In questo senso gli incidenti stradali dovrebbero essere considerati e affrontati dallo Stato alla stregua di un’epidemia e ciascun caso dovrebbe essere riportato ad un’Autorità Centrale e studiato relativamente alle cause che lo hanno determinato, al fine di avere il maggior numero di informazioni possibili sui fattori di rischio e sugli interventi da adottare a livello locale e nazionale per prevenirli.
È noto che la giovane età rappresenta di per sé un fattore di rischio importante. A livello mondiale, ad esempio, gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte nei giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni e la seconda nelle fasce di età tra i 10 e i 14 anni e tra i 20 e i 24.
L’imperizia nella guida, l’inesperienza, la ricerca del rischio per provare emozioni, l’influenza del gruppo sui comportamenti a rischio, concorrono tutti nel rendere la giovane età un fattore di rischio.
I giovani al di sotto dei trent’anni hanno tre volte il rischio di un incidente mortale rispetto alle persone con età maggiore di trenta.
Tra i conducenti d’auto si è visto poi che tra i giovani, i maschi hanno incidenti mortali tre volte più delle femmine.
Oltre alla giovane età, altri fattori di rischio come l’alta velocità, l’uso di alcool, la guida notturna e l’avere a bordo più passeggeri – oltre al mancato uso delle cinture di sicurezza in tutti i passeggeri a bordo – concorrono nell’aumentare la probabilità di incidenti stradali.
Tali fattori di rischio – quando presenti insieme – hanno un effetto non sommatorio, ma moltiplicatorio. Uno studio neo-zelandese, ad esempio, ha mostrato come i neopatentati di 18-20 anni con un tasso alcolico di 0,03 g/dl (considerato nei limiti da molti Stati), che trasportavano due o più persone, avevano un rischio di incidente stradale 34 volte superiore rispetto a guidatori di età superiore a trent’anni, con tasso alcoolemico zero e trasportanti un solo passeggero.
E del resto il trasporto di più passeggeri – non solo se al volante è un giovane – dev’essere considerato sempre come un fattore di rischio non trascurabile, in quanto determina più facilmente distrazione alla guida da parte del conducente e deve richiamare ad una maggiore concentrazione da parte dello stesso.
I passeggeri, dal canto loro, devono aiutare il conducente nel considerare prioritari il rispetto dei limiti di velocità e la prudenza nelle manovre di guida.
*Direttore del Centro OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di Medicina del Turismo, Rimini.
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