Il “dopo” nell’Area Critica di Montecatone, dove comincia un percorso fatto di competenza e possibilità

«Per molte persone transitate dalla nostra Area Critica c’è un “prima” che spesso è una vita normale, piena, autonoma e un “dopo” che arriva all’improvviso, con un incidente stradale, un tuffo avventato o sfortunato, una caduta domestica o una patologia rara e drammatica. Qui comincia un nuovo percorso fatto di attenzione, competenza e possibilità concrete di riprendere in mano la propria esistenza o parte di essa: lo dicono dall’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna)
Equipe multidisciplinare dell'Area Critica all'Istituto Riabilitativo Montecatone
L’équipe multidisciplinare dell’Area Critica all’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna)

«Per molte persone transitate dall’Area Critica della nostra struttura esiste un prima e un dopo; il prima, spesso, è una vita normale, piena, autonoma. Il dopo arriva all’improvviso, con un incidente stradale, un tuffo avventato o sfortunato, una caduta domestica o una patologia rara e drammatica come può essere la sindrome di Guillain-Barré. Questo dopo ha da alcuni anni la forma del nostro Istituto, dove comincia un nuovo percorso fatto di attenzione, competenza e possibilità concrete di riprendere in mano la propria esistenza o parte di essa. In Europa, infatti, ci sono soltanto tre strutture che, come la nostra Area Critica, sono in grado di prendere in carico pazienti in fase acuta con lesioni midollari o cerebrali gravi – anche in assenza di autonomia respiratoria – e di farlo in un contesto che integra, nel prosieguo delle cure, rianimazione e riabilitazione su misura»: lo dicono dall’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), una struttura di cui anche Superando sempre segue con attenzione le attività, che negli ultimi quattro anni, per dare una sola cifra, ha preso in cura circa 1.000 pazienti, provenienti da tutto il Paese (60%) o dall’Emilia Romagna (40%).
«Assistiamo persone in condizioni cliniche molto critiche – spiega Monika Zackova, direttrice dell’Area Critica di Montecatone -, spesso instabili, e le accompagnamo nel momento più delicato del loro percorso, stabilizzandole e rendendole autonome nelle funzioni vitali. La nostra forza è un’équipe multidisciplinare – composta da anestesisti, fisioterapisti, internisti neurologi, nutrizionisti, infermieri e operatori sanitari di grande esperienza e umanità, cui affianchiamo consulenti esterni per la parte fisiatrica e infettivologa – capace di affrontare ogni situazione clinica offrendo, con una buona dose empatica, sostegno a pazienti e familiari».

Si parla di una struttura che dispone di 6 posti in terapia intensiva e 11 in sub-intensiva; la degenza media è di 22 giorni nella prima e 24 nella seconda. Il 75% dei pazienti ha una mielolesione traumatica (incidenti stradali, cadute, tuffi) o non traumatica, provocata dalla citata sindrome di Guillain Barré, malattia neurologica acuta caratterizzata principalmente da una rapida e progressiva debolezza muscolare, spesso con complicazioni sensoriali e autonomiche. I sintomi tipici si sviluppano nel corso di giorni o settimane o con ischemie midollari. Alcuni arrivano in condizioni quasi disperate, capaci di muovere solo gli occhi. «Grazie dunque al lavoro dell’équipe – aggiunge Zackova – molti riescono a ritrovare autonomia e dignità».
Il restante 25% è rappresentato da pazienti con gravi cerebrolesioni di origine traumatica o da emorragie cerebrali.

Tra gli strumenti più innovativi adottati a Montecatone spiccano il glidescope – che utilizza una videocamera per visualizzare la laringe e le corde vocali, facilitando procedure come l’intubazione tracheale, specialmente in caso di vie aeree difficili – e l’ossigeno-ozono terapia, impiegata nelle risposte infiammatorie resistenti dell’organismo ad infezioni (sepsi) e nel trattamento delle lesioni da decubito. È stato inoltre istituito un gruppo dedicato ai disturbi della deglutizione, molto frequenti in entrambe le tipologie di pazienti.
«Siamo impegnati a ridurre i tempi di degenza – sottolinea ancora Zackova – per ampliare l’accesso a chi è in lista d’attesa senza mai scendere a compromessi sulla qualità delle cure. La nostra ambizione è offrire supporto al maggior numero possibile di persone, nel modo migliore possibile».

L’Area Critica di Montecatone, va ricordato in conclusione, è anche un “centro di produzione scientifica”, se è vero che ad oggi sono già cinque gli articoli pubblicati su riviste internazionali e tre gli studi in corso su decannulazione, qualità della vita post-trauma e utilizzo della scrambler therapy per il dolore neuropatico intrattabile (di quest’ultima si legga già ampiamente anche sulle nostre pagine). (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa dell’Istituto Riabilitativo Montecatone (Massimo Boni), massimo.boni@montecatone.com.
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