Uscito recentemente nelle sale italiane, il film “Il bambino di cristallo” porta sullo schermo la storia di Austin LeRette, un ragazzo alle prese con una duplice sfida, ossia una forma rara di autismo e l’osteogenesi imperfetta, malattia genetica che rende le ossa così fragili da spezzarsi con un semplice movimento. Il titolo del film prende ispirazione proprio da questa fragilità fisica, che però si contrappone alla sorprendente forza interiore del protagonista

Il bambino di cristallo, nei cinema italiani dal 27 marzo scorso, porta sullo schermo la storia toccante di Austin LeRette, un ragazzo straordinario alle prese con una duplice sfida: una forma rara di autismo e l’osteogenesi imperfetta, malattia genetica che rende le ossa così fragili da spezzarsi con un semplice movimento. Il titolo del film prende ispirazione proprio da questa fragilità fisica, che però si contrappone alla sorprendente forza interiore del protagonista.
Il film si basa sul libro autobiografico The Unbreakable Boy: A Father’s Fear, a Son’s Courage, and a Story of Unconditional Love, scritto dal padre di Austin, Scott Michael LeRette, con la collaborazione di Susy Flory. Ed è proprio il punto di vista paterno a guidare il racconto cinematografico, affidato all’attore Zachary Levi, noto per la sua capacità di portare in scena personaggi sfaccettati.
Scott è tutt’altro che un padre perfetto, è un uomo segnato da errori, dipendenze e scelte sbagliate. Ma l’arrivo di Austin nella sua vita lo mette davanti a uno specchio. La fragilità del figlio diventa il motore della sua trasformazione, spingendolo a rimettersi in gioco, a maturare, a diventare una guida reale. Questo processo di cambiamento personale dà al film un’anima profonda, che va oltre la classica narrazione edificante.
Ad interpretare Austin è il giovane Jacob Laval, un talento sorprendente, che con la sua spontaneità e il sorriso contagioso, costruisce un personaggio autentico, capace di affrontare il mondo con un’energia positiva che conquista chi guarda.
Completano il cast Amy Acker nel ruolo della madre, intensa e dolce, e Meghann Fahy, in un’apparizione breve ma significativa.
La regia è firmata da Jon Gunn, che sceglie uno stile diretto e coinvolgente.
Visivamente il film richiama l’immediatezza del linguaggio televisivo e utilizza trovate creative — come scritte in sovrimpressione e piccole animazioni — per dare voce ai pensieri di Austin. Una scelta che ricorda Wonder per il tono delicato e rispettoso verso la disabilità, e Diario di una schiappa per il tocco visivo fresco e giovane.
Distribuito inizialmente negli Stati Uniti nel 2022, Il bambino di cristallo ha faticato a trovare spazio nelle sale a causa della pandemia e dei ritardi nelle produzioni indipendenti. Ma prima di approdare in Italia, ha già conquistato il cuore di molti, in particolare insegnanti, famiglie e studenti, per la capacità di raccontare con sensibilità e autenticità la vita di chi, pur tra mille ostacoli, riesce a non spezzarsi mai davvero.
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