Secondo l’organizzazione Cittadinanzattiva, la qualità delle protesi e degli ausili per i malati cronici e le persone con disabilità è oggi «messa a gravo rischio». «Per effetto di successivi e reiterati tagli – si legge infatti in un comunicato – conseguenti ai provvedimenti del 2011 e del 2012 e ultimati dall’attuale Disegno di Legge di Stabilità per il 2013, la spesa relativa ai dispositivi medici si ridurrà di 1.250 milioni di euro il prossimo anno e di ulteriori 1.750 milioni nel 2014, ossia rispettivamente del 18 e 25% in meno rispetto agli attuali livelli di spesa».
«Il rischio per i malati cronici e le persone con disabilità – dichiara dunque Tonino Aceti , responsabile del CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni di Malati Cronivic) di Cittadinanzattiva – è quello di vedere minato il proprio diritto all’accesso, ma anche e soprattutto alla qualità all’innovazione, alla personalizzazione e alla sicurezza di dispositivi come carrozzine e pannoloni. Come affermato infatti anche dalla Corte dei Conti, la scelta di operare una riduzione indistinta dei finanziamento statale al Servizio Sanitario Nazionale potrebbe produrre effetti indesiderati. E in tal senso le Regioni, a fronte di tagli sempre più frequenti e massicci, saranno costrette – come già del resto stanno facendo – ad erogare prodotti scadenti e al costo più basso, individuato anche attraverso procedure di acquisto centralizzate, che nel medio-lungo periodo produrranno una vera e propria “esplosione” della spesa ospedaliera per il trattamento delle relative complicanze causate dal loro stesso utilizzo. Una scelta miope e poco lungimirante. È il caso ad esempio dei dispositivi per le stomie, utilizzati nel Lazio, che stanno letteralmente “rovinando la vita” di molte persone atomizzate».
«Non si può continuare ad avere un approccio esclusivamente economicistico – conclude Aceti – che manchi di considerare la “qualità della vita” delle persone con malattie croniche e rare. Il Governo, anziché tagliare in modo lineare i tetti di spesa, garantisca una riqualificazione selettiva della stessa, ad esempio attraverso l’implementazione di un’attività di HTA (valutazione delle tecnologie sanitarie), che preveda anche la partecipazione delle organizzazioni civiche e di quelle dei pazienti». (S.B.)
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