Il “Premio Inclusione 3.0” dell’Università di Macerata accende i riflettori sull’inclusione che funziona

Un premio internazionale, riconoscimenti nel settore scolastico, nel campo della cultura, della musica e delle arti performative, in àmbito di inclusione lavorativa e vita indipendente, fino ad alcuni premi speciali: vediamo come si è conclusa l’ottava edizione del “Premio Inclusione 3.0”, l’ormai tradizionale iniziativa promossa dall’Università di Macerata, che dà visibilità all’inclusione che funziona
Macerata, 5 aprile 2025, ottavo "Premio Inclusione 3.0"
Foto di gruppo per la cerimonia conclusiva a Macerata del “Premio Inclusione 3.0”

«In un momento in cui si parla di muri, dazi, divisioni, la nostra Settimana dell’Inclusione, al contrario, mette al centro la comunità. Ritroviamo a Macerata tanti amici e colleghi che lavorano in questo campo nel sociale, nella ricerca, nella didattica. Sono progetti meravigliosi, modelli da seguire, uno stimolo per tutti noi. Sarebbero inutili gli eventi pubblici se non ci fosse poi l’implementazione nella nostra quotidianità. Dobbiamo cercare di essere inclusivi nel nostro modo di porci, di pensare l’Università»: lo ha dichiarato John Mc Court, rettore dell’Università di Macerata, nel corso della cerimonia conclusiva del Premio Inclusione 3.0, ottava edizione di un’iniziativa divenuta ormai tradizionale, promossa dall’Ateneo marchigiano.
Vediamo dunque a chi sono andati quest’anno i riconoscimenti.

Il Premio Internazionale è stato assegnato al Centro per le disabilità della Kansas University, ritenuta «un’eccellenza a livello mondiale, per l’impegno globale su ricerca, formazione e inclusione».
Per quanto poi riguarda il settore scolastico, numerosi progetti si sono distinti, coniugando didattica, impresa e creatività. Si tratta di Il serpe da inzuppo dell’IPSEOA Varnelli di Cingoli (Macerata), percorso formativo inclusivo attorno a un biscotto brevettato; La parola nascosta del Liceo Artistico Cantalamessa di Macerata, gioielli ispirati al Braille; Esplorare per comunicare dell’Istituto Comprensivo Piazza Filattiera 84 di Roma, riguardante la comunicazione multimodale per disabilità complesse; Veder oltre dell’Istituto Comprensivo di Simaxis Villaurbana in Sardegna, spazio multisensoriale per l’infanzia; Aiutami a ricordare dell’Istituto Orioli di Viterbo con l’asilo nido Cuccioli, in àmbito di continuità educativa scuola-lavoro; Inclusivamente sicuri dell’Istituto Alberghiero Martini di Montecatini Terme (Pistoia), basato sulla formazione alla sicurezza accessibile attraverso la Lingua dei Segni e la CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa).

Nel campo della musica e delle arti performative si sono distinti esattamente tre progetti, vale a dire Orchestra per la pace e l’inclusione dell’Associazione Algos di Catania, iniziativa di musica collettiva interculturale; Gli amici di Damiano della Cooperativa Sirio di Campobasso, in favore di concerti senza barriere; Teatrinsieme della Fondazione Franco Moschini al Politeama di Tolentino (Macerata), centrato sul teatro accessibile e multimediale.

Anche l’inclusione culturale è stata al centro di iniziative innovative, quali Fuori dal centro dell’Università di Perugia con la ONLUS Atlas (percorsi universitari personalizzati); Il CoccoMiao della Cooperativa PromoCultura (libri illustrati con Comunicazione Aumentativa Alternativa); Museo per tutti dell’Associazione L’abilità di Milano (46 musei accessibili per persone con disabilità intellettive).

Per quanto poi concerne l’inclusione lavorativa e la vita indipendente, il Premio Inclusione 3.0 ha voluto dare visibilità a progetti capaci di costruire reti solidali e opportunità concrete, quali Per non lavarsene le mani dell’Associazione La Tana del Bianconiglio di Torino (tirocini per giovani adulti); Tuttincluso a Macerata, bar dove lavorano giovani con disabilità; App Vite vere della Cooperativa Vite Vere Down DADI di Padova (supporto per l’autonomia, segnalato da Google a prestarsi a Las Vegas; Tempo libero senza barriere della Cooperativa L’Integrazione di Lecce (turismo accessibile).

E infine, una serie di premi speciali con i quali riconoscere l’originalità di esperienze capaci di ridefinire l’accessibilità attraverso la tecnologia e la co-progettazione, ovvero: kandINskij, ideato da dottorandi dell’Università di Macerata (arte tattile in realtà aumentata); Plurilinguismo nella scuola dell’infanzia, iniziativa all’insegna della convivenza linguistica e culturale, realizzata in collaborazione con la Scuola dell’Infanzia Ricci di Macerata e con la supervisione dell’Università di Macerata; Incluseum di PlayMarche e Università di Macerata (museo accessibile co-progettato da persone con disabilità); Il mercato intergenerazionale di Civitas Benefit San Terenzio e Associazione Nonno Mino di Vallefoglia (Pesaro-Urbino), per la memoria e l’inclusione tra generazioni. (S.B.)

A questo link è disponibile un testo di ulteriore approfondimento. Per altre informazioni: ufficiostampa@unimc.it.
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