La SIN (Società Italiana Neonatologia) ha promosso, in occasione della recente Giornata Mondiale dell’Udito del 3 marzo, la lettura in Terapia Intensiva Neonatale (TIN), per supportare il corretto sviluppo neurologico e sensoriale del neonato prematuro
Davanti all’incubatrice, forza, inizia a leggere a voce alta per il tuo bambino! Per supportare il corretto sviluppo neurologico e sensoriale del neonato prematuro, la SIN (Società Italiana di Neonatologia) ha promosso, in occasione della recente Giornata Mondiale dell’Udito del 3 marzo, la lettura in Terapia Intensiva Neonatale (TIN).
Diversi studi, infatti, hanno rilevato che l’Early Vocal Contact, ossia il contatto vocale precoce, inteso come canto o lettura ad alta voce offerto direttamente dai genitori, sembra avere effetti positivi sullo sviluppo uditivo ed emotivo dei neonati, oltre a migliorarne le prestazioni neurologiche, grazie alla plasticità cerebrale basata sull’esperienza dei suoni materni.
Questi effetti positivi si amplificano e vengono ulteriormente potenziati quando tali pratiche sono integrate con il contatto pelle a pelle (Kangaroo Care). La voce e il canto materno, inoltre, offrono un intervento non farmacologico per mitigare lo stress da dolore durante le procedure di cura.
«La nascita prematura e il ricovero in TIN interrompono la funzione di filtro esercitata dal grembo materno ed espongono il neonato ad un’eccessiva stimolazione uditiva negativa», afferma Massimo Agosti, presidente della SIN. «Il neonato si trova in un periodo di estrema vulnerabilità e per questo promuoviamo la cura del neurosviluppo, personalizzata e centrata sul neonato stesso e sulla sua famiglia, per la neuroprotezione del cervello, non solo attraverso la riduzione dello stress (mediante il contenimento dell’esposizione al rumore e la protezione del sonno), ma soprattutto incentivando lo sviluppo del neonato e la relazione con i genitori. Si parla infatti di un essere “hi touch”, cioè sensibile a stimoli sensoriali e affettivi ad elevato contatto. Leggere in TIN, dunque, è terapeutico, per il bambino, ma anche per i genitori!».
L’ipoacusia o sordità congenita, va ricordato in conclusione, è la seconda causa di disabilità dello sviluppo a livello mondiale e l’incidenza di essa è rimasta costante negli anni, nonostante i progressi della neonatologia. È una patologia che colpisce, ancora oggi, 1-2 neonati su mille e in alcune categorie di bambini, come i neonati ricoverati in Terapia Intensiva Neonatale e quelli con familiarità per ipoacusia infantile, la prevalenza può essere 10-20 volte maggiore. (C.C.)
Per maggiori informazioni: sin@brandmaker.it.
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