È tempo che enti, amministrazioni e operatori del Terzo Settore si facciano carico delle loro rispettive responsabilità, affinché i centri estivi siano davvero per tutti e tutte. Non basta infatti “accettare” i bambini e le bambine con disabilità: occorre includerli con strumenti adeguati e rispetto
Tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze con disabilità hanno diritto a partecipare ai centri estivi su base di eguaglianza con gli altri, come previsto dall’articolo 30 (Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport) della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dallo Stato italiano con la Legge 18/09. Questo diritto implica che gli enti gestori dei centri estivi debbano attivarsi per garantire ai minori con disabilità l’assistenza di supporto necessaria, senza demandare questo compito alla famiglia. La responsabilità primaria è quindi dell’ente che organizza il servizio, il quale deve prevedere – se necessario – figure educative e di assistenza, assicurando che nessun minore venga escluso o limitato nella partecipazione, qualunque sia la motivazione.
Nel caso poi di bisogni di sostegno più intensi, non è lecito rifiutare l’iscrizione o limitare la frequenza dichiarandosi “non in grado” di garantire l’assistenza. Al contrario, è dovere dell’ente adottare accomodamenti ragionevoli e misure appropriate per assicurare l’accesso paritario, senza discriminazioni.
Va inoltre ricordato che la sola presenza di una disabilità non implica automaticamente la necessità di assistenza: la valutazione, infatti, dev’essere fatta caso per caso, in relazione alle reali caratteristiche e alle necessità del bambino/bambina o ragazzo/ragazza.
In questo quadro, i Comuni hanno un ruolo cruciale: in un’ottica di presa in carico globale, devono sostenere la famiglia, predisporre il Progetto Individuale (ai sensi dell’articolo 14 della Legge 328/00) e coinvolgere le realtà necessarie alla sua attuazione. Tuttavia, è l’ente gestore del centro estivo a rispondere direttamente della qualità del servizio e dell’eventuale discriminazione, che può configurare una violazione della Legge 67/06.
Al nostro Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi [della LEDHA-Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità] arrivano ogni estate segnalazioni di esclusioni, iscrizioni rifiutate o mancata attivazione del servizio di assistenza. «Tuttavia – sottolinea Laura Abet, coordinatrice del Centro, i casi ufficiali sono pochi, troppo pochi rispetto alla diffusione del fenomeno. La sensazione, purtroppo confermata sul campo, è che molte famiglie rinuncino a far valere i propri diritti, perché già gravate da una gestione complessa, faticosa e spesso solitaria della disabilità».
Inoltre, quando le legali del nostro Centro Antidiscriminazione segnalano alle famiglie che la responsabilità ricade sull’ente gestore, alcune decidono di desistere. «Entrare in conflitto con chi dovrebbe offrire un servizio educativo e di sollievo – sottolinea Abet – può sembrare infatti un ulteriore peso da sostenere. E così, i diritti restano sulla carta».
È tempo che enti, amministrazioni e operatori del Terzo Settore si facciano carico di questa responsabilità, affinché i centri estivi siano davvero per tutti e tutte. Non basta “accettare” i bambini e le bambine con disabilità: occorre includerli con strumenti adeguati e rispetto.
*La LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) è la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).
Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare la scheda legale I Centri estivi e il divieto di discriminazione dei bambini e ragazzi con disabilità. Per ogni altra informazione: ufficiostampa@ledha.it.
Articoli Correlati
- Ferve il dibattito sulla Convenzione nei vari Paesi del mondo Al momento di sottoscrivere e poi di ratificare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ogni Stato membro delle Nazioni Unite può accompagnare questo atto con una Riserva…
- Una Risoluzione "storica" dell’ONU sulla violenza contro le donne con disabilità Il riconoscimento della discriminazione multipla e intersezionale che le donne e le ragazze con disabilità affrontano e che sfocia in violenza, un linguaggio concordato a livello internazionale e un’articolazione più…
- L'ONU e le persone con disabilità Si avvicina la sesta sessione di lavoro del Comitato incaricato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite di elaborare una Convenzione sulla Promozione e la Tutela dei Diritti e della Dignità delle Persone…