A proposito di panchine inclusive: un utile approfondimento

Un prezioso contributo di chiarezza sul tema delle cosiddette “panchine inclusive” è il testo “Panchine per tutti tra inclusione e design ostile“, firmato da Valeria Tatano, architetta e docente dell’Università IUAV di Venezia, nella quale è anche delegata del Rettore per le politiche e le azioni per l’inclusione, la disabilità e la sostenibilità. Oltre a suggerirne senz’altro la lettura (si può fare liberamente nel web), ne citiamo anche un brano, per far comprendere quale sia l’impostazione sul tema trattato
Panchina e persona in carrozzina
«Il modo più comune di vivere uno spazio di sosta per le persone in sedie a rotelle è quello di affiancarsi alle panchine in modo da poter avere un facile contatto visivo e uditivo con chi sta utilizzando la panchina, senza rotazioni del busto» (V. Tatano, 2023)

Ha fatto discutere, in questi giorni, la definizione di “panchine inclusive”, adottata in un testo da noi pubblicato, insieme all’immagine a corredo di quello stesso testo.
Un prezioso contributo di chiarezza su tale tema, di cui suggeriamo senz’altro la consultazione a Lettori e Lettrici, si intitola Panchine per tutti tra inclusione e design ostile ed è a firma di Valeria Tatano, architetta e docente di Tecnologia dell’Architettura all’Università IUAV di Venezia nella quale è anche delegata del Rettore per le politiche e le azioni per l’inclusione, la disabilità e la sostenibilità.
Tale approfondimento è alle pagine 46-53 del volume miscellaneo Specie di spazi. Promuovere il benessere psico-fisico attraverso il progetto, atti dell’omonimo convegno di Firenze del 20 novembre 2023 (integralmente di libero accesso a questo link).

Per far capire l’impostazione di questo contributo sul tema delle panchine inclusive, oltre a riprenderne qui di fianco un’immagine (con la relativa didascalia), ne citiamo qui di seguito un passaggio, ovvero quello in cui si scrive che «per i parchi gioco inclusivi […] non è sufficiente la presenza di uno o più giochi definiti dalle aziende fornitrici come “accessibili ai bambini con disabilità”. Giochi e attrezzature devono essere scelti secondo princìpi di progettazione universale per garantire accessibilità, usabilità e fruizione d’uso di un’ampia platea di utenti, in modo che possano giocare insieme facilitando la sperimentazione, la socializzazione, l’incontro e la relazione tra bambini con e senza disabilità. Questo principio vale anche per le panchine che devono essere scelte e collocate in base a un progetto complessivo che valuti, tra i molti aspetti, la fruibilità delle pavimentazioni e dei percorsi, la flessibilità di impiego, e preveda anche la collocazione di elementi vegetali “per ombreggiare le zone per le attività ludiche e le aree dove sono collocate le panchine, al fine di configurare un contesto in cui la natura è inclusa tra gli elementi cardine del progetto. Confrontando queste caratteristiche con la panchina “inclusiva” emergono diverse criticità dato che la soluzione con il foro centrale non affronta la questione dei diversi ingombri delle persone e dei loro ausili, trascura ogni riferimento alle norme esistenti, e concentrandosi sul singolo oggetto, non considera il luogo in cui va posizionata e le possibili modalità di uso e accostamento degli utenti, permettendo a tutti di scegliere se spostarsi sulla panchina o meno, affinché ognuno adotti il modo più idoneo alle sue capacità e desideri [grassetti nostri nella citazione, N.d.R.]». (S.B.)

Ringraziamo per la collaborazione e la disponibilità la professoressa Valeria Tatano.

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