Che sia un pontificato di pace, dialogo e diritti umani

di Vincenzo Falabella*
«Il pontificato di Leone XIV – scrive tra l’altro Vincenzo Falabella – potrebbe segnare un momento di svolta: si auspica infatti che il Vaticano possa finalmente avviare un processo formale di recepimento della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Sarebbe un gesto di grande valore non solo simbolico, ma operativo, capace di orientare l’intera comunità ecclesiale verso una maggiore attenzione ai temi dell’inclusione, della partecipazione e dell’equità

Papa Leone XIV, 8 maggio 2025Con l’elezione di Leone XIV, la Chiesa Cattolica si apre a una nuova fase del proprio cammino, orientata verso una visione profetica e inclusiva del mondo contemporaneo.
In un tempo attraversato da guerre, ingiustizie sociali e profonde fratture culturali, il nuovo pontificato si presenta come un invito concreto alla riconciliazione, alla costruzione di legami di fraternità e all’impegno condiviso per la dignità di ogni persona.
Il richiamo, inoltre, al papato di Leone XIII, figura emblematica per il proprio impegno a favore della giustizia sociale, suggerisce chiaramente che questo pontificato sarà segnato da una rinnovata attenzione per la dottrina sociale della Chiesa. Leone XIII, infatti, con la sua enciclica Rerum Novarum (“Delle cose nuove”) del 1891, aveva posto le basi per un intervento della Chiesa nelle questioni sociali, evidenziando la necessità di difendere i diritti dei lavoratori e di promuovere la giustizia nelle relazioni economiche e sociali. Il nome scelto, quindi – Leone XIV appunto – non solo richiama la figura di Leone XIII e la sua visione sociale, ma intende esprimere anche un impegno diretto e deciso nel fronteggiare le problematiche globali, come la povertà, le disuguaglianze e la tutela dei diritti umani. Un atto, questo, che indica la determinazione del nuovo Papa a promuovere una visione che non sarà solo teologica, ma anche profondamente concreta, mirata a proteggere la dignità umana e a garantire il bene comune per ogni individuo.

Al centro dunque di questa visione si colloca la promozione della pace e del dialogo tra popoli, fedi e comunità, nella convinzione che solo attraverso l’ascolto reciproco e la collaborazione si possano costruire società giuste e solidali. Accanto a questi grandi temi globali, deve però anche emergere con forza anche l’attenzione per le persone con disabilità, spesso dimenticate nei processi decisionali, emarginate nei contesti civili e religiosi, e ostacolate nell’esercizio pieno dei loro diritti.
Proprio in questo àmbito, il pontificato di Leone XIV potrebbe segnare un momento di svolta: si auspica infatti che il Vaticano possa finalmente avviare un processo formale di recepimento della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Si tratterebbe di un gesto di grande valore, non solo simbolico ma operativo, capace di orientare l’intera comunità ecclesiale verso una maggiore attenzione ai temi dell’inclusione, della partecipazione e dell’equità.
Il recepimento della Convenzione ONU rappresenterebbe infatti per la Santa Sede l’opportunità di confermare il proprio impegno sui diritti umani, riconoscendo la piena cittadinanza delle persone con disabilità all’interno della Chiesa e della società. Significherebbe abbracciare con coerenza i principi evangelici di giustizia, accoglienza e rispetto della dignità umana, rendendo testimonianza di una Chiesa davvero universale, capace di prendersi cura delle fragilità non come limiti, ma come luoghi teologici da cui ripartire.

In questo processo, la partecipazione della società civile, e in particolare delle organizzazioni che da anni lavorano per l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità, sarà cruciale. La FISH (già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, oggi Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) esprime un forte auspicio affinché possa essere coinvolta attivamente in questo percorso, insieme alla propria rete associativa, tra cui il MAC (Movimento Apostolico Ciechi), che alla Federazione aderisce.
L’esperienza maturata, il radicamento sui territori e la competenza nell’àmbito dei diritti umani rappresentano una risorsa imprescindibile per accompagnare un cambiamento autentico. Il nostro coinvolgimento non solo garantirebbe un approccio rispettoso delle esperienze vissute dalle persone con disabilità, ma offrirebbe anche un’occasione per costruire alleanze concrete tra il mondo ecclesiale e quello delle Associazioni.

Un pontificato che mette al centro la pace, il dialogo e i diritti deve fondarsi sulla corresponsabilità. Ecco perché come FISH ribadiamo la nostra disponibilità a contribuire con spirito di servizio e collaborazione a questo nuovo cammino, perché nessuno venga lasciato indietro, e perché la voce delle persone con disabilità trovi ascolto e riconoscimento anche nel cuore della Chiesa.

*Presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), consigliere del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro).

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