Non solo ricostruire l’Ucraina, ma ricostruirla meglio, accessibile e inclusiva

«Non solo ricostruire ciò che è andato perduto, ma costruire qualcosa di migliore, ossia un Paese in cui case, trasporti, strumenti digitali, scuole, ospedali e posti di lavoro siano progettati per tutti fin dall’inizio, e non adattati in un secondo momento»: lo ha dichiarato Gunta Anča, vicepresidente del Forum Europeo sulla Disabilità e donna con disabilità, durante la quarta Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, tenutasi a Roma, nella quale la voce delle persone con disabilità ha trovato ampio spazio di ascolto
Quarta Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, Roma, luglio 2025
Foto di gruppo per persone con e senza disabilità alla quarta Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina tenutasi a Roma. In primo piano (seconda da sinistra), Gunta Anča, vicepresidente del Forum Europeo sulla Disabilità

Come riferito nei giorni scorsi anche sulle nostre pagine, per la prima volta alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, la cui quarta edizione si è tenuta nei giorni scorsi a Roma, la voce delle persone con disabilità ha trovato ampio spazio di ascolto, grazie a un’azione congiunta di advocacy (“tutela giuridica”) che ha visto unite insieme numerose realtà del movimento italiano e internazionale della disabilità, ponendo in prima linea lEDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, con CBM Italia, componente nazionale dell’organizzazione impegnata per la salute, l’educazione, il lavoro e i diritti delle persone con disabilità nel mondo e in Italia), il FID (Forum Italiano sulla Disabilità) e le organizzazioni di persone con disabilità ucraine NAPD (National Association of Persons with Disabilities) e LoS (The League of the Strong).
In particolare, un evento collaterale della Conferenza, organizzato dalla ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, in collaborazione con l’EDF, e un panel nella Conferenza stessa, dedicato interamente alla disabilità, sono state le occasioni preziose in cui la voce delle persone con disabilità e le testimonianze dirette dall’Ucraina sono state ascoltate.

«I diritti delle persone con disabilità e l’importanza della loro inclusione per lo sviluppo del capitale umano del Paese – sottolineano da CBM Italia – sono emersi in diversi interventi nei due giorni di Conferenza, a partire dal discorso di apertura di Olena Zelenska, first lady ucraina, che ha parlato di accessibilità, riabilitazione, salute mentale e pari opportunità come elementi chiave degli interventi in corso e di quelli futuri, per una ricostruzione che non sia solo fisica, ma anche sociale, mettendo le persone al centro. E poi protezione, educazione, infrastrutture, lavoro, housing, welfare: diversi sono stati gli interventi presentati e annunciati a Roma, inclusivi delle persone con disabilità. Un’occasione in cui anche le imprese e il settore privato dovranno avere un ruolo determinante, ingaggiandosi e collaborando con i diversi portatori d’interesse, per rendere reale l’inclusione.

Secondo quanto sottolineato dall’EDF, alle 2.700.000 persone con disabilità presenti in Ucraina prima dell’inizio del conflitto se ne sono aggiunte altre 300.000 che hanno acquisito una disabilità a causa delle ferite di guerra e il numero continua a crescere. Va inoltre ricordato ancora una volta che in tutte le emergenze umanitarie le persone con disabilità hanno una probabilità quattro volte maggiore di morire perché non riescono ad accedere agli spazi sicuri a causa delle barriere architettoniche, non ricevono informazioni cruciali per la sicurezza e non riescono a lasciare le loro case per raggiungere i rifugi.
Eppure, come sottolinea Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, che ha partecipato alla quarta Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, «l’articolo 11 (Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – a cui aderiscono l’Ucraina e l’Unione Europea – sancisce la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, come i conflitti e le emergenze umanitarie. In questi tre anni dall’inizio della guerra CBM, grazie al sostegno della cooperazione tedesca e di donatori italiani, ha lavorato con le organizzazioni locali riuscendo a raggiungere 98.000 persone (in Ucraina e nei Paesi limitrofi) con assistenza medica, sostegno psicosociale, servizi riabilitativi, sostegno in denaro ed empowerment delle organizzazioni di persone con disabilità per rafforzare attività di advocacy. Il nostro approccio è basato sul disability mainstreaming: la disabilità, cioè, non viene trattata come àmbito separato, ma le esigenze delle persone con disabilità vengono incorporate in tutte le pratiche e fasi della ripresa. Così ogni sforzo di ricostruzione è anche garanzia di pari diritti e opportunità per tutti».

«L’Ucraina ha ora un’opportunità unica – dichiara dal canto suo Gunta Anča, vicepresidente dell’EDF e donna con disabilità -: non solo ricostruire ciò che è andato perduto, ma costruire qualcosa di migliore. Un Paese in cui case, trasporti, strumenti digitali, scuole, ospedali e posti di lavoro siano progettati per tutti fin dall’inizio, e non adattati in un secondo momento. Costruendo infatti un’Ucraina inclusiva, costruiremo un’Ucraina più forte e migliore per tutti. Strade accessibili aiutano non solo le persone in sedia a rotelle, ma anche i genitori con passeggini, le persone anziane e i soldati feriti. E un’informazione più accessibile aiuta tutti. L’inclusione, quindi, non riguarda solo le persone con disabilità, ma l’intera società». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Silvia Panzarin (silvia.panzarin@leacrobate.it).
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