Mario “Dany” De Luca, un faro che continuerà a guidarci

di Vincenzo Falabella*
È improvvisamente scomparso Mario “Dany” De Luca, figura di spicco del movimento associativo romano sulla disabilità e non solo, persona impegnata sia a livello sindacale che politico, già presidente di Cooperative Sociali, dell’IPAB Sant’Alessio-Margherita di Savoia e del Consorzio COIN e attualmente della Cooperativa Maggio ’82, oltre ad avere avuto un ruolo attivo in àmbito sportivo, con il basket in carrozzina della Fondazione Santa Lucia. Lo ricorda così il presidente della FISH Vincenzo Falabella
Falabella e Mario "Dany" De Luca
Mario “Dany” De Luca (a destra) con Vincenzo Falabella

È difficile parlare al passato di Mario “Dany” De Luca. La sua energia, il suo impegno instancabile, la sua capacità di ispirare e coinvolgere, sembrano renderlo ancora presente, come se il suo spirito continuasse a guidarci ogni giorno.
Mario non era solo una figura di spicco nel movimento associativo, ma un punto di riferimento umano, una persona capace di ascoltare, confrontarsi e stimolare il cambiamento in chi gli stava intorno. Parlare di lui al passato non è facile, perché la sua missione e il suo esempio sono ancora ben vivi nei nostri cuori e nelle nostre azioni.
Sono profondamente provato nello scrivere queste righe. Non me ne capacito. La sua assenza lascia un vuoto che è difficile da colmare, e ogni parola sembra insufficiente a esprimere ciò che sento. La perdita di Mario è qualcosa che fa male, qualcosa che ancora fatichiamo a comprendere pienamente. Ma non possiamo dimenticare ciò che ci ha dato, la forza che ha trasmesso a ciascuno di noi, e il modo in cui ha cambiato la nostra visione del mondo.
Il suo impegno nello sport per le persone con disabilità ha rappresentato uno degli aspetti più significativi della sua vita. Mario, infatti, credeva fermamente che lo sport fosse un potente strumento di inclusione, di crescita e di empowerment per chi viveva situazioni di difficoltà.
Ha lavorato incessantemente per abbattere le barriere, non solo fisiche, ma anche mentali, incoraggiando una visione diversa della disabilità, come un’opportunità di valorizzazione delle potenzialità, piuttosto che una condizione da cui difendersi. Con lui, lo sport non era solo una pratica fisica, ma un mezzo di integrazione e di affermazione personale.
Ogni momento passato con lui, che fosse un confronto appassionato o una discussione animata, era un’occasione di crescita. Mario non cercava facili consensi, ma stimolava riflessioni profonde e spingeva tutti a superare i propri limiti, a fare sempre meglio. La sua capacità di unire le persone, di incoraggiare il dialogo e di far crescere il movimento associativo è stata unica. La sua visione del mondo, fatta di inclusione, solidarietà e impegno sociale, ha dato vita a progetti e iniziative che continueranno a prosperare, alimentati dalla sua eredità.
La sua mancanza lascia un vuoto, ma la sua eredità rimane viva, come una forza che ci spinge a proseguire il lavoro che lui tanto amava. Il suo impegno per l’inclusione, la sua passione per lo sport come strumento di cambiamento e la sua determinazione a migliorare la vita degli altri sono un faro che continuerà a guidarci. La sua figura resterà per sempre un simbolo di ciò che possiamo fare insieme, di come il movimento associativo possa trasformare la società, rendendola più giusta e più solidale.
Ciao Mario.

*Presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).

Share the Post: