La Dichiarazione di Berlino sull’inclusione globale della disabilità

Che almeno il 15% dei programmi di sviluppo internazionale abbia come obiettivo l’inclusione delle persone con disabilità, le quali rappresentano appunto il 15% circa della popolazione mondiale: è una delle novità più importanti contenute nel documento conclusivo “Dichiarazione sull’inclusione globale della disabilità”, prodotto a Berlino, in occasione del recente Global Disability Summit
Uno dei tanti panel del recente Global Disability Summmit di Berlino
Uno dei tanti incontri svoltisi durante il recente Global Disability Summit di Berlino

Durante il recente terzo Global Disability Summit di Berlino, di cui il nostro “inviato speciale” Giampiero Griffo ha raccontato giorno dopo giorno le varie fasi (si vedano in calce i link ai vari contributi), è stato adottato il documento conclusivo Dichiarazione sull’inclusione globale della disabilità (disponibile in italiano a questo link), che secondo l’Associazione sammarinese Attiva-Mente, sempre molto attenta a questi appuntamenti internazionali sulla disabilità e consapevole della grande importanza di essi, «segna un vero cambio di passo, poiché non contiene solo princìpi ideali, ma obiettivi misurabili e condivisi per garantire che nessuno venga lasciato indietro nei processi di sviluppo e nelle emergenze umanitarie».

Tra le novità più importanti del documento, dunque, spicca l’obiettivo 15 percent for the 15 percent, ovvero che almeno il 15% dei programmi di sviluppo internazionale debba avere come obiettivo l’inclusione delle persone con disabilità, che rappresentano appunto il 15% circa della popolazione mondiale. «Si tratta – viene sottolineato da Attiva-Mente – del primo target numerico globale sull’inclusione della disabilità. Tutti i programmi, inoltre, dovranno essere accessibili e inclusivi, evitando di creare o mantenere barriere: è questo il senso del principio del Do no Harm, che significa non limitarsi a non escludere, ma agire per non arrecare danni né perpetuare disuguaglianze».

L’iniziativa ha già raccolto oltre 90 adesioni tra governi e organizzazioni multilaterali, e il processo resta aperto. L’evento stesso svoltosi in Germania ha registrato di per sé una partecipazione realmente eccezionale, con oltre 4.500 persone provenienti da quasi 100 Paesi, tra cui persone con disabilità, rappresentanti istituzionali, esponenti di organizzazioni non governative, agenzie internazionali e attori dello sviluppo. E dal canto loro, le organizzazioni di persone con disabilità hanno avuto un ruolo centrale anche nella redazione del documento finale.

Il prossimo appuntamento con il Global Disability Summmit sarà fra tre anni, vale a dire nel 2028 in Qatar. «Si riuscirà – si chiedono da Attiva-Mente e noi insieme all’Associazione sammarinese – a raggiungere per allora l’obiettivo del “15 percent for the 15 percent”? La direzione è tracciata. Sta a noi percorrerla!». (S.B.)

Sulle nostre pagine abbiamo pubblicato i seguenti contributi di Giampiero Griffo da Berlino: Oltre 2.000 persone con disabilità al Forum della Società Civile di Berlino (a questo link), L’inclusione è un investimento per tutti e i diritti delle persone con disabilità non sono negoziabili! (a questo link) e Un primo bilancio del Summit Globale sulla Disabilità di Berlino (a questo link).
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