«La disabilità – scrivono dalla Federazione FISH Umbria in un documento che verrà presentato alla propria Regione – non è un problema sanitario o sociale isolato, ma una questione di diritti umani e di interazione tra persone con diverse caratteristiche e l’ambiente circostante. Le politiche sulla disabilità, quindi, non possono più essere confinate ai soli àmbiti socio-sanitari, ma devono permeare ogni aspetto della governance regionale e locale: trasporti, urbanistica, lavoro, istruzione, ambiente, cultura, giustizia, energia»
Nei giorni scorsi la FISH Umbria (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e famiglie) ha partecipato al Tavolo di Coordinamento in materia di disabilità, presso la sede della propria Regione, portando contributi e riflessioni sullo stato di attuazione della Deliberazione di Giunta Regionale 558/25, relativa alla definizione della condizione di disabilità e al Progetto di Vita Individuale, sulla costituzione dell’Osservatorio Regionale sulla condizione delle persone con disabilità, sugli indirizzi di programmazione del Fondo Unico per l’Inclusione (con attenzione al ruolo del caregiver familiare), sulle linee di indirizzo del nuovo Piano Socio-Sanitario Regionale 2025-2030, nonché sulla proposta di modifica della Delibera di Giunta Regionale 1210/23 sull’inserimento lavorativo.
Per l’occasione, la stessa FISH Umbria, in vista dell’incontro previsto per il 21 luglio prossimo sul tema del nuovo e già citato Piano Socio-Sanitario Regionale, cui parteciperanno la presidente della Regione Stefania Proietti e la direttrice regionale del settore Salute e Welfare Daniela Donetti, ha informato che presenterà un ampio documento di proposte (disponibile integralmente a questo link), introdotto così: «L’Umbria si pone all’avanguardia con il nuovo Piano Socio-Sanitario Regionale 2025-2030, adottando l’approccio One Health [letteralmente “Una Salute”, N.d.R.] dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che riconosce la stretta interconnessione tra salute umana, animale ed ecosistemi. La nostra Federazione, in linea con la visione della FISH Nazionale e forte della propria esperienza sul territorio, rilancia questa stessa ambizione per le politiche rivolte alle persone con disabilità. Non si tratta di un mero adattamento, ma di una necessità impellente per garantire una piena One Society for All (“Una Società per Tutti”) e l’attuazione del principio di “Diritti in Ogni Politica”. La disabilità, infatti, non è un problema sanitario o sociale isolato, ma una questione di diritti umani e di interazione tra persone con diverse caratteristiche e l’ambiente circostante. L’approccio One Health ci insegna quindi che per costruire un sistema più resiliente, equo e capace di rispondere alle emergenze, dobbiamo rafforzare la prevenzione e la collaborazione tra tutti i settori il che significa superare la logica settoriale e adottare una visione integrata che riconosca la “salute in tutte le politiche”, estendendo questo concetto al “diritto alla piena partecipazione in tutte le politiche”. Sosteniamo dunque con forza che la visione One Health debba essere il faro per ogni politica regionale, estendendola alla garanzia dei diritti e all’inclusione delle persone con disabilità».
Rimandando dunque Lettori e Lettrici al testo integrale del documento elaborato dalla FISH Umbria (di cui torniamo a ricordare il link), ne segnaliamo i punti principali, a partire da quella che viene definita come la necessità di una visione olistica e interconnessa dei diritti, superando la logica settoriale, ovvero «le politiche sulla disabilità non possono più essere confinate ai soli àmbiti socio-sanitari. Devono permeare e informare ogni aspetto della governance regionale e locale: trasporti, urbanistica, lavoro, istruzione, ambiente, cultura, giustizia, energia».
Quindi, i già menzionati Diritti in ogni politica: «Ogni nuova politica, ogni intervento settoriale, indipendentemente dal campo di esso (mobilità, energia, agricoltura), deve essere preventivamente valutato e progettato considerando il suo impatto sui diritti e sull’inclusione delle persone con disabilità, garantendo accessibilità, partecipazione e accomodamento ragionevole fin dalla fase di ideazione, come sancito dall’articolo 4 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità».
E ancora, il rafforzamento della prevenzione inclusiva, nonché una regia unica intersettoriale, basata su «un coordinamento stabile che riunisca i rappresentanti di tutti gli Assessorati Regionali, delle Aziende Sanitarie, delle Università, delle Province e dei Comuni», mantenendo e rafforzando il coinvolgimento dei portatori di interesse, tramite la co-programmazione e la co-progettazione insieme alle Associazioni di persone con disabilità, alle famiglie e al Terzo Settore».
Infine, l’applicazione dell’approccio di strumenti legislativi e programmatici già esistenti, come il Decreto legislativo 62/24 (Progetto di Vita Individuale, Personalizzato e Partecipato) e le misure del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Fondo Unico e Budget di Progetto) in riferimento a Piani generali e specifici della Regione, come il nuovo Piano Socio-Sanitario e il Piano Regionale Integrato per la Non Autosufficienza (PRINA), gli stessi Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziali (PDTA), che «devono evolvere in “Percorsi di Vita Integrati”, includendo, oltre a quella clinica, anche una prospettiva sociale e ambientale» e i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), che «non devono essere solo interventi puntuali, ma integrarsi strutturalmente con i Piani Urbani della Mobilità Sostenibile (PUMS), per creare “percorsi accessibili totali” (ad esempio dalla casa alla fermata dell’autobus, all’ufficio, al parco)».
«L’adozione di questo approccio One Health nelle politiche sulla disabilità – conclude il documento della FISH Umbria – non è un’opzione, ma una necessità strategica e un impegno etico che permetterà all’Umbria di passare da un modello di “assistenza” a un modello di “inclusione e diritti” pienamente attuato, dove ogni settore e ogni strumento di pianificazione contribuisca attivamente a costruire una società autenticamente accessibile, equa e resiliente per tutte le persone. E la FISH Umbria è pronta a essere parte attiva di questa “rivoluzione culturale e operativa”». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: andrea.tonucci@aviumbria.org.
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