Ai diritti umani i bilanci devono inchinarsi

di FISH Veneto*
«Ai diritti umani devono inchinarsi anche i bilanci di previsione delle Regione e dei Comuni»: in base a questo concetto fondamentale e di fronte alle politiche della Regione Veneto, che portano a continui tagli dei servizi essenziali per le persone con disabilità e le loro famiglie, la FISH della Regione (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha deciso di organizzare una grande manifestazione di protesta per il 5 ottobre a Treviso
Manifestazione di protesta a Venezia del 12 giugno 2012
Un’immagine della manifestazione di protesta promossa il 12 giugno scorso a Venezia dalla FISH del Veneto

«La Regione Veneto – scrivono i responsabili della FISH locale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), introducendo il comunicato che annuncia la manifestazione regionale di protesta delle persone con disabilità e delle loro famiglie, denominata Rendersi visibili – Affermare i diritti – Impedire la riduzione dei servizi: “No ai balzelli sulla disabilità”, in programma per venerdì 5 ottobre a Treviso (ore 11, da Piazza Vittoria a Piazza dei Signori) – ha deciso di dare attuazione alla cosiddetta “spending review” [revisione di spesa, N.d.R.], chiedendo alle Cooperative di tipo A e B di ridurre del 5% i costi dei servizi. Si tratta di una richiesta che avrà pesanti ricadute, sia sulla qualità dei servizi socio-sanitari e sull’occupazione».
«Ci dichiariamo dunque d’accordo – proseguono dalla FISH Veneto – con le rappresentanze della cooperazione regionale: si riveda la spesa o per meglio dire la si riqualifichi, ma si escludano da tale manovra almeno i servizi gestiti in accreditamento, e non la si applichi ai servizi semiresidenziali, residenziali e domiciliari destinati alle persone con disabilità e non autosufficienti, ai servizi per i minori e a quelli finalizzati all’occupazione di persone svantaggiate».
«Allo stesso tempo – è la conclusione – riteniamo che sia giunto il momento dell’assunzione di responsabilità, della Giunta in primo luogo, che agisce improvvisando, ma anche del Consiglio Regionale, che sulla revisione della spesa deve esprimesi in modo netto e impedire il disastro sociale annunciato. E per impedirlo bisogna affrontare urgentemente i problemi che la manifestazione da noi indetta per il 5 ottobre a Treviso pone all’attenzione delle Istituzioni, delle Forze Politiche e Sociali, degli Enti Locali e della Regione».
Diamo quindi spazio al testo integrale del comunicato, che evidenzia un ulteriore, grave problema, causato – secondo la FISH del Veneto – dalle più recenti intenzioni espresse dall’assessore ai Servizi Sociali Remo Sernagiotto, in ambito di compartecipazione alla spesa da parte delle famiglie, ricordando infine che anche la CGIL Veneto ha già confermato la propria adesione e partecipazione alla manifestazione del 5 ottobre.
(S.B.)

L’assessore regionale ai Servizi Sociali Remo Sernagiotto vuole obbligare le persone disabili che frequentano i Centri Diurni a versare una retta mensile per il servizio di cui usufruiscono. Dice che «non si può fare altro», che «c’è la crisi», che «il Governo ha ridotto i finanziamenti alle Regioni» e che «le famiglie devono pagare». Per essere ancora più chiaro, aggiunge poi che le famiglie possono almeno contribuire al costo del vitto e del trasporto.
Dal canto suo, il sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo fa la stessa cosa e chiede alla Regione di modificare la Legge Regionale 30/09 (Disposizioni per la istituzione del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza e per la sua disciplina), che per le prestazioni erogate alle persone disabili presso i Centri Diurni non prevede alcuna compartecipazione alla spesa.

Dopo tanto pensare, dunque, ecco la “brillante soluzione”: far pagare le persone con disabilità e ridurre i servizi. Quello che non viene detto è che la Regione ha già ridotto i servizi nel 2011, che ha continuato a farlo nel 2012 e che altrettanto farà nel 2013.
Tagliare la spesa sociale, infatti, è facile: chi convive con la disabilità, chi non è autosufficiente, chi non è grado di rappresentarsi da solo, chi vive in una comunità residenziale non ha né la voce, né la forza di protestare. E per ridurre i servizi, basta non fare nuovi Centri e nuove attività diurne, basta ridurre le ore di assistenza domiciliare, basta ridurre i finanziamenti all’assistenza per la Vita Indipendente, per i servizi di  sollievo, per l’integrazione scolastica ed altro. «Potenzierò l’assistenza per la Vita Indipendente» disse Sernagiotto prima di tagliarla!
Com’è noto, le persone disabili sono abituate a vivere “alla grande”, da sole o in famiglia, con 267 euro di pensione e 493 di accompagnamento, oppure in una comunità residenziale e senza un euro. Non è una “pacchia” essere persone con disabilità?

Abbiamo deciso ancora una volta di manifestare, per porre fine all’irragionevolezza, cioè a tutto questo. Chiediamo il rispetto delle Leggi e delle Sentenze. Chiediamo ai Sindaci di non assumere il ruolo di “gabellieri”, ma di esercitare una forte pressione sul Governo Monti e sulla Regione affinché vengano ripristinati i finanziamenti per i servizi sociali destinati alle persone con disabilità e alle persone non autosufficienti.
Chiediamo di dotare il Fondo per la Non Autosufficienza di nuovi finanziamenti, di potenziare il fondo destinato alle politiche sociali dei Comuni e di finirla di chiedere soldi alle famiglie. L’Assessore “non sa letteralmente quello che dice”: le famiglie, infatti, contribuiscono alle spese non una, ma due, tre, dieci volte, ogni giorno, per tutti i giorni dell’anno, per tutta la vita.

Quella dell’assessore Sernagiotto e del sindaco di Treviso Gobbo è un’azione illogica, priva di serie argomentazioni sotto il profilo giuridico, politico e anche economico, visto che non riuscirà a conseguire il risultato che si propone. Infatti, le famiglie già fortemente penalizzate dalla crisi economica sono in grande maggioranza a reddito basso e in tale situazione la “tassa sull’handicap” sarebbe ininfluente rispetto ai costi della programmazione sociale, ma insostenibile, tuttavia, per le famiglie stesse. Con la compartecipazione si vuole in realtà ridurre la domanda di accesso ai servizi e ridurre la spesa sociale.
Chiediamo e pretendiamo rispetto. I diritti umani e costituzionali devono essere tradotti in servizi garantiti ed esigibili, in quanto essenziali e vitali. I costi per la realizzazione di una qualificata rete di protezione sanitaria e sociale per i Cittadini del Veneto vanno posti a carico della società tutta e non delle sole persone costrette a ricorrere ai servizi. Ai diritti umani devono inchinarsi anche i bilanci di previsione delle Regione e dei Comuni: è questa la via maestra e solidale.

I tagli alla spesa rischiano come sempre di diventare tagli ai servizi essenziali. La riduzione dei servizi è in atto e la situazione è quanto mai preoccupante. Dobbiamo fare ogni sforzo per rendere visibili le nostre persone, la nostra protesta, le nostre proposte. E manifesteremo a Treviso perché proprio da li è partita l’operazione – complice l’assessore regionale Sernagiotto – che intende obbligare le famiglie a compartecipare ai costi dei servizi essenziali.

Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap del Veneto.

Per ulteriori informazioni e adesioni: tel. 045 8010436, fishveneto@libero.it.

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