Dai Quartieri Spagnoli di Napoli una storia di autonomia e una vittoria contro la criminalità organizzata

di Anna Maria Gioria*
Nei Quartieri Spagnoli di Napoli è stata inaugurata la Casa Comune”, un co-housing destinato a persone con disabilità intellettive all’interno di una struttura abitativa che è un bene confiscato alla criminalità organizzata, il tutto nell’àmbito delle attività socioassistenziali promosse dalla Fondazione FOQUS e finalizzate appunto a promuovere le abilità personali, sociali e professionali di giovani in particolare con disturbo dello spettro autistico e sindrome di Down
Napoli, inaugurazione della "Casa Comune", 27 maggio 2025
Un’immagine della giornata inaugurale della “Casa Comune”, avvenuta il 27 maggio scorso

In queste ultime settimane la vittoria dello scudetto per Napoli non è stata l’unico primato! Il 27 maggio scorso, infatti, nei Quartieri Spagnoli della città è stata inaugurata la Casa Comune, primo co-housing destinato a persone con disabilità cognitiva del Centro Argo, centro diurno non medicalizzato che dal 2016 lavora per bambini, giovani e adulti nello stesso quartiere della città.
La struttura abitativa ha la finalità di fare evolvere e ampliare le attività socioassistenziali promosse da dieci anni dalla Fondazione FOQUS, finalizzate a valorizzare i talenti di giovani con difficoltà cognitive, in particolare, nello spettro autistico e con la sindrome di Down, promuovendone le abilità personali, sociali e professionali.
Infatti, sui duecento metri quadrati dell’appartamento appena diventato co-housing, disposti su due piani con annessa una terrazza, sono stati creati spazi per promuovere percorsi di autonomia, occasione di socializzazione, formazione e lavoro.

Nell’immobile, che è un bene confiscato alla camorra e reso disponibile dal Comune di Napoli alla Fondazione FOQUS, si svolgeranno laboratori di cucina, di produzione e inscatolamento di tavolette di cioccolata (i giovani produrranno la Cioccolata dei Quartieri Spagnoli che sarà venduta come un gadget dolciario nei negozi e nei bar del quartiere), oltre a sperimentare forme di autonomia sociale e personale per prepararsi a vivere senza la famiglia, in contesti di vita che appartengono alla fase definita solitamente “Dopo di Noi”. In concreto, ciò significa fare la spesa, pulire e rassettare la casa, preparare i pasti, prendere confidenza con le attività di quartiere. La Casa Comune offre infatti ai suoi giovani ospiti con disabilità cognitiva l’opportunità di fare un’esperienza unica e molto importante: sperimentare cioè una vita autonoma e di socializzazione in àmbiti diversi da quelli della famiglia e del Centro che li accoglie, ma in una “loro” casa.
I posti letto a disposizione sono sedici, divisi in due diverse sedi, una ubicata nell’appartamento sequestrato alla criminalità organizzata, ora diventato luogo sociale; l’altra presso la sede della Fondazione stessa, nell’ex monastero oggi trasformato in un hub di servizi educativi, nuove imprese giovanili, attività culturali e produttive, che ospita ogni giorno migliaia di persone le quali vi arrivano per studiare, prendersi cura degli altri, apprendere e lavorare.

I giovani con disabilita cognitiva frequenteranno in due gruppi di otto ognuna delle due sedi della Casa Comune. All’inizio, per fare un’esperienza graduale, gli stessi ospiti vivranno nella struttura dal lunedì al giovedì, seguiti da personale qualificato, per valutarne gli step di autonomia dal contesto familiare; con il passare del tempo, poi, in prospettiva abiteranno in modo definitivo.
Durante i weekend la Casa Comune viene adibita a uso B&B sociale, occasioni in cui i giovani abitanti con disabilità cognitiva si trasformano dall’essere ospiti della casa a diventarne host, accogliendo cioè i turisti interessanti a conoscere la Napoli solidale, rassettando le camere e preparando le colazioni.

L’iniziativa si presenta anche come un’opera di riqualificazione. «La famiglia camorrista che abitava nell’appartamento, lo aveva vandalizzato – dichiara Renato Quaglia, direttore della Fondazione FOQUS – e per questo l’edificio si trovava in un grande stato di abbandono; è stato possibile ristrutturarlo grazie a imponenti lavori finanziati con una raccolta fondi promossa da Guber Banca (banca bresciana che ha istituito un conto corrente dedicato: chi aderiva a quel conto accettava di destinare parte degli interessi al progetto napoletano che la banca raddoppiava) ed è stato arredato grazie a Enel Cuore».
Di questa doppia valenza sociale è fiera l’Amministrazione Comunale di Napoli, considerandola sia come un’attenzione particolare ai cittadini più vulnerabili, sia come un recupero e, soprattutto, come il riutilizzo di un bene a scopo sociale.

Riassumendo, in conclusione, va detto che la realizzazione della Casa Comune è stata resa possibile grazie alla sinergia di varie realtà, quali la Fondazione FOQUS, l’Associazione Quartieri Spagnoli, il Consorzio Core ed Enel Cuore, con il finanziamento di Guber Banca e delComune di Napoli.

*Il presente servizio è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Disabilità cognitiva e vita autonoma: una storia dai Quartieri Spagnoli che è anche una vittoria contro la camorra”, e viene qui ripreso, con diverso titolo e alcuni riadattamenti al differente contenitore, per gentile concessione.

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