Quel portone chiuso della Regione Toscana

Il 16 giugno a Firenze vi è stato un presidio di protesta indetto dall’AVI Toscana per chiedere risposte alle criticità che stanno incontrando le persone con disabilità in questa fase di transizione alla nuova disciplina regionale di accesso ai contributi per la Vita Indipendente. Sotto un sole caldissimo, le persone intervenute hanno atteso di essere ascoltate dal Presidente della Regione sin dal primo pomeriggio, ma alle 18.30 il portone del palazzo della Presidenza è stato chiuso e nessuno le ha ricevute…
Protesta AVI Toscana, 16 giugno 2025
Alcune delle persone con e senza disabilità intervenute il 16 giugno al presidio di protesta per difendere il diritto alla Vita Indipendente, davanti al portone chiuso del palazzo della Presidenza della Regione Toscana

Il 16 giugno scorso a Firenze [se ne legga la segnalazione anche su queste pagine, N.d.R.], ha avuto luogo un presidio di protesta indetto dall’AVI Toscana (Associazione Vita Indipendente della Toscana), per chiedere risposte alle criticità che stanno incontrando le persone con disabilità in questa fase di transizione alla nuova disciplina regionale di accesso ai contributi per la Vita Indipendente, intesa come assistenza personale autogestita.
Sotto un sole caldissimo, le persone intervenute hanno atteso di essere ascoltate sin dalle 14.30, ma il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, era in Giunta. Alle 18.30 il pesante portone verde del palazzo della Presidenza Regionale è stato chiuso. Il presidente Giani, finita la riunione di Giunta, era uscito da un altro ingresso, e le persone con disabilità, attonite, hanno capito che non c’era più niente da aspettare.

Di presìdi di protesta ce ne sono stati molti altri. Sempre a Firenze, in Piazza Duomo, in uno dei luoghi più belli del mondo. Il penultimo si era tenuto il 5 maggio scorso [se ne legga a questo link, N.d.R.], pioveva e c’era l’allerta meteo arancione. In quell’occasione due esponenti delle persone con disabilità erano stati ricevuti dal Presidente della Regione e da Serena Spinelli, assessora regionale alle Politiche Sociali, e avevano potuto avanzare le richieste, a loro avviso, più urgenti, vale a dire:
° erogazione del contributo assegnato entro il giorno 25 del mese di riferimento;
° adeguamento dell’importo dei contributi per la Vita Indipendente alle necessità di assistenza personale di ogni singola persona con disabilità;
° adeguamento dell’importo dei contributi per la vita indipendente all’aumento, avvenuto in questi anni, del costo dell’assistenza personale in base al CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) e a quanto stabilito dall’INPS;
° rendicontazione almeno trimestrale, concedendo almeno quindici giorni per la consegna della stessa;
° eliminazione delle differenze di trattamento fra le varie zone della Toscana.
Nei giorni successivi attendevano una risposta dai vertici della Regione, che però ai primi di giugno non era ancora arrivata, da qui l’idea di scendere ancora in piazza il 16 giugno. La risposta è arrivata in seguito, ma è stata ritenuta formale e inadeguata, cosa che ha appunto indotto a confermare il presidio del 16.

Alla richiesta di adeguare l’importo dei contributi per la Vita Indipendente all’aumento, avvenuto in questi anni, del costo dell’assistenza personale, il presidente Giani ha risposto che l’importo massimo dei contributi è già stato aumentato, passando da 1.800 a 2.000 euro mensili. Ma le persone con disabilità argomentano che «in realtà, tale cifra massima è stata assegnata a pochissime persone. Inoltre, è un aumento dell’11% mentre il costo dell’assistenza personale è aumentato del 50%».
Confrontandosi tra di loro, esse hanno anche riscontrato che «troppi contributi di scarso ammontare sono stati dati a pioggia». Nella sua risposta il presidente Giani ha anche negato che vi siano differenze di trattamento tra le varie Zone della Toscana, ma le persone con disabilità stanno riscontrando il contrario.
Ci sono poi le difficoltà dovute al fatto di dover anticipare le somme dei contributi, che vengono erogati a rimborso. E qui, nonostante che i fondi siano già stati trasferiti ai Presìdi territoriali, alcuni di questi stanno erogando i rimborsi due mesi dopo il mese di pertinenza (il mese di marzo è stato corrisposto a maggio), ciò che obbliga le persone ad anticipare due mesi di stipendio ai propri assistenti personali.
E ancora, le modalità di rendicontazione sono divenute molto più complesse, tanto da indurre le persone con disabilità a doversi appoggiare ai commercialisti e a sostenere spese addizionali che non sono coperte dai contributi stessi. Le più penalizzate sono le persone che vivono sole e hanno difficoltà economiche, le altre compensano per lo più appoggiandosi ai familiari.
Tutti problemi concreti che non trovano ascolto.

Anche a quest’ultimo presidio le persone, con e senza disabilità, hanno portato gli ombrelli, questa volta per ripararsi dal sole. Hanno parlato al megafono. «La Toscana ha recentemente approvato la legge sul fine vita. È una legge giusta, ma noi vogliamo vivere. Aiutateci a vivere!», hanno detto, tra le altre cose. Hanno acclamato a gran voce: «Giani vieni giù! Giani vieni giù! Giani vieni giù!». Hanno cantato Bella ciao, la Canzone del maggio di Fabrizio De André («Anche se voi vi credete assolti, / siete lo stesso coinvolti») e altre. Anche questa volta il palazzo della Regione era presidiato dalle Forze dell’Ordine, in borghese, forse per dare meno nell’occhio, ma non per questo meno ferme nell’impedire l’accesso alla struttura anche quando il portone era aperto. Poi il portone si è chiuso anche fisicamente. Il palazzo è riuscito a difendersi dalle richieste delle persone con disabilità. Che tristezza! (Simona Lancioni)

Si ringrazia Roberta Mancini per la collaborazione.

Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h – Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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