«Dopo avergli parlato per due minuti per presentarmi – scrive Claudio Imprudente, raccontando uno dei suoi incontri con Papa Francesco -. spiegando cos’è la “tavoletta” con cui comunico, si è fermato per abbracciarmi e in quegli istanti si è creato un vero gioco di sguardi, dove i nostri due ruoli, io persona con disabilità e lui Pontefice, si sono annullati. Non era più una “bella azione” nei miei confronti, ma una vera relazione alla pari»

Il lunedì dell’Angelo, alla mattina, mi è arrivato un messaggio da un amico che diceva questo: «Buon giorno. Buona pasqua. Siamo all’ospedale. La mamma sta molto male. Spero di chiamarvi fra poco. È morto papa Francesco ora. Ciao cari».
Quando l’ho letto mi sono soffermato soprattutto sulla prima parte, sul fatto che la mamma del mio amico stava male, poi ho riletto bene tutto il messaggio e ho pensato “dai, è una solita battuta del mio amico”.
Subito ho acceso la TV, e non ci potevo credere: Papa Francesco era davvero andato dal Padre.
In un secondo mi sono sentito svuotato, una sensazione di vuoto, ma vuoto da chi? Da una persona che era un riferimento a livello mondiale, da una voce che era fuori dagli schemi.
E subito la mia mente mi ha ricordato che ho avuto la fortuna e l’onore di incontrare di persona almeno due volte il Santo Padre viso a viso, anzi da sguardo a sguardo.
Mi sono ricordato di una foto che mi fecero alla Sala Nervi, dove in occasione dei Movimenti Popolari, il 5 novembre 2016, ho potuto regalare al Papa i miei libri, ma la cosa che mi ha colpito, riguardando la foto, è la densità dei gesti.
Dopo avergli parlato per due minuti per presentarmi e spiegare cos’è la “tavoletta” con cui comunico, lui si è fermato per abbracciarmi e in quegli istanti si è creato un vero gioco di sguardi, dove i nostri due ruoli, io persona con disabilità e lui Pontefice, si sono annullati.

Non era più una “bella azione” che lui faceva nei miei confronti, ma era una vera relazione alla pari. Francesco in quel momento è stato un Papa rivoluzionario, perché la Chiesa fa delle azioni di bontà nei confronti della disabilità un suo principio, ma in quegli istanti si era creata una relazione che andava oltre le buone azioni, i precetti e la dottrina sociale della Chiesa.
La relazione era il punto focale e in quel momento ho avuto una esperienza che definirei “di resurrezione”. In fondo cos’è resuscitare, soprattutto per una persona con disabilità, se non una relazione alla pari che elimina le categorie che discriminano le persone? Di questo sono grato a Papa Francesco.
E voi avete creato delle situazioni di “resurrezione”?
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
*Il presente contributo è già apparso nel sito del CDH-Cooperativa Accaparlante di Bologna, con il titolo “Un gioco di sguardi e i nostri ruoli si sono annullati” e viene qui proposto, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
Pensiero Imprudente
Dalla fine del 2022 Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa suo spazio fisso che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale sta impreziosendo le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.
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