Perché Luca Pancalli è la persona giusta al momento giusto

di Vincenzo Falabella*
«Sosteniamo la candidatura del presidente del Comitato Italiano Paralimpico di Luca Pancalli alla Presidenza del CONI – scrive Vincenzo Falabella, presidente della FISH e consigliere del CNEL – per restituire allo sport italiano la sua più alta vocazione: quella di essere motore di crescita culturale, sociale ed economica, nel segno dell’inclusione e della giustizia. Infatti, la credibilità, la visione strategica e l’impegno civile di Pancalli sono risorse preziose, non solo per il mondo dello sport, ma per l’intero Paese»
Falabella e Pancalli
Da sinistra: Vincenzo Falabella, presidente della FISH e consigliere del CNEL e Luca Pancalli, presidente del CIP

In un momento storico in cui lo sport si trova di fronte a sfide epocali, sia in termini organizzativi che di significato sociale, esprimiamo, con convinzione e senso di responsabilità, il nostro pieno sostegno alla candidatura di Luca Pancalli alla guida del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), ritenendo che egli rappresenti la figura più autorevole, preparata e visionaria per guidare il sistema sportivo italiano verso una nuova stagione, fondata su princìpi di inclusione, equità e innovazione.

La biografia personale e professionale di Luca Pancalli è, di per sé, un manifesto di competenza e resilienza. Campione paralimpico, dirigente sportivo di alto profilo, uomo delle Istituzioni, Pancalli ha attraversato e modellato il mondo dello sport portandovi un cambiamento reale e duraturo. La sua è una leadership fondata su fatti, non su parole: sotto la sua Presidenza, infatti, il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) ha conosciuto una crescita senza precedenti, sia sul piano sportivo che su quello istituzionale, diventando una realtà autonoma e riconosciuta dalla legge, e soprattutto un modello virtuoso di gestione, visione strategica e impatto sociale.
La Legge 124/15 sul riordino della Pubblica Amministrazione e il successivo Decreto Legislativo 43/17 hanno sancito il riconoscimento del CIP come ente pubblico autonomo, con le stesse finalità del CONI, ma con un focus specifico sull’attività sportiva per le persone con disabilità. Questo risultato, che ha segnato una svolta nella storia dello sport italiano, porta inequivocabilmente la firma di Luca Pancalli.

Più in generale va sottolineato come l’articolo 30 (Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/09, afferma con chiarezza che le persone con disabilità devono poter partecipare, su base di uguaglianza con gli altri, alle attività ricreative, sportive e culturali. Tale principio è spesso enunciato, ma raramente tradotto in azione concreta. Pancalli ha dimostrato, con il suo lavoro, che è possibile trasformare questi diritti in pratiche accessibili, in strutture realmente inclusive, in programmi di promozione sportiva che abbracciano l’intero territorio nazionale, coinvolgendo scuole, associazioni, enti locali e famiglie. Ha messo lo sport al servizio delle persone, e non il contrario. Ha restituito dignità a un’idea di sport che non è solo competizione, ma anche cura, relazione, educazione e cittadinanza attiva.

In un tempo segnato da disuguaglianze crescenti, crisi sociali e nuove fragilità, lo sport deve dunque ripensarsi come strumento di coesione, dialogo e partecipazione. Pancalli ha sempre sostenuto – con coraggio e coerenza – una visione dello sport come bene comune, capace di attraversare le barriere, di rigenerare legami sociali, di promuovere un modello di sviluppo umano e sostenibile. Infatti, non si tratta soltanto di estendere l’accesso allo sport alle persone con disabilità, ma si tratta di cambiare il paradigma: mettere cioè al centro la persona, con la sua unicità, e riformulare le politiche sportive in modo realmente universale. Pancalli ha già dimostrato di saperlo fare e il suo operato ha avuto ricadute concrete: ha formato generazioni di dirigenti, dialogato con il mondo della scuola, coinvolto la sanità, lavorato con i territori. Tutto questo senza mai perdere di vista la visione generale, quella che guarda al sistema sportivo italiano come a un grande motore di trasformazione sociale.
La candidatura di Luca Pancalli alla Presidenza del CONI è pertanto anche una candidatura che unisce mondi spesso frammentati: sport olimpico e paralimpico, scuola e territorio, istituzioni e terzo settore, diritti civili e performance atletica. Il suo profilo è garanzia di equilibrio, capacità di mediazione, autorevolezza nazionale e internazionale. Il suo stile di leadership è basato sull’ascolto, sulla concretezza, sulla competenza.
Come affermava Pierre de Coubertin, fondatore dei Giochi Olimpici Moderni, «lo sport non costruisce il carattere. Lo rivela» e Pancalli, attraverso il suo percorso umano e professionale, ha rivelato con coerenza un carattere fatto di determinazione, etica e servizio al bene comune.

Alla luce quindi di tutto quanto detto, rivolgiamo un appello forte e chiaro al mondo politico-sportivo italiano, alle istituzioni e ai soggetti che hanno la responsabilità della scelta per il futuro del CONI: è il momento di fare una scelta coraggiosa e lungimirante.
Sostenere la candidatura di Luca Pancalli significa restituire allo sport italiano la sua più alta vocazione: quella di essere motore di crescita culturale, sociale ed economica, nel segno dell’inclusione e della giustizia.
È il momento di superare ogni barriera, reale o simbolica, e affidare la guida del sistema sportivo a chi ha dimostrato di sapere costruire ponti e abbattere muri. La credibilità, la visione strategica e l’impegno civile di Luca Pancalli sono oggi risorse preziose, non solo per il mondo dello sport, ma per l’intero Paese.
Per questo, la Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie sostiene con determinazione questa candidatura, con l’auspicio che il CONI possa aprire una nuova fase della sua storia, sotto la guida di una figura che ha fatto della promozione dei diritti e dell’inclusione la propria missione quotidiana.

*Presidente della FISH (già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, oggi Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro).

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