«Sono un’anziana mamma caregiver – scrive Marina Cometto -, “orfana di figlia”, non sto troppo bene e alla domanda dell’ennesimo medico se fossi una casalinga, ho risposto: “No, dottoressa, ho assistito per 50 anni mia figlia con gravissima disabilità e quindi scriva caregiver”. Non ci si crederà, ma lo ha scritto! Certo, a noi genitori anziani non spetterà nulla, ma forse, a piccoli passi, per i genitori giovani si potrebbe aprire una possibilità maggiore per fare cambiare visione a chi ci governa»

Sono un’anziana mamma caregiver, “orfana di figlia”, non sto troppo bene e sono stata riconosciuta disabile a mia volta, anche se la Commissione non ha ritenuto di riconoscermi alcun beneficio, smentendo un altro medico legale che invece mi aveva già riconosciuto il beneficio del tagliando di circolazione per persone con disabilità.
Sottoposta quindi a mia volta a frequenti visite, càpita ogni volta che richiedano la professione svolta e ogni volta, regolarmente, tra ironia e malcelato risentimento, ho uno spontaneo sorriso che farebbe comprendere, se il medico fosse attento, una sottile e chiara denuncia repressa per troppo tempo.
Non sono pensionata, non potendo lavorare non ho sufficienti contributi da far valere, quindi l’opzione più burocratica presente è “casalinga”, e questa è stata la successiva domanda dell’ennesimo medico. «La sua professione, signora, casalinga?». «No, non sono mai stata casalinga, no, dottoressa non ho mai potuto fare la casalinga; vede dottoressa, mi viene da ridere quando mi si chiede la professione, perché io ho impegnato la mia vita trascurando la mia salute, perché ho assistito per 50 anni mia figlia con gravissima disabilità, quindi scriva “caregiver”, perché lo Stato ci sfrutta e noi ci trascuriamo per arrivare a tenere in vita i nostri figli; mia figlia, infatti, non sarebbe arrivata a 50 anni se non mi fossi dedicata interamente al suo benessere». Beh, non ci crederete, ma lo ha scritto: «Ha svolto attività di caregiver di una figlia disabile grave».
Certo, non cambia granché, a noi genitori anziani non spetterà nulla, ma forse per i genitori giovani si potrebbe aprire una possibilità maggiore per fare cambiare visione a chi ci governa.
Chiarite questo punto, quando anche a voi mamme o papà che dovrete lasciare il lavoro, vi chiederanno quale sia la vostra professione. Le più grandi battaglie sono iniziate con primi piccoli passi, e lasciare passare passivamente il pensiero comune e distorto va a favore di chi ci ignora.
Articoli Correlati
- Intervista doppia su disabilità e dintorni Due esperienze di vita a confronto, due generazioni diverse che parlano di disabilità e di tutto ciò che ruota intorno ad essa, dalle emozioni più personali alle grandi questioni come…
- Se la disperazione diventa un mercato: terapie ingannevoli e autismo Continuano ad emergere casi di genitori che, sopraffatti dalla disperazione, cadono vittime di percorsi alternativi e truffe in cerca di cure e soluzioni per l’autismo. Ringraziamo dunque con particolare calore…
- Il Disegno di Legge Zan e la disabilità: opinioni a confronto Riceviamo un testo dal sito «Progetto Autismo», a firma di Monica Boccardi e Paolo Cilia, che si riferisce, con toni critici, a un contributo da noi pubblicato, contenente due opinioni…