«Non è la famiglia a scegliere il docente, ma può solo esprimere una richiesta, che verrà valutata dal Dirigente Scolastico insieme al Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione, nel rispetto delle regole e della collegialità»: lo afferma la Federazione FISH, a proposito della decisione delle organizzazioni sindacali Flc Cgil e Gilda Unams di impugnare presso il TAR del Lazio il recente Decreto Ministeriale n. 32 del febbraio scorso
«La conferma del docente specializzato sul medesimo posto rappresenta un passo concreto verso il rispetto del principio della continuità didattica, elemento fondamentale nel percorso educativo e relazionale degli alunni e delle alunne con disabilità. Parlare di “lesione del diritto all’accesso al lavoro pubblico” o di “libertà d’insegnamento subordinata alla famiglia” significa distorcere il senso e i limiti del provvedimento»: così la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) commenta in una nota la decisione delle organizzazioni sindacali Flc Cgil e Gilda Unams di impugnare presso il TAR del Lazio il Decreto Ministeriale n. 32 del 26 febbraio scorso (Misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026, a norma dell’articolo 8, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2024, n. 106), che ha introdotto la possibilità di confermare il docente di sostegno sul medesimo alunno con disabilità, su richiesta della famiglia e con il parere positivo del Dirigente Scolastico, sentito il Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione.
«Il docente di sostegno – si legge ancora nella nota della FISH – non è un supplente a rotazione: è un professionista che supporta il progetto di inclusione della classe e dell’alunno, in un lavoro costruito nel tempo con la scuola e la famiglia. Non è la famiglia a scegliere il docente, ma può solo esprimere una richiesta, che verrà valutata dal Dirigente Scolastico insieme al Gruppo di Lavoro docente, nel rispetto delle regole e della collegialità. Inoltre, la nostra Federazione è da sempre favorevole alla stabilizzazione dei docenti di sostegno e al superamento dell’abuso dei posti in deroga, ma riteniamo scorretto contrapporre la continuità educativa alla lotta al precariato. I due obiettivi, infatti, possono e devono coesistere. La continuità per gli alunni con disabilità non è un ostacolo, ma una richiesta urgente che viene dalle famiglie, dalle scuole e da tutte le organizzazioni che si occupano di inclusione».
«Parlare di lesione del diritto all’accesso al lavoro pubblico – afferma Vincenzo Falabella, presidente della FISH e consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) – significa, in questo caso, ignorare che il sistema scolastico esiste innanzitutto per rispondere ai bisogni educativi degli studenti, non per garantire meccanismi astratti di rotazione del personale, alla stregua di un ammortizzatore sociale».
«Piuttosto che impugnare una norma che mette al centro l’alunno – aggiunge – auspichiamo che tutte le forze in campo, sindacati compresi, si uniscano nella battaglia che davvero serve alla scuola italiana, vale a dire la trasformazione dei posti in deroga in organico di diritto e la piena attuazione del progetto di inclusione personalizzato. Dal canto nostro, siamo pronti a sostenere ogni misura che metta al centro la persona con disabilità, la sua crescita, la sua autonomia e il suo diritto a un progetto educativo continuo e coerente». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: uufficiostampa@fishonlus.it.
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