Il Registro della Sclerosi Multipla, strumento utile alla ricerca, alle persone e alla sanità pubblica

Strumento utile sia per la ricerca scientifica che per la sanità pubblica, ha compiuto dieci anni il Registro Italiano Sclerosi Multipla, grande database clinico nato da un accordo tra la FISM, la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla che opera a fianco dell’AISM e l’Università di Bari Aldo Moro. Uno strumento che continua ad evolversi, per generare evidenze scientifiche sempre più robuste e supportare una medicina personalizzata, al servizio delle persone con sclerosi multipla e patologie correlate
Maria Trojano, RIMS, Roma, maggio 2025
L’intervento della professoressa Maria Trojano, presidente del Comitato Scientifico del Registro Italiano Sclerosi Multipla, durante il focus dedicato a quest’ultimo, all’interno del recente convegno di Roma promosso dalla Fondazione FISM, nell’àmbito della Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla 2025

Ha compiuto dieci anni il Registro Italiano Sclerosi Multipla (RISM), grande database clinico nato da un accordo tra la FISM, la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla che opera a fianco dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e l’Università di Bari Aldo Moro, evolutosi nel tempo, estendendo la raccolta dati anche alle patologie affini alla sclerosi multipla (NMOSD e MOGAD) e includendo i casi pediatrici.
Oggi, dunque, il RISM si compone di circa 94.000 persone con sclerosi multipla e patologie correlate, caratterizzandosi come uno dei database più grandi d’Europa in tale àmbito, un risultato che è stato reso possibile grazie la lavoro della Struttura Tecnico Operativa e di Coordinamento (STOC) e al coinvolgimento della rete di 190 Centri Clinici distribuiti su tutto il territorio nazionale.
«La crescita del Registro – sottolinea la neurologa Maria Trojano, che ne presiede il Comitato Scientifico – è stata resa possibile dall’impegno scientifico, finanziario e organizzativo della FISM. Oggi il RISM si basa su una governance solida e strutturata, con commissioni dedicate e un forte supporto operativo e metodologico».

Nel dettaglio, il RISM raccoglie informazioni su: 94.000 persone con sclerosi multipla (circa il 70% della popolazione italiana con questa malattia); 882 persone con patologie correlate (NMOSD e MOGAD); 6.000 persone con sclerosi multipla a esordio pediatrico; 7.600 donne con gravidanza registrata; 13.400 persone con sclerosi multipla progressiva.
Dal 2014 a oggi, inoltre, il Registro ha supportato 65 studi scientifici (di cui 23 ancora in corso) e prodotto 47 pubblicazioni su riviste internazionali. I 190 Centri Clinici oggi aderenti (45 all’inizio) alimentano costantemente un database dinamico e affidabile, che consente di valutare nel tempo efficacia e sicurezza delle terapie e delle loro sequenze nella vita reale.
«I dati del Registro – aggiunge Trojano – hanno anche consentito l’osservazione di sottogruppi di soggetti che necessitano di campioni di numerosità accettabile per essere realizzate, come le persone over 50 o i ragazzi cui viene diagnosticata la malattia. Ora abbiamo inserito nel Registro anche le cartelle cliniche di persone con NMOSD e MOGAD, che sono patologie rare, ciò che presto consentirà nuovi studi sull’andamento di queste malattie e sull’efficacia e la sicurezza dei nuovi farmaci di recente autorizzati».

In sostanza, i dati longitudinali raccolti dal RISM, molti dei quali coprono un periodo superiore ai dieci anni, permettono di migliorare la qualità della presa in carico clinica, personalizzare i trattamenti, prevedere l’andamento della disabilità, supportare le decisioni regolatorie e sanitarie, orientare nuove sperimentazioni.
«Le ricerche sviluppate in questi anni grazie ai dati del Registro – dichiara Mario Alberto Battaglia, presidente della FISM – hanno offerto risposte concrete alla comunità scientifica, alle istituzioni e alle persone con sclerosi multipla. Gli studi pubblicati hanno dimostrato nella vita reale l’efficacia dei trattamenti ad alta intensità nel ridurre le ricadute e rallentare la progressione della disabilità».
Il valore scientifico del Registro è stato riconosciuto del resto anche dal Premio Rita Levi Montalcini 2025, assegnato, come abbiamo raccontato anche in altra parte del giornale, al professor Pietro Iaffaldano, proprio per le ricerche svolte sui dati del Registro stesso.
E ancora, va ricordato che la FISM è capofila del Big MS Data Network, che coinvolge i registri nazionali di Danimarca, Svezia, Francia, Repubblica Ceca e Australia (MSBase), con circa 300.000 cartelle cliniche complessive, una rete impegnata in studi PASS (Post Authorisation Safety Studies), che punta al riconoscimento da parte dell’EMA, l’Agenzia Europea del Farmaco, per la qualità dei suoi dati sulla sicurezza dei farmaci.
E da ultimo, ma non certo ultimo, il RIMNS è al centro del progetto BARCODING, che integra intelligenza artificiale, dati clinici, biobanche, imaging e Patient Reported Outcomes (PRO), per creare una mappa multidimensionale della malattia, favorendo una medicina sempre più predittiva e personalizzata. «Nei prossimi anni – spiega a tal proposito Battaglia -, i dati del Registro saranno determinanti per l’attuazione di BARCODING, che mira a integrare banche dati e intelligenza artificiale per offrire a ogni persona con sclerosi multipla una presa in carico su misura».

«Il progetto del Registro Italiano Sclerosi Multipla e patologie correlate – conclude il Presidente della FISM -, vista la sua duplice natura di strumento utile per la ricerca scientifica e per la sanità pubblica, risponde in pieno alla mission dell’Agenda della Sclerosi Multipla e Patologie Correlate verso il 2030 sia per la linea di missione relativa alla Ricerca sulla sclerosi multipla, sia per quella su Presa in carico, interdisciplinare e centrata sulla persona. Lanciamo dunque quest’anno la chiamata a tutti gli attori interessati a partecipare alla definizione delle priorità dell’Agenda 2026-2030 e siamo sicuri che la crescita continua del Registro, sempre più vicino a coprire le informazioni cliniche, epidemiologiche e socio-demografiche dell’intera popolazione italiana, possa diventare sempre di più uno strumento prezioso per il monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza e dell’applicazione dei PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) per la sclerosi multipla». Parole, quelle di Battaglia, che fanno comprendere come ricordare il decennale del Registro non sia solo una celebrazione, ma segni l’inizio di una nuova fase, in cui tale strumento continuerà a evolversi, per generare evidenze scientifiche sempre più robuste e supportare una medicina personalizzata, al servizio delle persone con sclerosi multipla e patologie correlate. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa e Comunicazione AISM (Barbara Erba), barbaraerba@gmail.com.
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