Habibou, studentessa cieca, molto più di una lettera di ringraziamento

«Noi non vi vediamo, ma sentiamo la vostra presenza in ogni progresso che facciamo. E speriamo che altre mani si uniscano a voi affinché la disabilità non sia mai più un ostacolo per chi vuole imparare»: lo ha scritto Habibou Adidjatou, studentessa cieca dello Stato africano del Togo, ai tanti che hanno sostenuto il progetto dell’Associazione Gruppo San Francesco d’Assisi – Per i ciechi del Togo, voluto per dare strumenti informatici agli studenti ciechi di quel Paese

«Speravamo di riuscire ad attrezzare una ventina di studenti, e siamo arrivati al doppio! In questi mesi abbiamo consegnato 28 computer portatili ad uso personale per gli studenti ciechi o ipovedenti dell’università che sosteniamo con la borsa di studio e per le due studentesse di Dapaong che hanno perso la vista da poco e, dopo aver imparato il Braille, vogliono tornare a studiare. Ma abbiamo inviato anche 9 computer fissi per dotare di un laboratorio informatico due istituti per ciechi che ne erano privi e per gli studenti di Bassar»: così Flavio Fogarolo, presidente dell’Associazione Gruppo San Francesco d’Assisi – Per i ciechi del Togo di Barbarano Mossano (Vicenza), traccia lo splendido bilancio di un’iniziativa di solidarietà, spontanea e autogestita, nata per dare agli studenti ciechi del Togo, Paese dell’Africa Occidentale, la possibilità di usare anche loro per lo studio gli strumenti informatici che in Italia, ma non solo, i coetanei nella loro situazione usano abitualmente da decenni. Un’iniziativa che qualche mese fa avevamo ampiamente presentato anche sulle nostre pagine.
Molte altre notizie su questo progetto (e su altro ancora) si possono leggere nell’ultima newsletter dell’Associazione (a questo link), ma qui diamo spazio, più che volentieri, alla traduzione italiana della lettera inviata da Habibou Adidjatou, studentessa cieca del Togo, indirizzata ai tanti che hanno sostenuto il progetto, tra i quali, sottolinea Fogarolo, «il gruppo via mail Suggerimenti per una didattica della vicinanza, il gruppo Facebook Normativa Inclusione e la rete dei CTS-Centri Territoriali di Supporto)». «E questa – aggiunge – è molto più di una lettera di ringraziamento!». Concordiamo.

Habibou Adidjatou
Habibou Adidjatou, studentessa cieca, rappresentante degli studenti con disabilità dell’Università di Lomé, Togo

Lettera aperta a chi ci ha teso la mano
Scrivo a voi, che siete lontani ma ci siete stati vicini, a voi che avete creduto in noi, senza nemmeno conoscerci.
Mi chiamo Habibou Adidjatou, sono studentessa dell’Università di Lomé. Sono cieca. E non sono la sola. Siamo in tanti in questa Università a vivere con una disabilità visiva. Ciascuno di noi ha la sua storia, il suo dolore, le sue difficoltà. Ma ciò che abbiamo in comune è un desiderio incrollabile di imparare, di farcela, di vivere degnamente.
Alcuni di noi sono nati con questa disabilità. Altri l’hanno incontrata in seguito, dopo una malattia o un incidente. Ma tutti noi abbiamo dovuto reimparare a vivere in modo diverso. Dai banchi della prima elementare, passando poi per le scuole medie e superiori, fino al diploma di maturità, abbiamo studiato in Braille, spesso in scuole speciali. È stato difficile, ma abbiamo resistito.
E poi siamo arrivati all’Università. Un mondo nuovo, dove tante attività si svolgono online, su piattaforme, con documenti digitali… ma non sempre accessibili. Per noi che potevamo disporre solo dei nostri telefoni era quasi tutto impossibile. Studiare su documenti lunghissimi, seguire corsi da remoto, fare ricerche, leggere romanzi e altri testi di letteratura… tutto era una sfida continua.
Ma un giorno, siete arrivati voi.
Ci avete teso la mano, senza fare rumore, senza aspettarvi nulla in cambio.
E ci avete donato i computer. E, credetemi, non ci avete dato solo delle macchine. Ci avete dato una nuova, grande opportunità.
Oggi, grazie a questi strumenti, io e i miei compagni possiamo finalmente studiare come tutti. Possiamo leggere, ascoltare, fare ricerche, capire. Possiamo seguire i corsi online, approfondire le conoscenze e prepararci per gli esami con sicurezza. È una libertà che non abbiamo mai sperimentato prima all’Università.
Voglio dirvi con questa lettera che quello che avete fatto ha un enorme valore. Che il vostro sostegno sta cambiando delle vite. Che le vostre azioni si fanno sentire più delle parole.
Noi non vi vediamo, ma sentiamo la vostra presenza in ogni progresso che facciamo. E speriamo, dal profondo del nostro cuore, che altre mani si uniscano a voi affinché la disabilità non sia mai più un ostacolo per chi vuole imparare.
Con rispetto, gratitudine e speranza,
Habibou Adidjatou – Studentessa non vedente – Rappresentante degli studenti con disabilità dell’Università di Lomé, Togo

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