«Nella Striscia di Gaza – dicono dall’AIPD – continuano ad essere uccise ogni giorno decine, centinaia di innocenti, una realtà cui non possiamo e non vogliamo assuefarci. L’anniversario della crudele uccisione di Muhammed Bhar, giovane con sindrome di Down, diventa quindi l’occasione per far sentire la nostra voce e per rilanciare un appello forte alle Istituzioni italiane, europee e internazionali alle quali chiediamo azioni concrete e costanti per fermare gli attacchi alla popolazione inerme»

È trascorso un anno da quando, a Gaza, fu crudelmente ucciso Muhammed Bhar, giovane con sindrome di Down. «Come Associazione di persone con disabilità – scrivono dall’AIPD (Associazione Italiana Persone con Sindrome di Down) -, la sua drammatica vicenda ci turbò profondamente, tanto che subito ne denunciammo pubblicamente l’assurdità e la gravità con un comunicato urgente, chiedendo rispetto, protezione e visibilità per le persone con disabilità nei territori di guerra». Un comunicato, quello cui si riferisce l’AIPD, di cui Superando riprese i contenuti (a questo link).
«Oggi – proseguono dall’Associazione -, nella Striscia di Gaza continuano ad essere uccise ogni giorno decine, centinaia di innocenti. È una realtà drammatica e profondamente ingiusta, a cui non possiamo e non vogliamo assuefarci. L’anniversario della morte di Muhammed diventa quindi l’occasione per far sentire la nostra voce, ma soprattutto per rinnovare il nostro impegno e rilanciare un appello forte alle Istituzioni italiane, europee e internazionali alle quali chiediamo azioni concrete e costanti per fermare gli attacchi alla popolazione inerme; un impegno congiunto, anche in coordinamento con le Associazioni locali e internazionali, per conoscere la situazione attuale delle persone con disabilità nella Striscia di Gaza, raccogliendo dati, testimonianze e analisi; un collegamento e un sostegno alle Associazioni locali che operano in difesa dei diritti delle persone con disabilità nell’area; l’apertura di corridoi umanitari speciali, che garantiscano protezione, accesso a cure mediche, assistenza e possibilità di evacuazione per le persone con disabilità, a partire da coloro che sono rimasti senza alcun supporto familiare».
«Siamo pronti a fare la nostra parte – concludono dall’AIPD, Associazione aderente alla FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie) -, attraverso reti internazionali, supporto istituzionale e azioni di advocacy, affinché il diritto alla vita e alla dignità non sia negato alle persone con disabilità. In ogni conflitto, sono sempre i più fragili a pagare il prezzo più alto. Se restiamo in silenzio, diventiamo complici. Per questo oggi ricordiamo Muhammed, ma soprattutto scegliamo di non dimenticarlo». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.
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