Azioni necessarie per l’inclusione scolastica di alunni e alunne con autismo

Poiché il 17 gennaio è scaduto il protocollo d’intesa sottoscritto nel 2022 tra il Ministero dell’Istruzione e quello della Salute, avente ad oggetto la “Tutela del diritto alla salute, allo studio e all’inclusione”, l’APRI e lo IACABAI hanno inviato ai Dicasteri coinvolti una lettera ove illustrano tutte le criticità riscontrate nell’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con autismo e propongono una serie di azioni per intraprendere un percorso virtuoso

Ragazzo con la parola "Autism" composta da cubiPoiché lo scorso 17 gennaio è scaduto il protocollo d’intesa sottoscritto nel 2022 tra il Ministero dell’Istruzione e quello della Salute avente ad oggetto la Tutela del diritto alla salute, allo studio e all’inclusione, l’APRI (Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l’autismo e il danno cerebrale) e lo IACABAI (Italy Associate Chapter of ABAI) hanno inviato ai Diucasteri coinvolti una dettagliata lettera nella quale illustrano tutte le criticità riscontrate nell’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con autismo, proponendo una serie di azioni per intraprendere un percorso virtuoso.

Mentre la versione integrale della lettera è disponibile a questo link, riportiamo qui di seguito le azioni proposte:
1. Garantire la regolare frequenza scolastica degli alunni/alunne, prevedendo l’erogazione degli interventi sanitari al di fuori dell’orario scolastico e nel caso degli interventi psicoeducativi favorire la loro adozione all’interno della scuola, principale ambiente naturale di vita.
2. Inserire, nei Decreti che verranno emessi sul Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità in favore dei Comuni e delle Regioni per l’anno 2025, i riferimenti alla normativa specifica per le persone con disturbo dello spettro autistico: la Legge 134/15 e l’articolo 60 del DPCM del 12 gennaio 2017 (Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all’articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502), le Linee di indirizzo del 2012 e 2018 che impongono il rispetto della continuità degli interventi dimostratisi efficaci e scelti da chi ha la responsabilità genitoriale, e le raccomandazioni che sono orientate a raggiungere obiettivi specifici con i metodi maggiormente efficaci che si ritrovano nelle pagine 190 e seguenti delle Raccomandazioni della linea guida sulla diagnosi e sul trattamento del disturbo dello spettro autistico in bambini e adolescenti dell’ ottobre 2023, le quali riprendono la Linea guida dell’Australia, seguite e coerenti con la Linea Guida sugli adulti pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità a fine 2024. Questa implementazione a “invarianza di spesa, in quanto gli appalti già comprendono l’obbligo per i vincitori della gare di fare la formazione degli operatori, avrà ricaduta su tutti i bandi emessi dagli Enti Locali per selezionare gli operatori che forniscono il servizio di assistenza all’autonomia e alla comunicazione e permetteranno di avere personale adeguatamente formato tale da garantire la continuità dell’intervento, come previsto dalle Linee Guida, intensivo nella prima infanzia e poi, quando efficace, non più intensivo per il resto della vita.
3. Inserire nel cosiddetto “Decreto Tariffe” le definizioni delle figure degli operatori necessari e le relative tariffe.
4. Sensibilizzare i Dirigenti Scolastici a favorire l’ingresso di operatori esterni specializzati (di fiducia delle famiglie), in attesa che venga formato adeguato personale pubblico dipendente.
5. Verificare che gli operatori degli Sportelli Autismo/Scuole Polo/CTS (Centri Territoriali di Supporto), dedicati all’autismo e ad altre disabilità con esigenze analoghe siano formati correttamente anche nelle strategie basate sull’Analisi Comportamentale Applicata (ABA) raccomandate dalle Linea Guida sulla diagnosi e il trattamento del disturbo dello spettro autistico in bambini e adolescenti. Soddisfare il bisogno formativo avrebbe del resto un impatto economico molto limitato, dato che un corso di “tecnico comportamentale” (RBT), che consiste in almeno 40 ore di teoria e altrettante di pratica supervisionata, viene offerto da enti di formazione secondo regole internazionali per 400-500 euro/insegnante, con la possibilità di dimezzare la spesa pro capite in caso di erogazione in FAD su larga scala.
6. Pianificare l’inserimento prioritario di almeno un insegnante tutor qualificato in Analisi Comportamentale Applicata (ABA) in ognuna delle 4.890 (dato rilevato da Focus “Principali dati della scuola – Avvio anno scolastico 2024/2025) istituzioni scolastiche statali del I ciclo al fine di fornire supporto a tutto il team educativo. Tale soluzione, basata sul modello Hub & Spoke, con gli Hub rappresentati dalle Scuole Polo, permetterebbe di iniziare a gestire l’enorme aumento dei nuovi alunni certificati che si verifica principalmente nelle scuole dell’infanzia e nelle primarie. Questa modalità potrebbe essere assimilata a quanto implementato nello Stato del South Australia (se ne legga a questo link), dove è stato formato un nucleo iniziale di 417 “insegnanti di sostegno per l’autismo” operativi dal primo trimestre 2023 (su una popolazione di 1,77 milioni di abitanti di cui 18.000 insegnanti del I ciclo).

«A nostro parere questi sono i primi interventi da attuare in maniera prioritaria in attesa di definire un piano organico di formazione permanente e di istituire corsi universitari per la formazione iniziale di laureati triennali, magistrali e master sull’Analisi del Comportamento applicata all’autismo», concludono i due Enti firmatari della lettera. (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni: apri.associazione.cimadori@gmail.com; segreteria@iacabai.com.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H – Centro “Gabriele Giuntinelli” di Peccioli (Pisa) e viene qui riprodotto – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
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