Crediamo possa essere quanto mai preziosa, e la consigliamo a tutti – specie in un momento come quello attuale – la lettura di un libro uscito nei giorni scorsi, con l’azzeccato titolo di Tra il dire e il welfare. Lo Stato Sociale nel mare della crisi. Esperienze e idee per un nuovo welfare equo e partecipato.
A firmarne la cura sono Francesca Paini, consigliere regionale di Federsolidarietà Lombardia, presidente della Cooperativa Altreconomia e già autrice con Carlo Borzaga di Buon lavoro (Altreconomia, 2011), insieme a Giulio Sensi, direttore della rivista «Volontariato Oggi», che cura anche, tra le varie collaborazioni con organizzazioni non governative, riviste e realtà del non profit, la comunicazione della Fondazione Volontariato e Partecipazione.
Con una serie di dati essenziali, di esempi e di testimonianze, il volume si concentra – come spiega lo stesso Sensi – su quello che risulta certamente «il settore più trascurato dallo Stato e dove i tagli hanno effetti più drammatici, il welfare sociale, ovvero l’insieme di servizi o di prestazioni monetarie erogati, in primis a livello locale, per alleviare, rimuovere o prevenire condizioni di fragilità, disagio o mancanza di autonomia. “Non ce lo possiamo più permettere”, ripetono da anni gli addetti ai lavori. Lo Stato Sociale sarebbe da smantellare, perché mancano i soldi. Ma è poi vero? Come funziona il welfare in Italia e quali prestazioni garantisce? Quali parti “costano” di più e pesano sul bilancio dello Stato e sui contribuenti? Che cosa viene davvero tagliato e che cosa no?».
Tra il dire e il welfare tenta dunque di rispondere con chiarezza a tutte queste domande, cercando anche di sgombrare il campo da una serie di luoghi comuni sin troppo diffusi, evidenziando ad esempio che in Italia la spesa pubblica per l’assistenza nel campo delle non autosufficienze, della famiglia, della maternità e della povertà è nettamente inferiore rispetto alla media europea e alle altre voci di spesa delle politiche di welfare.
A un quesito fondamentale che circola per tutto il libro, e cioè quali strumenti vi siano per cambiare una situazione che rischia di portare a un vero e proprio welfare west, dove sopravviveranno solo “i più forti o i più abbienti”, una prima risposta la fornisce nel libro Cristiano Gori, docente di Politica Sociale all’Università Cattolica di Milano e consulente scientifico dell’Istituto per la Ricerca Sociale, che nel sottolineare l’importanza dei «Livelli Essenziali di Assistenza dovuti a tutti», riassume in una semplice frase il drammatico momento del Paese: «In quest’ultima fase, segnata dal contemporaneo verificarsi di crescita di bisogni e di drastici tagli a un sistema di risposte già esile, è diventato veramente chiaro a cosa servirebbero i “Livelli Essenziali di Assistenza”: a garantire i diritti dei Cittadini e tutelare l’esistenza di un sistema di welfare sociale finanziato dal pubblico».
«Ma una volta chiarito – spiega ancora Sensi – che sui diritti non si transige, con questo libro, che racconta storie inedite di welfare responsabile e quotidiano, intendiamo mostrare una strada diversa e inedita, che non guardi alla singola prestazione, ma al benessere di tutta la società. Una “cura” che possiamo definire “welfare di relazione”, i cui protagonisti siano i Comuni – primi attori del “welfare locale”-, le aziende – che recitano una parte importante, anche se non possono essere i “deus ex machina” -, il Terzo settore – non solo importante controfigura del pubblico, ma “eroe dei più deboli” -, e i Cittadini, per nulla comparse, anzi spesso in primo piano».
«Una serie di idee e buone pratiche – conclude Sensi – che possono aiutare ad estendere le protezioni del welfare e a rendere più equa la società, dal ristorante sociale al mutuo soccorso, dal microcredito alle cooperative antimafia. Un welfare solidale reso possibile dall’impegno di pubblico e società civile, richiamato nel suo intervento, presente nel libro, da don Giacomo Panizza, anima della Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme (Catanzaro), quando dice che proprio “questa è la bellezza di essere cittadini e cittadine, di rinnovarsi come persone che vivono a testa alta, di dare un nuovo senso e una nuova organizzazione alla vita”».
Due parole, infine, merita anche chi ha edito questa pubblicazione, ovvero Altreconomia, editore che dal 1999 racconta – con la propria rivista mensile e i suoi libri – le iniziative più coraggiose di un’economia nuova e solidale, fondata sulle relazioni, il rispetto dell’ambiente e delle persone, la forza della società civile.
Cooperativa formata da 516 soci – in gran parte lettori, persone e realtà vicine all’economia solidale – Altreconomia costituisce certamente un caso concreto di informazione indipendente. (S.B.)
Francesca Paini e Giulio Sensi, Tra il dire il welfare. Lo Stato Sociale nel mare della crisi. Esperienze e idee per un nuovo welfare equo e partecipato, Milano, Altreconomia, 2012, 144 pagine, euro 12,50.
Articoli Correlati
- Carlo Borzaga, un uomo capace di ascolto e accoglienza «Carlo Borzaga è stato il dono di un uomo dal pensiero illuminato e dal cuore buono, capace di ascolto e di accoglienza. La sua esperienza e la forza delle sue…
- Dopo di noi da creare “durante noi“* L'organizzazione del futuro di una persona con disabilità: quali sono le tutele giuridiche esistenti? In quali ambienti si potrà svolgere la vita di quella persona? E con quali fondi? Un…
- Energie da liberare: il Festival del Volontariato 2014 Sarà infatti proprio “Energie da liberare” il filo conduttore dei tanti eventi culturali e di animazione in programma a Lucca, dal 10 al 13 aprile, per il Festival del Volontariato…