Le vere necessità delle persone con disabilità cattoliche oggi

di Justin Glyn*
Diamo oggi spazio ai contenuti dell’intervento del gesuita australiano Justin Glyn, pronunciato nel corso del recente convegno di Assisi “A Sua Immagine. ‘Us’ not ‘Them’”, che ha preso spunto dal libro “A Sua immagine? Figli di Dio con disabilità”, traduzione sostanziale di una pubblicazione dello stesso Glyn

Libro di Justin GlynPenso che questo incontro sia un’ottima opportunità per approfondire la questione della disabilità nella Chiesa e a che punto siamo. Siamo arrivati lontano da quando il libro è stato presentato, il Sinodo ha fatto raccomandazione in particolare per un monitoraggio dei problemi legati alla disabilità all’interno della Chiesa. Al momento vari gruppi stanno valutando come dovrebbe essere una Chiesa che veramente rifletta tutti i suoi membri.

Siamo anche a conoscenza dei documenti che sono stati elaborati dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, e la consultazione con le persone con disabilità, su quali siano le vere necessità delle persone con disabilità cattoliche oggi.

Stiamo aspirando ad una Chiesa che includa non solo per un atto di carità, ma anche una Chiesa che effettivamente, come dice Papa Francesco, abbia «esili al suo interno».

Una Chiesa che guardi onestamente a chi ha ricevuto la porta sbattuta in faccia e come invece quella stessa porta si possa aprire oggi.

È in questo modo che possiamo vedere i bisogni per l’educazione affinché le persone diventino consapevoli delle necessità di tutti i membri della chiesa, anche accogliendoli e rendendoli partecipi attivamente all’interno della Chiesa. Ciò vuol dire camminare insieme nelle nostre fragilità, nei limiti e anche nelle nostre disabilità. Non riusciremo ad arrivare a questo risultato domani o il giorno dopo, ma almeno la discussione è iniziata.

Alla luce della scarsa salute del Papa, per il quale preghiamo, siamo grati per questa apertura e per questa consapevolezza che anche i rappresentanti più alti della Chiesa sono persone e fragili come tutti noi, sono persone che procedono insieme nella luce di un amorevole Dio, ma anche nella luce del limite. Papa Francesco, infatti, ci ha insegnato il magistero della fragilità.

Una Chiesa che deve accettare le fragilità di ogni membro e conviverci è una Chiesa di cui tutti possono far parte e dove tutti possono supportarsi durante questo viaggio sinodale che è iniziato.


*SJ, Autore del libro “Us” not “Them”. Disability and Catholic Theology and Social Teaching (“Noi”, non “loro”. Disabilità, teologia e dottrina sociale cattolica). Il contenuto del presente contributo corrisponde a quello dell’intervento pronunciato nel corso del convegno “A Sua Immagine. ‘Us’ not ‘Them’”, tenutosi il 6 marzo 2025 ad Assisi (Perugia) (se ne legga la nostra presentazione).

Rispetto allo stesso convegno del 6 marzo 2025 ad Assisi, al quale è riferito il presente contributo, segnaliamo anche, sempre sulle nostre pagine, Il ruolo della Chiesa e la distruzione di ogni muro di separazione di Francesco Antonio Soddu (a questo link).
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