelle funzioni di ogni giorno: «Una donna bionda sulla cinquantina, occhiali scuri, scrive in Braille su un foglio con punteruolo e tavoletta. Registra un vocale. // Per strada, una donna col bastone bianco a braccetto con un uomo».
In altri contesti più specialistici, l’uso di parole più specifiche – atte a descrivere oggetti comuni solo a una fetta della popolazione – avrebbe richiesto un inciso a chiarirne l’entità, o a sostenere la figurazione mentale dell’oggetto in questione nell’immaginario dell’ascoltatore. Ma in questo caso specifico, dal momento che gli stessi fruitori appartengono al mondo riprodotto sullo schermo (ma anche per mere questioni tecniche di mancanza di spazio e dialoghi serrati), non era necessario soffermarsi nella spiegazione di elementi come il bastone bianco, il punteruolo e la tavoletta per scrivere in Braille.

Questo lungometraggio, quindi, è particolarmente votato all’ascolto dei fruitori ciechi e ipovedenti perché approfondisce più aspetti a loro cari, dal momento che i protagonisti sono persone con disabilità visiva. Uno dei temi toccati è quello dell’arte tattile: «Un’elegante sessantenne accoglie Anna e Alfonso in un’esibizione di tele sensibili al tatto. Anna e Alfonso tastano una tela raffigurante uno spicchio di luna. Ne tastano un’altra, tonda, raffigurante un tramonto. Le varie stratificazioni distinguono il cielo dalle montagne. Alfonso tasta con attenzione un cerchio liscio e argentato. Anche Alfonso tasta la tela: raffigura un plenilunio».
In questo senso, i fruitori ciechi e ipovedenti sono doppiamente invitati a godere di quest’opera, perché mette su schermo la loro quotidianità e le espressioni di accessibilità che fortunatamente esistono nei loro confronti.

Tecnicismi e tanta ricerca sono stati essenziali anche in clip che esulano dal mondo del baseball per ciechi, ma che riguardano un’altra disciplina praticata da un membro della squadra: «Al centro del campo di pattinaggio, Moutie si rannicchia su se stesso. Si rialza e distendendo le braccia, pattina con fare elegante. Oscilla le braccia. Poi si china, distende le braccia e una gamba in avanti, eseguendo la mossa della caffettiera. Mantenendo la posizione, fa una curva a bordo campo. Si rialza, con le braccia ben divaricate. Conclude la sequenza in equilibrio sulla gamba sinistra».
In questo caso, l’inciso chiarificatore dell’elemento gergale (la mossa della caffettiera) lo ha preceduto, con la descrizione diretta dei movimenti di braccia e gambe che hanno portato alla realizzazione della mossa di pattinaggio.

In conclusione, al di là di ogni aspetto tecnico-stilistico che riguarda l’audiodescrizione, posso affermare con assoluta onestà che audiodescrivere questo docufilm per me è stato non solo un onore ma soprattutto un progetto arricchente, perché mi ha dato la possibilità di approfondire e conoscere un’altra sfaccettatura di questo mondo che provo ad assistere con il mio lavoro di audiodescrittrice.
L’accessibilità è stata curata dall’Associazione Blindsight Project, la voce narrante del testo dell’audiodescrizione è quella di Raffaella Castelli, mentre i sottotitoli sono stati curati da Barbara Paradiso. Era doveroso rendere accessibile questo lungometraggio affinché una quantità sempre maggiore di fruitori con disabilità visiva potesse entrare in contatto con storie così ispiranti e, se possibile, rivoluzionare la propria vita. D’altronde, come recita il cartello iniziale del docufilm, «Nella vita non è importante quello che ti viene tolto, ma tutto quello che ti rimane». Marco, Alfonso, Martina, Matteo, Yeraldyn, Anna, Jacopo, Moutie, Giuseppe e Andrea ne sono la prova grazie al baseball, ma noi ci auguriamo che presto tutto possa essere accessibile. Nel frattempo, questo docufilm lo è.
Concedetevi dunque l’ascolto di un vero e proprio progetto di accessibilità al quadrato!

*Adattatrice di dialoghi, audiodescrittrice, docente universitaria. Ne segnaliamo anche, sempre sulle nostre pagine (a questo e a questo link), i recenti contributi intitolati “La buona audiodescrizione di un ‘teen drama’” e “L’audiodescrizione del film ‘Sei nell’anima’, che racconta l’ascesa di Gianna Nannini”.

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