«Esprimiamo profonda indignazione e dolore – scrivono dall’Associazione Autismo Fuori dal Coro – per i gravissimi episodi di maltrattamenti, vessazioni e abusi avvenuti in alcune strutture dedicate all’accoglienza di persone con disabilità, in particolare nei casi di Pisa e Luserna San Giovanni (Torino). Servono azioni immediate per evitare che episodi simili si ripetano: nessuna persona con disabilità deve più sentirsi sola, abbandonata o maltrattata nel luogo che dovrebbe essere la sua casa e il suo rifugio
La nostra Associazione a carattere nazionale [Autismo Fuori dal Coro], impegnata nella tutela dei diritti delle persone con disabilità, esprime profonda indignazione e dolore per quanto emerso in merito ai gravissimi episodi di maltrattamenti, vessazioni e abusi – anche sessuali – avvenuti in alcune strutture dedicate all’accoglienza di persone con disabilità, in particolare nei casi denunciati a Pisa e a Luserna San Giovanni (Torino) [per i primi si legga a questo link, per i secondi se ne legga già anche sulle nostre pagine, N.d.R.].
Quanto accaduto è inaccettabile. Parliamo di persone fragili, spesso non autosufficienti, che avrebbero dovuto ricevere cura, protezione e rispetto. Invece sono diventate vittime di abusi e violenze intollerabili, consumati nel silenzio e nell’indifferenza.
Chiediamo verità, giustizia e misure concrete, ossia:
– che sia fatta piena luce su ogni responsabilità e che tutti i responsabili di tali nefandezze rispondano in prima persona dei loro misfatti, senza sconti di pena;
– che venga garantita maggiore vigilanza e videosorveglianza sulle strutture socio-sanitarie;
– che le Famiglie e le Associazioni possano partecipare attivamente al monitoraggio sulla qualità dei servizi;
– che la formazione degli operatori includa aspetti fondamentali legati al rispetto, all’etica e alla gestione consapevole della fragilità;
– che al momento del reclutamento e dell’assunzione del personale (a tutti i livelli) vengano effettuati capillari e minuziosi test attitudinali e psicologici, per verificare lo stato psicofisico ed emotivo delle persone individuate;
– che periodicamente tutto il personale presente in ogni struttura venga sottoposto a terapia psicologica;
– che il personale medico e paramedico non sia mai sottonumerato o sottopagato e che, per il suo maggiore benessere psicofisico, goda di tutte quelle tutele (maternità, malattia, infortunio…) a cui a pieno titolo ha diritto. Questo perché siamo consapevoli del fatto che non si deve fare di “tutt’erba un fascio”.
È bene ricordare che a fronte di un numero limitato (si spera) di persone malvagie ve ne sono tantissime che svolgono questo delicato lavoro con amore e dedizione. Esse hanno diritto a non essere confuse con i “personaggi” che si sono macchiati di questi crimini efferati e anche a loro va la nostra vicinanza.
Non si può più attendere. Servono azioni immediate per evitare che episodi simili si ripetano. Nessuna persona con disabilità deve più sentirsi sola, abbandonata o maltrattata nel luogo che dovrebbe essere la sua casa e il suo rifugio.
*autismofuoridalcoro@gmail.com. Il contenuto del presente testo corrisponde a quello di un messaggio inviato alla Presidenza del Repubblica, alla Presidenza del Consiglio, alla Presidenza del Senato e al Garante Nazionale dei diritti delle persone con disabilità.
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