«Ancora una volta abbiamo dimostrato di essere un’organizzazione viva e coesa, capace di guardare al futuro senza mai dimenticare che la forza di essa sta nella capacità di lottare insieme, con determinazione e senza compromessi, per i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie»: lo dice Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) al quale abbiamo rivolto alcune domande sul recente Congresso Ordinario e Straordinario della Federazione stessa
Si è tenuto il 31 maggio scorso un Congresso Ordinario e Straordinario della FISH, già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap e dall’inizio di quest’anno Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie. Ne parliamo con il presidente della Federazione Vincenzo Falabella al quale chiediamo innanzitutto un bilancio su tale appuntamento. «Questo nostro Congresso Ordinario e Straordinario ha rappresentato molto più di un semplice momento formale: è stata infatti la dimostrazione concreta di come si costruisce una democrazia partecipativa dal basso, se è vero che ogni intervento, ogni domanda, ogni posizione espressa – anche quando in disaccordo – ha contribuito a rafforzare il senso di un’organizzazione che vive grazie all’impegno attivo di chi la compone. E a proposito del cambio di denominazione, da Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap a Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie, non si è trattato di un semplice aggiornamento lessicale, ma del punto di arrivo di un percorso condiviso, frutto di anni di battaglie, discussioni ed evoluzioni nel modo di concepire la disabilità».
Se dovesse sintetizzare quale sia oggi la forza principale di un’organizzazione come la FISH, quali parole userebbe?
«Credo che la forza della FISH oggi risieda nella capacità di rappresentare unitariamente il mondo della disabilità, senza mai scendere a compromessi sui diritti fondamentali. Questa autorevolezza non è un dato scontato, ma il risultato quotidiano del lavoro di tutte le Associazioni, dei Delegati e degli Attivisti che, con coerenza e determinazione, portano avanti le istanze delle persone con disabilità e delle loro famiglie nelle sedi istituzionali e nei territori.
Il dibattito interno, vivace e talvolta acceso, non è un elemento di divisione, ma una ricchezza, purché ogni posizione sia motivata e costruttiva. La discussione sull’articolo 12 del nostro Statuto, ad esempio [durata delle cariche della Federazione, che è rimasta di 4 anni, N.d.R.] ha offerto lo spunto per una riflessione più ampia: il dissenso è legittimo e necessario in una democrazia, ma deve sempre tradursi in un’occasione di crescita collettiva, con proposte alternative e argomentazioni condivise.
Per quanto riguarda invece l’approvazione all’unanimità del Bilancio d’Esercizio 2024, del Previsionale 2025 e del Bilancio Sociale, questo ha confermato la solidità e la trasparenza della Federazione. Non considero infatti quei documenti come mere formalità, ma come la testimonianza di un’organizzazione che sa tradurre impegno e visione in risultati tangibili. Il Bilancio Sociale, in particolare, va oltre i numeri e racconta l’impatto reale delle attività della FISH sulla vita delle persone e sui territori, consolidando la fiducia degli aderenti e dei partner istituzionali».
Cosa ci può dire della mozione approvata durante il Congresso, riguardante in particolare la formazione sui territori?
«La mozione approvata, che è stata al centro del Congresso, rappresenta una vera e propria chiamata all’azione per tutto il movimento. La decisione, infatti, di avviare percorsi di formazione con i territori non è una semplice procedura tecnica, ma una scelta politica di grande rilievo. Questi momenti, infatti, non saranno lezioni calate dall’alto, ma occasioni di scambio e di crescita collettiva, per rafforzare i legami tra il livello nazionale e le realtà locali e per dotare tutti degli strumenti necessari ad affrontare le sfide future, come l’attuazione della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità. Penso che la formazione non debba essere delegata a pochi “tecnici”, ma che diventi un patrimonio condiviso di tutte le Associazioni e di ogni singolo attivista: solo così si potrà garantire una partecipazione qualificata e diffusa, capace di unire competenza e passione civile, analisi e mobilitazione».
Come proseguirà ora il percorso della Federazione?
«I prossimi mesi saranno cruciali per tradurre in azioni concrete le decisioni del Congresso. Per farlo, è essenziale che ogni Associazione, ogni Delegato, ogni Attivista continui a sentirsi protagonista di questo cammino, portando nelle proprie realtà non solo le delibere approvate, ma anche lo spirito con cui sono state costruite. Ancora una volta, infatti, abbiamo dimostrato di essere un’organizzazione viva e coesa, capace di guardare al futuro senza mai dimenticare che la forza di essa sta nella capacità di lottare insieme, con determinazione e senza compromessi, per i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.
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