La pubblicazione “Storie di quotidiana cura. Nulla è facile niente ma niente è impossibile” e due mostre fotografiche: sono gli strumenti prodotti a conclusione della campagna “@scATTIdicura”, ideata da Cittadinanzattiva Emilia Romagna, in collaborazione con il Coordinamento regionale delle Associazioni di Malati Cronici e Rari, per promuovere una nuova idea di caregiving attraverso la fotografia

Lanciata un anno fa [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.], la campagna @scATTIdicura ha inteso promuovere una nuova idea di caregiving attraverso la fotografia.
L’importante iniziativa è stata intrapresa nell’àmbito di La cura non è un affare di famiglia, campagna ideata da Cittadinanzattiva Emilia Romagna, in collaborazione con il CrAMC (Coordinamento Regionale delle Associazioni di Malati Cronici e Rari). In particolare, – come spiegarono, a suo tempo, dall’Organizzazione – @scATTIdicura si proponeva di rispondere ad alcune domande («Quali sono le pratiche di cura? Quali i luoghi, gli oggetti, i gesti, i dettagli della cura? Chi sono i protagonisti e le protagoniste?»), con l’intento di coinvolgere e portare all’attenzione «della Cittadinanza e delle Istituzioni il tema delle caregiver (il femminile è dovuto, perché sono in ampia maggioranza donne), ruolo non riconosciuto, né in alcun modo tutelato».
Ebbene, con le foto raccolte è stata realizzata la pubblicazione Storie di quotidiana cura. Nulla è facile niente ma niente è impossibile, e due mostre fotografiche, allestite anche con il coinvolgimento dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bologna. L’infermiere nell’arte della cura e scATTIdicura, oltre i numeri c’è vita, queste le denominazioni delle due mostre, che intendono raccontare e mettere in dialogo la cura formale e quella informale.
«Da quando nel 1826 Joseph Nicéphore Niépce realizzò la prima fotografia della storia, le foto, quelle vere, custodiscono gelosamente un segreto: la capacità di risuonare nell’animo umano con profonde emozioni. In un segreto mai svelato, le immagini si rispecchiano sulle nostre storie e identità̀ e ci rimandano a pensieri e sensazioni che rivelano il nostro sguardo nel mondo – spiegano da Cittadinanzattiva Emilia Romagna –. Le fotografie della mostra fanno parte di quelle vere e che ben conoscono quel segreto. La prima annotazione è, quindi, di sostare davanti alle foto e lasciarsi sedurre da quanto appare; lasciare che il nostro “sguardo sul mondo” si attardi in ogni foto. Con quel misto di tenerezza e pudore necessario quando ci si avventura nel territorio della cura, perché i titoli già lo rivelano».
Le mostre si propongono pertanto come «un’occasione per esplorare e partecipare attivamente a una riflessione collettiva sul tema della cura», ma anche per tenere desta l’attenzione sul fatto che in Italia, come già accennato, la figura del caregiver è sempre in attesa di essere riconosciuta e tutelata (se ne legga anche a questo link).
Inaugurate il 12 maggio scorso, le due esposizioni saranno visibili fino al 30 maggio nei seguenti locali: Quadriportico di Sant’Isaia (Via Sant’Isaia, 90, Bologna); Istituto Ortopedico Rizzoli (Via Pupilli, 1, Bologna); Ospedale Santa Maria della Scaletta (Via Montericco, 4, Imola).
Sono anche previste due visite guidate gratuite alla mostra ospitata al Quadriportico di Sant’Isaia di Bologna, il 26 maggio (ore 10.30-12), e il 28 maggio (ore 16-17.30). Per partecipare è necessario prenotare attraverso l’indirizzo scattidicura@cittadinanzattiva-er.it.
L’invito ai visitatori e alle visitatrici è dunque quello «di lasciarsi toccare dalle immagini, riflettere sui temi proposti e percorrere questo viaggio con la consapevolezza che la cura, nelle sue molteplici sfaccettature, è il fondamento su cui costruire una società̀ più̀ umana e solidale». (Simona Lancioni)
Per ulteriori informazioni: Rossana Di Renzo (responsabile del Coordinamento CrAMC), scattidicura@cittadinanzattiva-er.it.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, insieme all’immagine utilizzata, con alcune modifiche dovute al diverso contenitore, per gentile concessione.
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