«I fatti riguardanti le violenze in una comunità per persone con disabilità nella Provincia di Torino, con l’arresto di sette operatori sociosanitari e di uno psicoterapeuta, sono gravi e sintomatici di una violenza e disumanità diventate norma in particolare contro chi non può difendersi adeguatamente. Richiamiamo quindi tutti a non tacere, perché non è possibile che ogni volta siano i Carabinieri a scoperchiare il vaso degli arbìtri quotidiani ripetuti e continui»
I fatti documentati nei giorni scorsi dai NAS, riguardanti le violenze in una comunità per persone con disabilità nella Provincia di Torino, con l’arresto di sette operatori sociosanitari e di uno psicoterapeuta [se ne legga già anche sulle nostre pagine, N.d.R.], sono gravi e sintomatici di una violenza e disumanità diventate norma in particolare contro chi non può difendersi adeguatamente.
Come ANGSA Nazionale (Associazione Nazionale Genitori perSone con Autismo) esprimiamo solidarietà e vicinanza ai familiari e richiamiamo tutti a non tacere. Non è possibile che ogni volta siano i Carabinieri a scoperchiare il vaso degli arbìtri quotidiani ripetuti e continui.
La vicenda ripropone come non più rinviabile il tema della formazione quale unica strada per evitare il ripetersi di tali episodi. Il personale impegnato in queste strutture deve essere adeguatamente formato e adeguatamente pagato perché ha a che fare con persone fragili e svolge un lavoro che oltre ad essere faticoso richiede umanità. È una battaglia quasi esistenziale per garantire sicurezza nel circuito delle strutture per le persone con disabilità.
Dal canto loro, le Regioni devono invece disporre che le strutture abbiamo sistemi di sorveglianza al passo con i tempi. Solo così si potranno contenere queste esecrabili esplosioni di violenza a danno dei più deboli.
*Associazione Nazionale Genitori perSone con Autismo, aderente alla FISH (Federazione Italioana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie).
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