La scomparsa del regista Mirko Locatelli

È scomparso il 31 maggio il regista milanese Mirko Locatelli, che per alcuni anni era stato direttore artistico della Mediateca LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), e che nelle sue opere si era dedicato con particolare attenzione e delicatezza a storie che raccontano la disabilità e l’adolescenza
Mirko Locatelli
Una bella immagine di Mirko Locatelli

È morto il 31 maggio, dopo una breve malattia, il regista milanese Mirko Locatelli. Aveva diretto film come I corpi estranei, realizzato nel 2013 con Filippo Timi, Isabelle (2018) e La memoria del mondo (2022). Per alcuni anni è stato anche direttore artistico della nostra Mediateca [di LEDHA, N.d.R.] ed era stato tra i promotori del LEDHA Spot Festival, un concorso aperto agli sceneggiatori under 30 per la realizzazione di tre spot pubblicitari per promuovere l’inserimento lavorativo di persone con disabilità. Lo stesso Locatelli aveva poi diretto i tre cortometraggi.

Nato a Milano il 22 ottobre 1974, Locatelli da tempo si era trasferito in provincia di Asti, dove aveva creato una factory con attori e registi e dove si stava preparando a girare il suo nuovo film.
Nelle sue opere, Locatelli ha toccato temi diversi, ma si è dedicato con particolare attenzione e delicatezza a storie che raccontano la disabilità e l’adolescenza. In I corpi estranei segue un padre (Filippo Timi) e suo figlio, aggredito da un cancro al cervello; al centro di Isabelle, interpretato dall’attrice francese Ariane Ascaride, ci sono invece una madre e una figlia, la cui vita viene stravolta dall’incontro con un giovane attraversato da una crisi profonda; La memoria del mondo, infine, è un progetto di ombre che incrocia identità smarrite, eredità e tracce da fare riemergere.

Locatelli viveva, viaggiava, lavorava in sedia a rotelle a causa di un incidente stradale avvenuto quando era adolescente. Ma non parlava quasi mai di questo episodio, ricorda un articolo pubblicato sul «Corriere della Sera». «Dirigere sulla sedia a rotelle non è un problema – ragionava Locatelli -. Allo spettatore, al selezionatore di un festival, non importa se sei agile, scattante, o se sei in carrozzina. Non lo sa e non gli interessa, perché è la tua poetica che viene valutata. Il cinema, da questo punto di vista, realizza la vera uguaglianza». (LEDHA-Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità)

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