“Ad alta voce: storie di emozioni”: un modo nuovo di fare inclusione scolastica

«Questa esperienza coincide con un modo nuovo di fare inclusione scolastica che mi auguro si diffonda presto nelle scuole ed è anche una preziosa opportunità per esercitare la solidarietà e la pace attraverso l’atto generoso di prestare la propria voce agli altri»: lo ha detto Salvatore Nocera, a proposito del progetto di Service Learning “Libro Parlato:Ad alta voce: storie di emozioni”, realizzato dagli alunni di una scuola di Roma in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato Francesco Fratta dell’UICI

"Ad alta voce. Storie di emozioni", Roma, maggio 2025Si è tenuto nei giorni scorsi a Roma, presso l’Auditorium dell’Hotel Casa tra noi e con il patrocinio del Municipio XIII Roma Aurelio, l’evento di presentazione del progetto di Service Learning* Libro Parlato – Ad alta voce: storie di emozioni, realizzato dagli alunni della classe IB nella scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Piazza Borgoncini Duca di Roma (Plesso 2 Ottobre 1870-Fornaci).
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Centro Nazionale del Libro Parlato Francesco Fratta dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), consiste in una raccolta di sei racconti dedicati alle emozioni primarie, scritti e narrati dai ragazzi.

L’evento si è aperto con l’intervento di Arianna Quarta, assessora alle Politiche Sociali, Sanitarie e Pari Opportunità nel Municipio XIII di Roma, che ha espresso grande apprezzamento per l’iniziativa, invitando i ragazzi a vivere «con orecchie e cuore aperti, per saper accogliere sempre le diversità che incontreranno nella vita, con gentilezza, sensibilità e senso di responsabilità».
A fare gli onori di casa è stata la dirigente scolastica Anna Maria Lamberti, che ha moderato l’incontro, introducendo alternativamente le testimonianze dei ragazzi – secondo la sequenza dei sei racconti sulle emozioni primarie – e i contributi dei relatori. Lamberti ha evidenziato in particolare quanto «il Service Learning sia una straordinaria opportunità per lo sviluppo di competenze trasversali, fondamentali per lo sviluppo di cittadini consapevoli e responsabili».
Ideatrici e promotrici del progetto, le docenti Laura Bonsi e Chiara Serva hanno quindi introdotto le fasi progettuali e creative che hanno portato alla nascita del libro parlato, aprendo così la riflessione sui molteplici significati educativi dell’esperienza di Service Learning.
Dal canto suo, Vicenzo Massa, dirigente nazionale dell’UICI e Coordinatore del Centro Nazionale del Libro Parlato Francesco Fratta, ha sottolineato «il valore di questo percorso, che contribuisce a sensibilizzare i ragazzi sul tema della disabilità e rappresenta un contributo significativo alla cultura dell’inclusione». Ha quindi concluso il proprio intervento, raccomandando ai ragazzi di «portare avanti i propri sogni “a voce alta” proprio come hanno fatto realizzando il libro parlato».
In rappresentanza del Centro Nazionale del Libro Parlato era presente anche Francesca Ferraro, che ha evidenziato il valore della scrittura condivisa e spiegato le varie fasi per la costruzione di un libro parlato, mentre Simone Consegnati, docente universitario e ricercatore dell’INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa) e Irene Culcasi, docente universitaria e ricercatrice, hanno proseguito, condividendo un’interazione con i ragazzi e sottolineando quanto questo progetto «rappresenti un vero e proprio modello di pedagogia partecipativa, in cui il protagonismo dei ragazzi e il servizio – insieme agli apprendimenti – si fondono per dare vita a una scuola non più meramente trasmissiva, ma innovativa e capace di costruire continuità con la comunità».

Successivamente, Caterina Spezzano, dirigente tecnico del Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e Formazione e referente nazionale del Ministero dell’Istruzione e del Merito per il Service Learning, ha approfondito questa dimensione pedagogica, spiegando come «il Service Learning realizzi l’equilibrio tra la dimensione dell’apprendimento e quella del servizio alla collettività e di quanto sia capace di sviluppare negli studenti competenze disciplinari, trasversali e di cittadinanza». Ha pertanto espresso l’auspico «che sempre più scuole adottino questo approccio pedagogico come parte dell’offerta formativa».
Subito dopo Alessia Vagliviello, referente regionale per il Service Learning presso l’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio – ha definito il Service Learning come «un modo innovativo di fare scuola, centrato su alcune parole chiave: rete, comunità, apprendimento significativo, valorizzazione di talenti e risorse». Ha poi concluso il proprio intervento chiedendo alla Dirigente del Borgoncini Duca di aderire alla rete per il Service Learning del Lazio, condividendo in tal modo l’esperienza fatta con le 34 scuole che attualmente ne fanno parte.

La testimonianza personale di Salvatore Nocera, che è tra l’altro presidente nazionale emerito del MAC (Movimento Apostolico Ciechi), sul ricordo dell’impatto con la scuola da persona cieca, ha reso ancora più potente l’esperienza dei ragazzi. «Questo incontro – commenta Nocera – ha seguito il primo promosso lo scorso anno dallo stesso Istituto Comprensivo [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. La scuola che ha dato vita a questo progetto, dunque, ha scelto di coinvolgere ogni anno una classe dove è presente un compagno con disabilità, per farlo partecipare pienamente all’iniziativa di formare un libro sonoro il cui tema è scelto dalla classe stessa e i cui capitoli sono inventati da alunni e alunne e da loro recitati anche intercalando rumori e suoni per rendere più realistica la narrazione. Il libro viene presentato a fine anno, come è accaduto in questi giorni, nel corso di un evento con la presentazione delle famiglie e delle autorità di territorio, per donarlo all’UICI, che lo inserisce nella sua raccolta di libri registrati da fare ascoltare ai soci. Il tutto affiancato e coordinato da due docenti impegnatissime, sotto la responsabilità della Dirigente Scolastica, a propria volta impegnatissima e coinvolgente. Si tratta di un’esperienza che coincide con un modo nuovo di fare inclusione scolastica che mi auguro si diffonda presto nelle scuole, affiancandolo alla tradizionale lezione frontale. Ed è anche una preziosa opportunità per esercitare la solidarietà e la pace attraverso l’atto generoso di prestare la propria voce agli altri».

Gli ultimi due interventi dell’incontro sono stati quelli di Fabrizio Corradi, docente universitario alla LUMSA e psicotecnologo all’Istituto Leonarda Vaccari, che ha evidenziato il valore del libro parlato «come strumento che, oltre ad essere utile a persone con disabilità visiva, è prezioso e funzionale per tutti, grazie alla sua versatilità e alla sua capacità di rispondere a diversi stili cognitivi». E infine, Saveria Dandini de Sylva, presidente dell’Istituto Leonarda Vaccari, oltre a congratularsi per la lodevole iniziativa, che ha pienamente condiviso, ha presentato a propria volta il libro parlato recentemente realizzato all’interno dell’Istituto Vaccari, in versione audio e con un accesso tramite QRcode alla versione in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa). (S.B.)

*Il Service Learning è un approccio educativo che integra il servizio alla comunità con l’apprendimento, promuovendo lo sviluppo di competenze e conoscenze attraverso l’impegno attivo in progetti solidali.

Per accedere al libro parlato realizzato nell’àmbito del progetto, fare riferimento a questo link. Per ulteriori informazioni: professoressa Laura Bonsi (laura.bonsi@docenti.scuola365.com); professoressa Chiara Serva (chiara.serva@docenti.scuola365.com).
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