Cosa avviene nella nostra mente quando immaginiamo? È possibile fare riabilitazione immaginando? Secondo una recente scoperta scientifica sì ed è proprio questo il tema del progetto denominato Immaginazione di azioni motorie in neuroriabilitazione: un nuovo protocollo per pazienti con sclerosi multipla, promosso dalla FISM, la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla che lavora a fianco dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e frutto della collaborazione tra quest’ultima, l’Università di Genova e l’Ateneo francese di Digione.
Lo studio – coordinato dal bioingegnere Andrea Tacchino, aggiudicatosi proprio su questo argomento il Premio Giovane Ricercatore del Gruppo Nazionale di Bioingegneria, come «migliore contributo alle conoscenze e metodologie di base» e da Giampaolo Brichetto, medico fisiatra, coordinatore della ricerca in riabilitazione promossa dall’AISM – sarà al centro dell’incontro intitolato Riabilitare immaginando, in programma sabato 27 ottobre a Genova (Aula Polivalente San Salvatore, Piazza Sarzano, ore 18.30), nell’ambito del Festival della Scienza, in corso di svolgimento fino al 4 novembre nel capoluogo ligure.
Da ricordare anche che l’incontro stesso verrà aperto da una rappresentazione teatrale basata sulle opere Magia rossa di Michel de Ghelderode e L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello.
Svolta presso il Servizio Riabilitativo dell’AISM di Genova, la ricerca si concentra sulla formulazione di nuove tecniche e protocolli sperimentali per migliorare le performance motorie delle persone con sclerosi multipla, attraverso, appunto, lo studio della cosiddetta motor imagery, vale a dire uno stato di simulazione mentale durante il quale un individuo replica un’azione motoria senza muovere gli arti o attivare i muscoli coinvolti nell’esecuzione dell’azione stessa. L’attività cerebrale di simulazione sarebbe infatti collegata a quella coinvolta nel movimento fisico effettivo.
Lo studio promosso dalla FISM si focalizza pertanto sul confronto tra le tempistiche di esecuzione reale e di quella immaginata, rispetto ai movimenti dell’arto superiore, mettendo in rilievo le caratteristiche migliorative che la motor imagery esercita sulla mobilità reale, in persone con sclerosi multipla.
La fase-pilota ha coinvolto quattordici persone con sclerosi multipla e diciannove “controlli sani”, con l’utilizzo di una metodica avanzata di registrazione del movimento, con telecamere a infrarossi e markers. I risultati hanno dimostrato un’efficacia dell’effetto del movimento immaginato, nel migliorare la velocità di esecuzione del movimento reale. (B.E.)
Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa AISM (Enrica Marcenaro, enrica.marcenaro@aism.it, Barbara Erba, barbaraerba@gmail.com).
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