L’Unione Europea non sta rispettando la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità!

Secondo un rapporto dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, l’Unione Europea non sta rispettando appieno il proprio impegno a favore dei diritti delle persone con disabilità. A Ginevra, infatti, proprio in questi giorni, gli esperti del Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità stanno esaminando le azioni e le mancanze dell’Unione Europea nel promuovere i diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità

Unione Europea e diritti delle persone con disabilitàL’Unione Europea non sta rispettando appieno il proprio impegno a favore dei diritti delle persone con disabilità. A metterlo nero su bianco è un rapporto dall’EDF, il Forum Europeo sulle Disabilità, consegnato anche nelle mani degli esperti delle Nazioni Unite, componenti del Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità che, proprio in questi giorni a Ginevra, stanno giudicando il rispetto da parte della stessa Unione Europea della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
A partire da ieri, 11 marzo, infatti, si stanno tenendo dialoghi tra i rappresentanti dell’Unione Europea e il Comitato ONU, che esamina le azioni (e le mancanze) dell’Unione nel promuovere i diritti sanciti dalla Convenzione. Le osservazioni conclusive, che saranno pubblicate ad aprile, rappresenteranno uno strumento prezioso per la tutela dei diritti delle persone con disabilità (advocacy).

La ratifica della Convenzione da parte dell’Unione Europea, avvenuta, lo ricordiamo, il 23 dicembre 2010, implica l’obbligo per le Istituzioni continentali di implementarla pienamente nell’àmbito delle loro competenze. Tuttavia, il rapporto prodotto dall’EDF denuncia gravi carenze nell’azione delle stesse Istituzioni europee per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità.
I punti critici sollevati dalle organizzazioni rappresentative dei diritti delle persone con disabilità includono nel dettaglio:

° L’assenza di una verifica dell’“adeguatezza alle disabilità” delle leggi e politiche proposte o esistenti.
° L’assenza di una legislazione antidiscriminatoria completa a livello europeo, ulteriormente compromessa dal ritiro, quest’anno, di una Proposta di Legge da parte della Commissione Europea.
° L’esclusione dei diritti e delle necessità specifiche delle donne e ragazze con disabilità dalle leggi europee in materia di uguaglianza di genere.
° Carenze legislative sull’accesso alle tecnologie assistive e alle informazioni in formati accessibili.
° La mancata inclusione delle persone con disabilità nei piani europei di riduzione del rischio e preparazione ai disastri e alle calamità naturali.
° Leggi sulla libertà di movimento che escludono le persone con disabilità, in particolare per l’impossibilità di trasferire indennità o servizi di supporto.
° L’utilizzo continuo dei fondi europei per finanziare istituzioni segreganti, dove si verificano violazioni e abusi dei diritti umani.
° Il mantenimento di leggi elettorali che permettono la negazione del diritto di voto alle persone con disabilità.
° L’esclusione delle persone con disabilità dai programmi di sviluppo e azione umanitaria dell’Unione Europea.

Il Rapporto del Forum Europeo sulla Disabilità attribuisce la responsabilità di queste lacune alla «mancanza di leadership politica» nel monitoraggio e nell’attuazione della Convenzione ONU. Insomma, un’Unione Europea che ha ancora molta strada da fare: «La seconda fase della Strategia Europea per i Diritti delle Persone con Disabilità dovrà includere proposte audaci per colmare queste lacune», fanno sapere dall’EDF.
Le Istituzioni dell’Unione, per altro, non danno un sostegno adeguato alle persone con disabilità nemmeno nel loro ruolo di amministrazione pubblica: sia come datore di lavoro sia nelle interazioni con i cittadini e le cittadine per scopi amministrativi e informativi. Ad esempio, il processo di selezione del personale dell’Unione presenta barriere insormontabili fin dall’inizio, a partire dal tentativo di ottenere un impiego.

Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF, ha dichiarato: «Nonostante alcuni progressi, l’Unione Europea non garantisce i nostri diritti, lasciando 100 milioni di persone esposte a discriminazioni e abusi. Questa revisione del Comitato ONU deve essere un campanello d’allarme per le Istituzioni europee: organizzatevi e presentate un piano forte per migliorare davvero le nostre vite!». (Carmela Cioffi)

Per ulteriori informazioni: André Felix (Ufficio Comunicazione EDF), andre.felix@edf-feph.org (cui scrivere in inglese).
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