Continueremo il nostro studio

Lo dichiarano i componenti del Comitato Guida dello Studio "Brave Dreams", riguardante le eventuali correlazioni tra la sclerosi multipla e la CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica), pur prendendo atto dei recenti risultati prodotti dallo Studio "CoSMo", ampia indagine osservazionale e multicentrica, secondo la quale tali correlazioni non esistono

Particolare delle mani di un ricercatore al lavoroNel prendere atto dei risultati prodotti dallo Studio CoSMo – l’ampia indagine osservazionale e multicentrica finanziata dall’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi e che dopo quasi due anni di lavoro ha stabilito non esservi correlazioni tra la sclerosi multipla e la CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) – il Comitato Guida (Steering Committee) dello Studio Brave Dreams, centrato proprio su tale questione, «non ritiene – come si legge in una nota diffusa dall’Area Comunicazione dell’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara – di dovere interrompere il reclutamento dei pazienti». Secondo lo stesso Comitato Guida, infatti, non sarebbe «ancora chiarito il razionale fisiopatologico, e tutt’altro che risolte le incertezze».
In ogni caso, verrà comunque chiesto «al Comitato Indipendente per il Monitoraggio dei Dati*, previsto dal protocollo di ricerca, un parere esterno sull’opportunità o meno di proseguire lo studio». Al tempo stesso, si procederà a «verificare quale sia attualmente la frequenza di utilizzo, nel pubblico e nel privato, degli interventi di angioplastica nei pazienti con sclerosi multipla, attraverso contati con Ministero e Regioni».

Lo Studio CoSMo, ricordiamo, ha coinvolto tra l’altro 35 Centri Neurologici, lavorando su 1.165 persone con sclerosi multipla, messe a confronto con 376 controlli normali e con 226 persone affette da altre malattie neurologiche.
In precedenza – nel maggio di quest’anno – un comunicato di sicurezza – sempre relativo al trattamento della CCSVI nelle persone con sclerosi multipla e indirizzato alle persone stesse, alle loro famiglie e agli assistenti di cura, ma anche a specialisti, ricercatori e Comitati Etici -, era stato diffuso dalla U.S. Food and Drug Administration (FDA), il noto ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione in materia di salute, per informare sullo stato delle conoscenze e sui rischi connessi a quello stesso trattamento. (S.B.)

*Un Comitato Indipendente per il Monitoraggio dei Dati può essere istituito, nell’ambito di un protocollo di ricerca, per valutare ad intervalli l’andamento di uno studio clinico, i dati di sicurezza e gli esiti critici di efficacia, e per indicare l’eventualità di continuare, modificare, oppure interrompere lo studio.

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