Il movimento italiano della disabilità, insieme a quello europeo, è presente in questi giorni a Roma, alla quarta Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, per far sì che il lavoro di ricostruzione di quel Paese sia rispettoso dei diritti umani delle persone con disabilità ucraine e che ogni azione che si intraprenderà veda il coinvolgimento e la partecipazione attiva delle loro organizzazioni. A questo è dedicato il presente approfondimento curato da Luisella Bosisio Fazzi
Nelle giornate di domani, 10 luglio, e di venerdì 11 a Roma si terrà la quarta Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina (la si potrà seguire in streaming tramite questo link), preceduta però già oggi, 9 luglio da una serie di eventi collaterali, sparsi in vari luoghi della Capitale e tutti concentrati sulla necessità di sottolineare importanti aspetti specifici per questa ricostruzione.
Il movimento italiano della disabilità, insieme a quello europeo, sarà presente affinché il lavoro di ricostruzione sia rispettoso dei diritti umani delle persone con disabilità ucraine e che ogni azione che si intraprenderà veda il coinvolgimento e la partecipazione attiva delle loro organizzazioni. In tal senso, uno degli eventi collaterali sarà dedicato all’inclusione e avrà come titolo Una ricostruzione centrata sull’uomo: Perché l’inclusione della disabilità è importante. Inoltre uno dei quattro temi che caratterizzeranno la conferenza sarà dedicato alla “dimensione umana” che l’attraverserà in ogni suo momento.
L’Ucraina oggi
Anche se la storia di questi tre anni di guerra è da tutti conosciuta, vale la pena proporre un breve riassunto che potrebbe aiutarci ad avere un quadro abbastanza fedele della situazione e farci comprendere la cifra della parola “ricostruzione”.
Prima dell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022, le persone con disabilità registrate dagli enti statali del Paese erano più di 2.700.000. Attualmente, dopo tre anni, i numeri che danno ulteriori informazioni sulla situazione della popolazione con disabilità in Ucraina sono:
° 300.000: il numero di persone che hanno acquisito una disabilità a causa delle ferite di guerra;
° 1 milione e 800.000: le persone con disabilità che necessitano di assistenza umanitaria;
° 3 milioni e 900.000: le persone in Ucraina che si stima soffrano di condizioni di salute mentale da moderata a grave; e le persone con disabilità, naturalmente, sono tra quelle più a rischio;
° la metà delle famiglie sfollate che vivono in rifugi collettivi include persone anziane o persone con disabilità.
In sintesi, la situazione generale in Ucraina è critica, con distruzione diffusa, gravi conseguenze umanitarie e ambientali, e impatti negativi sull’economia e le infrastrutture. Circa un terzo della popolazione è stato costretto a lasciare le proprie case, con 8 milioni di rifugiati registrati in Europa e oltre 5 milioni di sfollati interni. Una porzione significativa del territorio, stimata al 30%, è disseminata di mine e ordigni inesplosi. La guerra ha portato alla distruzione di quasi 1.600 chilometri quadrati di foreste, con conseguenze ambientali, sociali ed economiche di vasta portata.
E ancora, un terzo delle aree protette dell’Ucraina è stato colpito dalla distruzione e dall’inquinamento, mettendo a rischio la biodiversità e gli ecosistemi. La guerra, inoltre, ha avuto un impatto negativo sull’economia ucraina, con interruzioni della produzione, della catena di approvvigionamento e difficoltà per il commercio estero. Ha alterato significativamente la mobilità delle persone e delle merci, sia all’interno dell’Ucraina che verso i Paesi vicini, con problemi legati ai valichi di frontiera, alle restrizioni dello spazio aereo e alla logistica.
Questo raccontano due testimonianze di persone con disabilità:
Uliana Pchelkina (The League of the Strong): «Sono sopravvissuta ai primi giorni di guerra nella Bucha occupata. Io e mio marito, entrambi in sedia a rotelle, siamo sopravvissuti, ma siamo stati abbandonati. I carri armati russi si muovevano per le strade. Non c’era elettricità, né gas, né comunicazioni. Non c’era evacuazione. Nessun rifugio accessibile. Nessun sistema. Siamo sopravvissuti per miracolo. E non appena siamo riusciti a fuggire, abbiamo iniziato ad agire, affinché altri non rimanessero indietro e soli».
Mariya Yasenovska (EDF Humanitarian Action Policy Officer): «L’attuale conflitto in Ucraina ha colpito duramente i bambini e le famiglie, aumentando la povertà, lo sfollamento e l’insicurezza. I bambini istituzionalizzati, in particolare quelli con disabilità, devono affrontare evacuazioni e incertezze. Tre anni di guerra hanno messo a dura prova la resistenza delle persone con disabilità in Ucraina. Ma con un sostegno continuo e un impegno all’inclusione, non sono state lasciate indietro».
La risposta del movimento europeo della disabilità
A seguito dell’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, da parte della Russia, già dal mese di marzo di quello stesso anno l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, grazie ad un significativo finanziamento di CBM International e insieme alle organizzazioni di persone con disabilità in Ucraina e nei Paesi limitrofi, ha lavorato per dare una risposta immediata alla popolazione ucraina aggredita.
Sono stati attivati due progetti che lavorano sull’inclusione delle persone con disabilità, guidati da organizzazioni di persone con disabilità in Ucraina, Polonia, Moldavia e Lettonia, come partner a livello europeo. Sono state coinvolte 15 organizzazioni, tra cui 13 organizzazioni di persone con disabilità in otto Paesi.
Ad aprile 2025 sono state raggiunte 98.000 persone con assistenza medica, sostegno psicosociale, sostegno in denaro (Cash Voucher Assistance), servizi riabilitativi ed empowerment delle organizzazioni di persone con disabilità per rafforzare attività di advocacy [tutela, N.d.R.]. In questo periodo i donatori hanno fornito 10,3 milioni di euro per finanziare questo lavoro, la maggior parte dei quali provenienti da CBM International e dall’Ufficio Federale Tedesco per gli Affari Esteri (GFFO).
Il lavoro si è concentrato su:
– Aiuti umanitari (inclusi contanti, dispositivi di assistenza, trasporti, cibo, igiene e medicinali, oltre a forniture mediche e di riabilitazione).
– Attività di advocacy e di formazione per un’ampia gamma di soggetti interessati.
– Sostegno alla cooperazione delle organizzazioni di persone con disabilità in Ucraina e nei Paesi limitrofi.
Il principale obiettivo dei progetti è stato quello di garantire che le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative fossero incluse nella risposta e nella ripresa dalla crisi ucraina.
Gli obiettivi specifici, inoltre:
– Rafforzare il movimento delle persone con disabilità nel lungo periodo, per rispondere meglio ai bisogni umanitari.
– Garantire l’inclusione della disabilità nella più ampia risposta umanitaria e nella ricostruzione.
– Affrontare i bisogni immediati di tutte le persone con disabilità in collaborazione con le loro organizzazioni.
I partner: National Assembly of Persons with Disabilities (Ucraina); The League of the Strong (Ucraina); Ukrainian Child Rights Network (Ucraina); Polish Disability Forum (Polonia); Centre for the Rights of Persons with Disabilities (Moldova); Motivatie (Moldova); The Society for Deaf Republic Moldova (Moldova); The Alliance of Organisations for Persons with Disabilities (Moldova); SUSTENTO (Lettonia); Inclusion Europe.
Per quanto riguarda l’azione di sostegno e supporto agita dai membri dell’EDF sul territorio italiano, va sottolineato che CBM Italia, insieme a CBM International, ha lavorato per garantire che le persone con disabilità non venissero trascurate e ricevessero l’assistenza umanitaria di cui hanno bisogno, in collaborazione con sei organizzazioni locali, per assistere le persone con disabilità, con ferite di guerra e difficoltà motorie sia in Ucraina che nei Paesi limitrofi.
La rete afferente al FID (Forum Italiano sulla Disabilità), ovvero le Associazioni appartenenti alla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) e alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), hanno offerto i loro servizi dedicati alle persone con disabilità all’interno del Gruppo di Coordinamento presente nel Consiglio Nazionale del Terzo Settore, che insieme ai Ministeri preposti e al Comitato Operativo Nazionale della Protezione Civile, ha organizzato gli aiuti alle popolazioni civili dell’Ucraina. In particolare hanno offerto accoglienza nei confronti di famiglie ucraine con bambini e bambine con disabilità.
Gli obiettivi di questa quarta Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina
Il primo obiettivo di questa Conferenza è far conoscere la situazione delle persone con disabilità in Ucraina: come già detto, gli ultimi dati, ad aprile 2025, ci dicono che le persone con disabilità, inclusi sia i veterani che i civili feriti in conflitti armati, ammontano a oltre 2,7 milioni; a questa cifra si sono aggiunte ulteriori 300.000 persone a partire da febbraio 2022. Queste persone si trovano ad affrontare barriere sistemiche nell’accesso all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e alle infrastrutture pubbliche, nonostante il diritto a condurre una vita piena e soddisfacente.
Le numerose testimonianze di coraggio, determinazione e speranza, provenienti dalla popolazione ucraina, inclusi coloro che vivono con disabilità, sottolineano l’importanza di garantire che nessuno venga escluso, in particolare durante i periodi del conflitto e nelle fasi di ricostruzione.
Le ricerche dimostrano che gli investimenti inclusivi, dalla progettazione urbana accessibile agli adeguamenti dei posti di lavoro, passando per la salute e l’istruzione, non sono solo etici, ma offrono elevati ritorni sociali ed economici. Senza tralasciare che i Trattati Internazionali, come la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, di cui l’Ucraina e l’Unione Europea sono parte, forniscono chiari obblighi legali su come costruire sistemi più equi.
La ricostruzione senza inclusione può limitare il potenziale complessivo e influenzare negativamente il progresso.
Per la ricostruzione è necessario ascoltare le persone con disabilità!: e questo è il secondo obiettivo della Conferenza. Nelle precedenti Conferenze, infatti, la prospettiva della società civile, purtroppo, non è stata sufficientemente inclusa. Nei loro discorsi, i rappresentanti dello Stato e delle municipalità ucraine non hanno menzionato il contributo dei volontari e delle organizzazioni non governative nei processi di recupero e sopravvivenza. Pochissimi rappresentanti della società civile sono stati coinvolti come relatori e i panel sulla Dimensione UE hanno esplicitamente dato priorità alla crescita economica anziché al rispetto dei diritti umani fondamentali. A tal proposito, l’esclusione dei temi legati ai diritti umani e alla società civile è stata evidente nei risultati della conferenza che sono concentrati prevalentemente sulla crescita economica, sul salvataggio del sistema energetico e sugli investimenti. Come se il rispetto dei diritti umani, dell’inclusione e della partecipazione ai tavoli di discussione, programmazione e progettazione della ricostruzione rallentasse o addirittura fermasse la crescita economica.
Ad oggi i progetti sviluppati hanno dato i seguenti risultati:
– 937.062 euro forniti direttamente in contanti alle persone con disabilità in Ucraina;
– 7.694 persone trasportate in strutture sanitarie;
– 1,591 persone che hanno ricevuto dispositivi di assistenza;
– 1.145 operatori sanitari formati sul primo soccorso psicosociale inclusivo della disabilità e sui servizi di salute mentale e psicosociali;
– 1,074 persone che lavorano nell’azione umanitaria e che hanno oggi una maggiore consapevolezza dei diritti delle persone con disabilità.
E i corsi di formazione sono stati sviluppati da persone con disabilità!
Riprendo qui le parole di Uliana Pchelkina (The League of the Strong): «Per garantire che le persone con disabilità abbiano una reale possibilità di realizzare se stesse e il proprio potenziale, abbiamo bisogno di qualcosa di più di un semplice sostegno alla sopravvivenza. Abbiamo bisogno di un sostegno costante e a lungo termine per l’instancabile lavoro di advocacy, per cambiare la percezione della disabilità da parte dell’opinione pubblica e per ricostruire il sistema – un sistema che metta al centro non lo status, ma l’individuo e le sue capacità».
Come in ogni sua azione, l’EDF, insieme ai suoi partner, considera le persone con disabilità protagoniste della loro vita anche quando hanno bisogno di sostegno. E allora ascoltiamo ancora Uliana, quando, da protagonista, dice: «Nel corso di questa collaborazione, non ci siamo mai sentiti dei semplici esecutori locali. Siamo stati – e restiamo – veri partner: uguali, ascoltati, inclusi».
In preparazione della Conferenza
Tornando allo specifico della Conferenza di questi giorni a Roma, il FID e CBM Italia hanno partecipato all’azione congiunta di advocacy con l’EDF e le organizzazioni di persone con disabilità ucraine National Assembly of Persons with Disabilities e The League of the Strong. Un’azione mirata a portare la voce delle persone con disabilità e il tema dell’inclusione delle persone con disabilità in questa quarta Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. Per l’occasione l’EDF ha preparato degli strumenti di comunicazione utili ad illustrare le proprie istanze ai governi e alle imprese che saranno parte attiva di questa ricostruzione.
In un’agevole pubblicazione dal titolo The Smart money, the right money, goes where it lifts everyone, traducibile come “Il denaro è utile e giusto, quando è destinato e speso per tutti”, basata sull’esperienza dei progetti messi in atto, si propone cosa e come sostenere la ricostruzione dell’Ucraina partendo dalla esperienza tragica delle persone con disabilità e tenendo conto della loro prospettiva. In particolare si propone un vademecum che descrive la corretta destinazione dei finanziamenti nella ricostruzione, ossia:
1. Coinvolgere le persone con disabilità nelle decisioni: investire in gruppi guidati da persone con disabilità in modo che possano aiutare a pianificare e controllare gli sforzi di recupero.
2. Sostenere le leggi che tutelano i diritti: finanziare i cambiamenti che seguono le norme delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità.
3. Includere tutti: assicurarsi che gli sforzi di recupero raggiungano le persone che spesso sono escluse, in particolare le donne e i bambini con disabilità.
4. Costruire luoghi accessibili: investire solo in scuole, case, cliniche e mezzi di trasporto accessibili a tutti.
5. Raccogliere i dati giusti: assicurarsi che le informazioni siano raccolte per età, sesso e disabilità, in modo da non perdere nessuno.
6. Rendere gli aiuti umanitari accessibili a tutti: sostenere solo gli aiuti di emergenza che soddisfano gli standard internazionali per l’inclusione delle persone con disabilità.
7. Aiutare le persone a vivere nella comunità: finanziare servizi che permettano a bambini e adulti con disabilità di vivere a casa (non in istituti), dove si vive meglio e si contribuisce alla società.
8. Pianificare le emergenze per tutti: sostenere piani di emergenza che includano le persone con disabilità.
Inoltre, il FID, insieme alle sue reti nazionali, all’EDF e alle Associazioni ucraine, ha richiesto al Governo e ai Ministri responsabili dell’organizzazione della Conferenza di includere i diritti delle persone con disabilità e il tema della ricostruzione accessibile e inclusiva come punto chiave nel programma ufficiale della Conferenza stessa. È infatti essenziale sottolineare che promuovere l’inclusione rappresenta un investimento concreto nella costruzione di una pace sostenibile e nella tutela dei diritti umani, sia in Ucraina che a livello globale.
L’Italia, che ospita questa quarta Conferenza, ha fatto proprio il Sendai Framework (quadro di riferimento in caso di disastri e calamità naturali o causate dall’uomo), che invita gli Stati a ricostruire meglio in termini di modernizzazione ed accessibilità, così come dall’Italia si è sviluppata la Carta di Solfagnano del G7 Inclusione e Disabilità dello scorso anno, che sottolinea l’importanza dell’accessibilità nelle situazioni di post-disastro.
La nostra consolidata esperienza nel campo dell’accessibilità ci consente quindi di fornire esempi sia positivi che negativi relativi alla progettazione accessibile, inclusiva e universale. Possiamo dichiarare come progetti non inclusivi:
° il Ponte della Costituzione di Venezia (“Ponte di Calatrava”), frutto di una progettazione difettosa, con inaccessibilità, contenziosi, inchieste e processi e una proposta a dir poco ridicola di “ovovia” per superare l’inaccessibilità del ponte stesso, oltre alla sostituzione della pavimentazione, il tutto con un aumento esponenziale dei costi (da 6,7 a 11,3 milioni di euro e i lavori sono durati da un anno a sei anni).
Progetti inclusivi, invece, possono essere dichiarati:
° Il Ponte Morandi di Genova ricostruito totalmente dopo la tragedia del suo crollo nel 2018. Bello, essenziale, una struttura dove vi sono soluzioni tecnologiche studiate per garantire un elevatissimo grado di efficienza.
° La nuova metropolitana di Salonicco in Grecia: gli scavi dei tunnel sono stati accompagnati da scavi archeologici, i più estesi mai realizzati nella città, che hanno riguardato una superficie di 30.000 metri quadrati e portato alla luce la celebre via romana conosciuta come Decumanus Maximus che era la via principale di Salonicco durante il periodo romano e bizantino, corrispondente alla Via Egnatia. Completamente accessibile e fruibile; uno splendore e una gioia percorrerla.
Conclusioni
La ricostruzione del Paese Ucraina è un’opportunità, seppure basata su una tragedia immane (la tragedia della guerra), per una riparazione dove i princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità vengano applicati. L’Ucraina, infatti, ha bisogno di una ricostruzione basata sulla progettazione universale e i “costruttori” devono lasciarsi guidare dall’articolo 2 (Definizioni) della Convenzione stessa: «Per “progettazione universale” si intende la progettazione di prodotti, strutture, programmi e servizi utilizzabili da tutte le persone, nella misura più estesa possibile, senza il bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. La “progettazione universale” non esclude dispositivi di sostegno per particolari gruppi di persone con disabilità ove siano necessari».
Ma diamo ancora voce, in conclusione, alle persone con disabilità ucraine: «L’inclusione è spesso percepita come qualcosa di “aggiuntivo”, “etico”, ma non “pratico”. Si tratta di un profondo malinteso. L’inclusione è un investimento. Un investimento per rendere la nostra società forte, coesa e capace» (Uliana Pchelkina).
Adoperiamoci pertanto affinché la ripresa dell’Ucraina costituisca un riferimento internazionale per pratiche di ricostruzione inclusiva.
*Componente del Consiglio dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità.
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