Quesiti stringenti dagli Autorappresentanti dell’ANFFAS Emilia Romagna

«Cosa state facendo per promuovere l’accessibilità? Cosa fate per contrastare la discriminazione? Cosa state facendo per l’inserimento lavorativo? Conoscete la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e cosa fate per farla rispettare?»: queste e altre sono state le domande del gruppo degli Autorappresentanti di alcune ANFFAS emiliane e romagnole, in apertura degli “Stati Generali ANFFAS sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo dell’Emilia Romagna”
Autorappresentanti agli "Stati Generali ANFFAS sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo dell’Emilia Romagna", marzo 2025
L’intervento di alcuni Autorappresentanti agli “Stati Generali ANFFAS sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo dell’Emilia Romagna”

«Cosa state facendo per promuovere l’accessibilità? Cosa fate per contrastare la discriminazione? Cosa state facendo per l’inserimento lavorativo? Conoscete la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità? E cosa fate per farla rispettare?»: queste e altre sono state le domande del gruppo degli Autorappresentanti dell’ANFFAS Cesena e dell’ANFFAS Cento (Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo), che hanno accompagnato le affermazioni altrettanto forti degli Autorappresentanti dell’ANFFAS Parma e dell’ANFFAS Lugo, aprendo con incisività gli Stati Generali ANFFAS sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo dell’Emilia Romagna (se ne legga a questo link la nostra presentazione), evento organizzato dall’ANFFAS Emilia Romagna, in collaborazione con l’ANFFAS Nazionale, riconosciuto dagli stessi Autorappresentanti come «un’occasione importante per confrontarci insieme su cosa possiamo fare in futuro e per fare in modo che anche le Istituzioni ci ascoltino, perché la nostra voce conta e perché siamo cittadini al pari degli altri».

«Si è trattato di un momento importante di confronto – conferma Barbara Bentivogli, presidente dell’ANFFAS Emilia Romagna -, non in modalità di contrapposizione, ma in senso collaborativo con tutti gli attori del territorio, un’importante contaminazione di buone prassi e anche di ricerca di soluzioni a criticità esistenti che non è più possibile accettare».
«Il compito della nostra Associazione – sottolinea dal canto suo Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS – è di non essere mai soddisfatti, ma di continuare ad operare per raggiungere la migliore qualità di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie perché nulla va mai dato per scontato, anche tutto quello che abbiamo già conquistato nei nostri oltre sessant’anni di vita. Ed è necessario stare molto attenti, perché il tempo che stiamo vivendo è un tempo di incertezza ma il rispetto dei diritti delle persone con disabilità è invalicabile e l’ANFFAS sarà sempre pronta a generare il cambiamento necessario per la piena esigibilità di tali diritti».

Dopo i saluti istituzionali della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli – che in  videomessaggio ha anche voluto rispondere alle preoccupazioni e ai dubbi emersi dopo la recente decisione di ampliare la platea dei Comuni interessati dalla sperimentazione in atto della riforma sul Progetto di vita e di rinviarne di un anno l’applicazione su tutto il territorio nazionale -, e quelli di Massimo Fabi, assessore della Regione Emilia Romagna alle Politiche per la Salute, Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), Giuliana Gaspari, presidente della FISH Emilia-Romagna, Isabella Conti, assessora della Regione Emilia Romagna al Welfare, al Terzo Settore, alle Politiche per l’infanzia e alla Scuola e Filippo Diaco, presidente della Commissione Consiliare Regionale (Volontariato, Sport e Disabilità), si sono susseguiti numerosi momenti di confronto, partendo dal quadro normativo della Regione coinvolta regionale (il relativo documento è disponibile a questo link) in materia di integrazione socio-sanitaria, LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), Progetto di Vita, “Durante e Dopo di Noi”, inclusione lavorativa e scolastica. Qui sono intervenute Alessia Maria Gatto e Corinne Ceraolo Spurio, legali componenti del Centro Studi Giuridici e Sociali dell’ANFFAS Nazionale e l’altra avvocata Francesca Montalti, presidente dell’ANFFAS Cesena.

Quindi, vi è stata una prima tavola rotonda, sul tema Oltre le parole: la concreta esigibilità dei diritti delle persone con disabilità nei territori dell’Emilia-Romagna, coordinata da Barbara Bentivogli, cui hanno partecipato le diverse realtà ANFFAS del territorio, portando il proprio vissuto e operato, oltre ad evidenziare la necessità di avere co-programmazione e co-progettazione, in un quadro complesso di bisogni e di carenza di fondi, ma evidenziando anche tante buone prassi volte a garantire diritti e inclusione.
La successiva tavola rotonda, invece, su Attuazione della Riforma della Disabilità: strategie e sfide degli ambiti territoriali è stata coordinata da Alessia Maria Gatto e Corinne Ceraolo Spurio, portando alla luce proposte e idee utili a sfruttare le opportunità offerte dalla Riforma, per riorganizzare il sistema dei servizi, mettendo la persona al centro attraverso il dialogo aperto con i numerosi esponenti istituzionali del territorio partecipanti.
E ancora la persona al centro e la priorità nel Definire insieme, co-progettare, per un ulteriore salto di qualità nel fornire risposte ai bisogni delle persone è stato anche l’elemento che ha caratterizzato l’intervento di Maurizio Fabbri, presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e di Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna.

«Questi Stati Generali – viene sottolineato in conclusione dall’ANFFAS Nazionale – hanno rappresentato in maniera particolare un momento di profonda riflessione su tutti gli ambiti afferenti alle persone con disabilità e alle loro famiglie, come scuola, lavoro, servizi alla persona, vita indipendente, applicazione della Legge 112/16, diritti dei caregiver, amministrazione condivisa e altro ancora, ciò che ha portato alla luce numerose difficoltà ancora presenti in Regione, nonostante le avanzate normative territoriali – in primo luogo l’applicazione di tali normative “a macchia di leopardo” – ed evidenziato la necessità di mettere in atto un attento monitoraggio e uno stretto lavoro in sinergia tra tutti gli attori coinvolti, per fare in modo che tutto quanto è ad oggi sulla carta non lo resti, ma si vada a declinare in una reale applicazione nel pieno rispetto dei diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, un processo che la nostra Associazione continuerà a monitorare costantemente». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: comunicazione@anffas.net.
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