Chi l’ha detto che la cecità possa impedire di diventare dirigenti scolastici?

«Laddove ce ne fosse ancora bisogno, questa è un’ulteriore dimostrazione che la disabilità visiva non è un impedimento alla capacità di leadership e di gestione e che non serva la vista per ricoprire ruoli di responsabilità, come d’altra parte che non si è migliori nella dirigenza scolastica solo in virtù della propria cecità»: lo dicono i gemelli Gianluca ed Emanuele Rapisarda, entrambi persone cieche, che dal 1° settembre saranno in contemporanea alla guida di due importanti Licei di Catania
Gianluca ed Emanuele Rapisarda
Da sinistra, Gianluca ed Emanuele Rapisarda

Fatto davvero inedito e curioso, due gemelli non vedenti di 51 anni, a partire dal 1° settembre prossimo saranno in contemporanea alla guida di due importanti Licei catanesi. Si tratta di Emanuele Rapisarda, confermato dall’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia nel suo incarico di preside del Liceo Galilei di Catania e del gemello Gianluca Rapisarda, nota firma anche di Superando sui temi dell’inclusione scolastica, appena trasferito dal medesimo Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia dal Liceo Megara di Augusta (Siracusa) alla dirigenza scolastica del Liceo Statale Lombardo Radice di Catania.
«Laddove ce ne fosse ancora bisogno – dicono a una voce -, questa è un’ulteriore dimostrazione che la disabilità visiva non è un impedimento alla capacità di leadership e di gestione e che non serva la vista per ricoprire ruoli di responsabilità, come d’altra parte che non si è migliori nella dirigenza scolastica solo in virtù della propria cecità».

«Riteniamo – aggiungono – che la nostra “storia” vada raccontata con assoluta normalità. Infatti, quando si descrivono aspetti della vita di noi persone con disabilità si rischia sovente di cadere nel doppio e ambivalente luogo comune di narrarle o con il trionfalismo e il sensazionalismo tipico dei “supereroi” o, al contrario, con toni pietistici e “strappalacrime”, additandoci come “poveracci” semplicemente da compatire. Il nostro auspicio, invece, è invece che la nostra esperienza di gemelli dirigenti scolastici con disabilità visiva insieme prèsidi a Catania, possa, nel prossimo anno scolastico, essere utile a “mostrare” la cecità per quella che è realmente nel 2025: non una tragedia assoluta o il massimo handicap possibile, come spesso si pensa nell’immaginario collettivo, quanto piuttosto senza dubbio una limitazione, ma che convive con la quotidianità e che a noi due, con gli “accomodamenti ragionevoli” e gli ausili adeguati a scuola, all’Università, nelle procedure concorsuali e al lavoro (PC con screenreader, software di tecnologia assistiva con sintesi vocale, Jaws ecc.), ha certamente aperto le porte di una vita pressoché “normale”, facendoci raggiungere gli stessi traguardi anche di vertice di tutti gli altri, pur adottando soluzioni personalizzate  individualizzate».

«Vogliamo ringraziare di vero cuore e sentitamente il direttore generale e il vicedirettore dell’Ufficio Scolastico Regionale Siciliano, Giuseppe Pierro e Marco Anello – concludono Emanuele e Gianluca Rapisarda – per averci seguito passo dopo passo come dei “figli adottivi” nel nostro duro ma entusiasmante percorso professionale di dirigenti scolastici. Senza la loro sensibilità e disponibilità nell’aiutarci a superare le intricate pastoie burocratiche dell’Amministrazione Scolastica, non ce l’avremmo mai fatta! In tal senso, il sempre puntuale e competente supporto garantitoci dall’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia, sin dai tempi dello svolgimento del concorso a preside, è un esempio virtuoso di buona prassi di inclusione e di efficacia ed efficienza nella tanto bistrattata Pubblica Amministrazione del Sud del nostro Bel Paese. Speriamo quindi davvero che la nostra bella “avventura d’inclusione” possa contribuire a diffondere, anche nelle comunità scolastiche che ci accingiamo a dirigere a breve, una nuova cultura della diversità e della disabilità, finalmente positiva e inclusiva, considerata non più come un rischio o un pericolo, ma come un’occasione imperdibile di scambio e di crescita umana e sociale». (S.B.)

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