Quando l’acqua diventa terapia, relazione e speranza

di Maria Rosaria Ricci
La Terapia Multisistemica in Acqua (TMA) – Metodo Caputo-Ippolito è molto più di una semplice attività in piscina, è un approccio terapeutico all’avanguardia che utilizza l’acqua come strumento per stimolare, coinvolgere e accompagnare bambini con disturbi dello spettro autistico, difficoltà relazionali e disturbi del neurosviluppo. Ne abbiamo parlato con Autilia De Simone, mamma di un bimbo che ne trae vari benefìci

Bimbo in acqua, TMALa Terapia Multisistemica in Acqua (TMA) – Metodo Caputo-Ippolito è molto più di una semplice attività in piscina, è un approccio terapeutico all’avanguardia che utilizza l’acqua come strumento per stimolare, coinvolgere e accompagnare bambini con disturbi dello spettro autistico, difficoltà relazionali e disturbi del neurosviluppo verso nuovi traguardi di autonomia, relazione e integrazione. Attraverso il contatto con l’acqua, i bambini vengono guidati in un percorso che agisce su più livelli: motorio, sensoriale, emotivo e sociale. La TMA non punta soltanto a migliorare le abilità natatorie, ma si inserisce in un progetto globale di inclusione e benessere, volto a favorire lo sviluppo personale e relazionale dei piccoli partecipanti.
La metodologia nasce dall’esperienza ultraventennale dei dottori Giovanni Caputo e Giovanni Ippolito, psicologi con una lunga storia di lavoro al fianco di bambini con autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo. Un’esperienza che ha trovato anche una forma narrativa nella favola Calimero e l’amico speciale, scritta da Ippolito con Maria Michela Gambatesa e Maria Lucia Sanità Ippolito, con l’intento di promuovere l’inclusione scolastica dei bambini autistici.

La TMA si basa su un rapporto umano e personalizzato, con risultati concreti come il miglioramento dell’attenzione e del contatto visivo, lo sviluppo della comunicazione verbale e non verbale, una maggiore autonomia e autostima, un aumento della socializzazione con i coetanei.
Per favorire l’accesso di un numero sempre maggiore di bambini a questa terapia, il Metodo Caputo-Ippolito ha promosso, in occasione della Pasqua 2025, una raccolta fondi attraverso la vendita di uova e colombe solidali (per informazioni e prenotazioni, fare riferimento a info@terapiamultisistemica.it). Il ricavato contribuirà a sostenere i percorsi terapeutici di tanti bambini e le loro famiglie.
Ma non finisce qui: il 5 e 6 aprile, come riferito nei giorni scorsi anche su queste pagine, è in programma la grande manifestazione nazionale Abbracciata Collettiva 2025, che coinvolgerà nove città italiane (Treviso, Milano, Firenze, Roma, Pescara, Napoli, Foggia, Lecce e Siracusa), unite simbolicamente da un messaggio di inclusione e sensibilizzazione.

Tra le tante famiglie che hanno scelto di intraprendere il percorso della TMA c’è quella di Autilia De Simone, presidente e fondatrice dell’Associazione Le Finestre del Cuore di Terzigno (Napoli) e mamma di Gabriele, uno dei bambini che segue la terapia. Autilia ha deciso di sostenere attivamente sia la vendita solidale che l’Abbracciata Collettiva, diventando un punto di riferimento per tante altre famiglie. A tal proposito, per offrire ai Lettori e alle Lettrici di Superando una testimonianza diretta e dare maggiore chiarezza sul valore di questo percorso, abbiamo intervistato proprio Autilia De Simone.

Benvenuta Autilia, è un piacere averla qui con noi. Entriamo subito nel cuore di questa intervista. Come e perché nasce l’Associazione Le Finestre del Cuore?
«Si tratta di un “regalo” che ho voluto fare a Gabriele nel giorno del suo compleanno. È per lui, per i bambini come lui e per tutte le famiglie che hanno dovuto fare i conti con una diagnosi di disturbo del neurosviluppo. Nasce con l’idea di fare aprire le finestre del cuore delle persone, per guardare il mondo con occhi diversi, eliminando l’ignoranza, il pregiudizio, la frenesia, la superficialità e la menzogna».

Qual è il legame tra la nascita di suo figlio Gabriele e la nascita dell’Associazione?
«Come dicevo, l’Associazione è nata proprio il 18 maggio 2024, giorno in cui Gabriele ha compiuto due anni. Quando Gabriele è nato, ha aperto piano piano le finestre del nostro cuore fino a farle spalancare tutte e fino a farci vedere tutta la bellezza del mondo con i nostri veri occhi, quelli del cuore».

Come ha scoperto la Terapia Multisistemica in Acqua (TMA) – Metodo Caputo-Ippolito?
«Tramite una mia amica, diventata socia fondatrice della mia Associazione, anche lei mamma di una bambina con trisomia 21 [sindrome di Down], che mi ha parlato degli enormi benefìci riscontrati in sua figlia con questa terapia».

Cosa rappresenta per lei e per Gabriele questo percorso terapeutico? Quali sono i principali benefìci che ha riscontrato in suo figlio grazie alla TMA e in quanto tempo?
«Gabriele fa TMA da circa 6 mesi e sin da subito si è mostrato super portato a stare in acqua, credo sia il suo elemento! È infatti una cosa che gli viene molto naturale stare in acqua e muoversi, senza avere paura, andando anche sott’acqua. Con questa terapia speriamo che la sua lassità muscolare diminuisca, rendendolo più fluido nei movimenti e chissà, magari inizierà anche a camminare da solo… Ce lo auguriamo! Intanto si diverte, imita, impara ad autoregolarsi, a gestire la frustrazione e l’oppositività, impara le autonomie di base e a relazionarsi con gli altri».

Ha scelto di sostenere in prima persona l’iniziativa della vendita solidale di uova e colombe pasquali promossa dal Metodo Caputo-Ippolito. Perché è importante, secondo lei, sostenere questa raccolta fondi?
«Perché noi famiglie di bambini con disabilità purtroppo dobbiamo pagarle tutte queste terapie e le spese da sostenere per un’ora alla settimana di TMA sono davvero elevate. Con un piccolo gesto è possibile dare un grande e prezioso contributo utile per favorire lo sviluppo psicomotorio di questi bambini».

Cosa si sente di dire alle famiglie che stanno affrontando un percorso simile al suo?
«Non mollate mai, anche se è scontato dirlo, mettete sempre i vostri figli prima di tutto, non sottovalutateli mai e credete al massimo nelle loro capacità e potenzialità, date loro tutti gli strumenti necessari per la loro crescita e se qualcuno dovesse negarglieli cacciate le unghie e lottate per loro. Sempre e comunque».

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