Oltre 2.000 persone con disabilità al Forum della Società Civile di Berlino

di Giampiero Griffo*
Più di 2.000 persone con disabilità, esponenti di oltre 300 organizzazioni provenienti da un centinaio di Paesi del mondo, hanno partecipato al Forum delle Organizzazioni della Società Civile di Berlino, evento organizzato per la prima volta nell’àmbito del Global Disability Summit, in programmma per domani e dopodomani, 2 e 3 aprile. A raccontare com’è andata è il nostro “inviato speciale” nella capitale tedesca Giampiero Griffo
Nawaf Kabbara
Il libanese Nawaf Kabbara, presidente dell’IDA (International Disability Alliance)

Eravamo in più di 2.000 persone con disabilità al Forum delle Organizzazioni della Società Civile (Civil Society Forum) di Berlino. È stata la prima volta che il Global Disability Summit, in programma per domani e dopodomani, 2 e 3 aprile nella capitale tedesca [se ne legga già anche sulle nostre pagine a questo e a questo link, N.d.R.], ha organizzato un evento simile, con la partecipazione di più di 300 organizzazioni rappresentative di oltre 100 Paesi del mondo.

La cerimonia di apertura del Forum è stata ospitata dalla vecchia stazione centrale di Berlino nella cui sala principale vi erano gli stand ospitanti organizzazioni profit e non profit impegnate per i diritti delle persone con disabilità, ma con visioni innovative sulle nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, le varie forme dell’innovazione nel campo dell’accessibilità e fruibilità, della partecipazione e inclusione, insieme a stand sui temi tradizionali, dall’educazione inclusiva ai diritti delle donne e dei bambini ecc. Una fiera coloratissima e allegra, piena di idee e di proposte.

Tornando ai contenuti della cerimonia di apertura, essa ha visto gli organizzatori illustrare gli obiettivi del Global Disability Summit. Ad intervenire è stato innanzitutto Hans-Peter Baur, direttore dell’Agenzia di Cooperazione tedesca, che ha sottolineato come l’inclusione sia un diritto umano, a maggior ragione, quindi, per le persone con disabilità, esprimendo una velata ma chiara presa di posizione contro le politiche del presidente degli Stati Uniti Trump, che ha bloccato tutti i programmi basati sulla valorizzazione delle diversità e i processi di inclusione, cancellando l’agenzia degli Stati Uniti USAID, tra i più grandi donatori al mondo per i Oasi in cerca di sviluppo. E questo ha colpito molte strategie politiche e organizzazioni della società civile.

È intervenuto quindi Nawaf Kabbara, presidente dell’IDA (International Disability Alliance), che ha sottolineato il ruolo fondamentale delle organizzazioni delle persone con disabilità in tutte le decisioni che le riguardano. «L’IDA – ha dichiarato – continuerà a operare in tutte le sedi appropriate per far sentire la voce del miliardo e 300 milioni di persone con disabilità spesso escluse e senza la necessaria attenzione da parte dei governi».

Un altro organizzatore del Summit è stato il governo della Giordania, rappresentato da Muhannad Alazzeh, segretario generale e alto consigliere per i diritti delle persone con disabilità nel proprio Paese, il quale ha evidenziato come «il processo di crescita della rappresentanza delle organizzazioni di persone con disabilità si sia sviluppato negli ultimi anni, come dimostra anche questo Forum. Interloquire con gli organismi internazionali, con le organizzazioni che si occupano dei diritti umani, con i governi è un processo lungo ma continuo».

È intervenuta infine Mary Keogh, presidente dell’IDDC (International Disability and Development Consortium), organismo che raccoglie le organizzazioni non governative impegnate sulla disabilità nell’àmbito della cooperazione internazionale.
Nel proprio discorso Keogh ha sottolineato che sempre più le organizzazioni di persone con disabilità lavorano nel campo dei progetti di sviluppo, dove però è ancora insufficiente la capacità di fare il mainstreaming della disabilità in tutti i progetti [inserire cioè i temi riguardanti la disabilità in ogni settore e azione , N.d.R.]. «La sfida della cooperazione internazionale – ha ricordato – è riconoscere i diritti umani delle persone con disabilità e applicarli in tutti gli àmbiti dei diritti».

Si sono quindi succedute varie sessioni sull’inclusione delle persone con disabilità negli interventi di emergenza e negli aiuti umanitari, sulla protezione dei minori con disabilità, sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità, sulla capacità di fare raccolta fondi per i progetti e le attività delle organizzazioni di persone con disabilità.

*Presidente della RIDS (Rete Italiana disabilità e Sviluppo).

Ricordiamo che tutte le informazioni sul Global Disability Summit di Berlino sono disponibili nel sito dedicato all’evento (a questo link), dove è garantito anche lo streaming degli eventi in diretta (in tedesco, inglese e arabo).
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