Una questione di equilibrio, trasparenza, responsabilità e ascolto

di Salvatore Nocera
«“Le residenze non sono il male; la vita indipendente non è un’illusione; i diritti non sono un lusso. Servono equilibrio, trasparenza, responsabilità e ascolto. Solo così sarà possibile costruire un sistema giusto, sostenibile e davvero inclusivo”: le parole con cui Gianfranco Vitale ha concluso un suo recente intervento su queste stesse pagine – scrive Salvatore Nocera – mi sembrano di grande saggezza ed equilibrio»

Uomo anziano che riflette«Le residenze non sono il male; la vita indipendente non è un’illusione; i diritti non sono un lusso. Servono equilibrio, trasparenza, responsabilità e ascolto. Solo così sarà possibile costruire un sistema giusto, sostenibile e davvero inclusivo»: le parole con cui Gianfranco Vitale ha concluso un suo recente intervento su queste pagine [“Residenzialità, vita indipendente e diritti delle persone con autismo: un’analisi critica, N.d.R.] mi sembrano di grande saggezza ed equilibrio, nel senso che ci possono essere casi in cui le piccole residenze sono necessarie a garantire un progetto di vita accettabile, per persone per le quali un progetto di vita pienamente indipendente, anche se supportato, si sia dimostrato impercorribile. Ci sono invece casi meno bisognosi di sostegni intensivi che consentono la realizzazione piena di un progetto di vita indipendente, pienamente voluta dagli interessati e idonee a soddisfarne le aspirazioni e i desideri.
Negli uni e negli altri casi si realizzano i diritti di ciascuna persona, commisurati alle sue minori o maggiori capacità di vita indipendente che, a mio sommesso avviso, non sarebbero realizzati se si imponesse un progetto di vita pienamente indipendente a chi non ha alcuna autonomia, specie intellettiva, o se si imponesse una vita in una residenza, anche piccolissima, a chi invece è in grado con sufficienti sostegni di vivere pienamente in casa propria.
Questo mio intervento, dunque, non vuole essere “cerchiobottista”, ma mi è stato suggerito specie dalle ultime parole dell’articolo del signor Vitale, che ringrazio.

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