«L’Unione Europea finanzi urgentemente le organizzazioni per le persone con disabilità colpite dai tagli agli aiuti provenienti dagli Stati Uniti», avevano chiesto il Forum Europeo sulla Disabilità e l’Associazione Europea dei Fornitori di Servizi per le Persone con Disabilità, «l’Unione Europea non può colmare il vuoto lasciato da altri», è la risposta
![Manifestazione contro lo smantellamento dell'USAID](https://superando.it/wp-content/uploads/2025/02/usaid.png)
Proprio nei giorni scorsi avevamo rilanciato su queste pagine il seguente accorato appello rivolto alla Commissione Europea dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità e dall’EASPD (Associazione Europea dei Fornitori di Servizi per le Persone con Disabilità), cui hanno aderito anche altre quattro organizzazioni: «L’Unione Europea deve finanziare urgentemente le organizzazioni per le persone con disabilità colpite dai tagli agli aiuti da parte degli Stati Uniti», e in particolare quelle dell’Europa orientale e del Caucaso meridionale, le aree maggiormente colpite da queste politiche.
Ieri la testata «Euronews», con una nota a firma di Marta Iraola Iribarren, ha pubblicato le dichiarazioni di un portavoce della Commissione, secondo il quale «l’Unione Europea non può colmare il vuoto lasciato da altri», evidenziando come le difficoltà riguardino molti progetti per persone con disabilità in Ucraina e in altre Regioni d’Europa.
L’11 febbraio, infatti, la Commissione Europea ha ammesso che «l’Unione Europea non può colmare il buco nel finanziamento agli aiuti umanitari internazionali lasciato dallo smantellamento dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID), incluso quello relativo all’Ucraina», ha riferito Iribarren.
La decisione degli Stati Uniti di bloccare i finanziamenti agli aiuti esteri ha portato le organizzazioni non governative (ONG) che sostengono le persone con disabilità nei Balcani e nell’Europa orientale a interrompere le loro attività. E tali organizzazioni sono quelle che hanno lanciato l’appello all’Unione Europea. Tuttavia, il portavoce ha avvertito che «la portata e la complessità degli attuali bisogni globali richiede una risposta congiunta» e che «tutti i membri della comunità internazionale devono assumersi le proprie responsabilità», dal momento che l’Unione Europea non è in grado di colmare questa lacuna da sola.
Dal giorno del suo insediamento, avvenuto il 20 gennaio, il nuovo presidente degli Stati Uniti Trump ha temporaneamente congelato tutta l’assistenza all’estero e licenziato centinaia di dipendenti dell’USAID. Fondata nel 1961 dal presidente Kennedy, in questi anni l’USAID ha contribuito in modo decisivo al miglioramento delle condizioni di vita e alla salute di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, e a promuovere i diritti umani e la democrazia in particolare nei Paesi più poveri. A tal proposito segnaliamo il seguente approfondimento pubblicato dalla testata «Il Post»: Le conseguenze dello smantellamento di USAID in giro per il mondo.
Intervenendo sulla questione, Gunta Anča, vicepresidente dell’EDF, aveva dichiarato: «Questa caotica situazione mette a repentaglio la vita delle persone con disabilità nell’Europa orientale e nel Caucaso meridionale». Mentre Thomas Bignal, segretario generale dell’EASPD, aveva rilevato come le conseguenze di questi tagli vadano «ben oltre il semplice “finanziamento dei progetti”. Essi hanno un forte impatto sulla capacità operativa di queste organizzazioni della società civile di fornire un sostegno essenziale anche a medio e lungo termine. Si rompe il sistema di sostegno stesso». (Simona Lancioni)
Nel sito dell’EDF (a questo link) sono riportati i dettagli dei programmi interessati dalla sospensione dei finanziamenti statunitensi. Per ulteriori informazioni: André Felix (Ufficio Comunicazione EDF), andre.felix@edf-feph.org.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti dovuti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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