La Commissione Europea ha revocato la propria decisione di ritirare la Proposta di Direttiva per l’attuazione del principio di parità di trattamento negli àmbiti della vita extralavorativa, testo particolarmente importante anche per le persone con disabilità, ciò che è avvenuto anche in seguito alle forti proteste di varie organizzazioni della società civile, tra cui il Forum Europeo sulla Disabilità, nonché a quelle di numerosi membri del Parlamento Europeo e di alcuni governi nazionali
«Questo è un altro triste segnale dei tempi politici ostili in cui viviamo e conferma che le politiche di uguaglianza non sono più prioritarie per l’attuale Commissione. Hanno ritirato la Direttiva ma non hanno proposto alcuna alternativa o una proposta migliorata. Abbiamo già attivato le nostre reti per dare una risposta»: con queste dure parole, nel febbraio scorso, l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, aveva commentato sulle nostre pagine la decisione della Commissione Europea di revocare la Proposta di Direttiva per l’attuazione del principio di parità di trattamento negli àmbiti della vita extralavorativa, con la motivazione che «quella Proposta è ferma e sono improbabili ulteriori progressi».
Nel 2007, avevamo anche ricordato, lo stesso Forum Europeo sulla Disabilità aveva raccolto un milione e 300.000 firme per chiedere appunto alla Commissione di elaborare una legislazione antidiscriminazione. Quella Proposta di Direttiva, infatti, mira a colmare un vuoto nella legislazione antidiscriminazione che lascia milioni di persone emarginate senza protezione ed è stata espressa dopo una lunga battaglia da parte della società civile, allo scopo appunto di tutelare le persone che affrontano discriminazioni, come richiesto dai trattati dell’Unione Europea e dal diritto internazionale sui diritti umani.
Nel caso delle persone con disabilità, essa dovrebbe garantire che la mancanza di accessibilità e il rifiuto di accomodamenti ragionevoli venissero equiparate a vere e proprie forme di discriminazione. Nello specifico, la Direttiva copre servizi pubblici e privati, inclusi protezione sociale, assistenza sanitaria, istruzione e accesso a beni e servizi disponibili al pubblico, come l’alloggio: tutti àmbiti in cui, com’è ben noto, le persone con disabilità continuano ad essere discriminate in modo sproporzionato.
Proprio oggi, dunque, giorno in cui Superando si congederà dai propri Lettori e Lettrici per la pausa estiva (riprenderemo le pubblicazioni il 20 agosto), è con particolare piacere che possiamo dare una buona notizia, ossia informare che la Commissione Europea ha revocato quella triste decisione di ritirare la Proposta di Direttiva sulla parità di trattamento, ciò che è avvenuto, come sottolinea ancora una volta il Forum Europeo sulla Disabilità, «in seguito alle forti proteste delle organizzazioni della società civile, dei membri del Parlamento Europeo e dei paesi dell’Unione Europea» (di tali proteste si legga già anche sulle nostre pagine).
Nel ricordare che «l’adozione della Direttiva è bloccata da 17 anni a causa dell’opposizione di alcuni Stati Membri dell’Unione Europea, tra cui, più recentemente, la Germania, l’Italia e la Repubblica Ceca», l’EDF dichiara che anche «dato il contesto attuale, il ritiro di essa rappresenterebbe certamente un passo indietro in materia di parità e un cedimento a spinte antidemocratiche. L’attuale decisione, dunque, rappresenta uno sviluppo positivo che dovrà però essere seguito da un’azione decisa da parte del Consiglio dell’Unione Europea».
Ringraziando infine gli europarlamentari Alice Bah Kunke e Maria Walsh, «per il loro sostegno alla proposta», il Forum invita «l’attuale Presidenza danese del Consiglio dell’Unione Europea e i Governi Nazionali a rompere lo stallo durato 17 anni e ad approvare finalmente quella Direttiva sulla parità di trattamento». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: André Felix (Ufficio Comunicazione EDF), andre.felix@edf-feph.org (cui scrivere in inglese).
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