«Se la sintonia avesse un profumo – scrive Claudio Imprudente, a proposito della recente presentazione del suo libro “Scritti imprudenti” -, allora quello lo abbiamo respirato tutti a pieni polmoni durante l’incontro tra me e il cardinale Matteo Maria Zuppi: un profumo di ironia e di inclusione che emanava dai racconti di episodi vissuti e di esperienze con persone che hanno contribuito a cambiare una certa cultura della disabilità»

Non credevo che un libro fosse un ponte per unire passato, presente e futuro, eppure l’incontro della presentazione della mia pubblicazione Scritti imprudenti. Idee e riflessioni intorno alla disabilità (edizioni La Meridiana), assieme al cardinale Matteo Maria Zuppi, vescovo di Bologna e presidente della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) [se ne legga già anche su queste pagine, N.d.R.], è stato un ponte solido per unire visi diversi di persone a me care, dove il libro è stato solo un pretesto per raccontare storie di vite vissute ed emozioni a go-go, dove le risate si sono mescolate alle lacrime e viceversa.
Non è un caso che il tutto si sia svolto alla Casa della Pace di Casalecchio di Reno (Bologna), perché la cultura della pace si costruisce solo col dialogo tra persone diverse e tra generazioni diverse.
Se la sintonia avesse un profumo, bene, allora quello lo abbiamo respirato tutti a pieni polmoni durante l’incontro tra me e il cardinale Zuppi: un profumo di ironia e di inclusione che emanava dai racconti di episodi vissuti e di esperienze con persone che hanno contribuito a cambiare una certa cultura della disabilità.
Dare delle risposte oppure delle “non-risposte” è stata la carta vincente per instaurare un clima di accoglienza reciproca. Le battute ironiche hanno messo a proprio agio il pubblico grazie anche a Sandra Negri e Roberto Parmeggiani che hanno coordinato il dialogo con semplicità e spontaneità.

Il momento più emozionante, per me, è stata la presenza tra il pubblico di don Edelweiss Montanari, un sacerdote che conosco da cinquant’anni e che mi ha fatto un po’ da secondo padre. Tanti anni fa gli feci una domanda provocatoria da ateo: «Tu dici che Dio è buono, allora perché tu cammini e io no?», bella domanda! E sapete cosa mi rispose? «Io non lo so». Questa è una tipica “non-risposta”, e a volte le non-risposte mettono in moto tutto un processo di crescita e di cambiamento. Infatti, bisogna saper dare delle non-risposte, perché da esse si può costruire insieme un percorso di fiducia reciproca. Forse se mi avesse dato una risposta predefinita e teologicamente corretta io lo avrei salutato, ognuno per sé, invece le non-risposte uniscono e siamo rimasti in contatto.
In un mondo in cui si vuole per forza trovare una soluzione e avere sempre delle ricette, percorrere un sentiero insieme, invece che indicare la meta finale, vuol dire esprimere la propria cura e il proprio amore, invece che disinteressarsi del futuro della persona che ha richiesto una mano.
Anche il cardinale Zuppi era molto d’accordo su questo concetto sul non dare risposte predefinite, per questo un educatore o un insegnante deve imparare l’arte di accompagnare sui sentieri le persone e non limitarsi a dare solo indicazioni.
Scritti Imprudenti è un libro di non-risposte, dove le persone si possono prendere per mano e camminare insieme nei sentieri, dove si può anche tornare indietro, dove si può sudare insieme nelle salite. Questo è un messaggio, a mio avviso, potente e originale da proporre a tutti.
Ligabue canta: «Io non lo so / Se è così sottile / Il filo che ci tiene / Io non lo so / Che cosa manca ancora / Io non lo so / Se sono dentro o fuori / Se mi metto in pari / So che ogni lacrima è diversa / So che nessuna è come te» (Sono sempre i sogni a dare forma al mondo, L. Ligabue, 2020).
E per concludere vorrei ringraziare tutti voi per essermi accanto su questo sentiero che è la Vita.
E voi che non-risposte date? Raccontatemi!
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
*Il presente contributo è già apparso nel sito del CDH-Cooperativa Accaparlante di Bologna, con il titolo “Scritti Imprudenti con il Cardinal Zuppi” e viene qui proposto, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
Pensiero Imprudente
Dalla fine del 2022 Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa suo spazio fisso che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale sta impreziosendo le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.
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